REGGIO CALABRIA Qualche giorno fa, il Corriere della Calabria ha riportato il contenuto di una nota inviata alla Regione dall’Autorità nazionale anticorruzione. L’Anac, in sostanza, considera omissivo il comportamento di una parte della burocrazia della Cittadella nei confronti dell’Anticorruzione regionale. E ritiene che le omissioni su richieste di atti e chiarimenti, insieme a una mancata attuazione piena della rotazione dei dirigenti, abbiano creato tensioni nell’ufficio e portato alle dimissioni di uno dei manager. Nella nota si fa riferimento, tra le altre cose, all’«accertamento di condotte di contrasto al responsabile trasparenza e anticorruzione (Rpct); dell’omessa collaborazione con il Rpct pro tempore nell’attività di monitoraggio dei procedimenti penali e disciplinari per condotte di natura corruttiva; dell’omessa attuazione della rotazione straordinaria, sia in relazione ai provvedimenti di rotazione che alle attività ad essa propedeutiche». Firmata dal presidente facente funzioni Francesco Merloni, la delibera invita la Regione a fornire al manager anticorruzione «poteri di interlocuzione e controllo su tutta la struttura organizzativa» ed «evitare la delegittimazione» del suo ruolo. Non solo: l’Anac chiede all’amministrazione di «valutare l’opportunità di avviare un procedimento disciplinare per violazione delle misure di prevenzione della corruzione previste nei piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza nei confronti dei dirigenti». La Cittadella ha 30 giorni per adeguarsi alle prescrizioni (qui il nostro servizio del 18 luglio).
A prendere posizione sui fatti è il consigliere regionale della Casa della libertà Gianluca Gallo. «Perché la giunta regionale non ha detto il vero in consiglio regionale? Cosa intende fare il governatore per garantire il funzionamento
dell’Anticorruzione in Regione?». Sono due dei quesiti contenuti nell’interpellanza che il consigliere di opposizione «si accinge a depositare – è detto in un comunicato – in ordine al caso sorto dopo la delibera con cui l’Anac ha acceso i riflettori sugli scontri interni alla macchina burocratica regionale su un tema delicato e vitale quale quello dell’anticorruzione e dei controlli preventivi».
«Una vicenda radicata – si aggiunge – nelle dimissioni del Responsabile dell’anticorruzione regionale e nei chiarimenti al riguardo forniti in Aula dall’assessore regionale al Personale». «È emerso nitidamente, come certificato dall’Anac – sostiene il capogruppo della Cdl – che l’assessorato ha fornito una verità diversa da quella dei fatti. In particolare, il Governo regionale decise di accogliere le dimissioni presentate dalla Rpct alla luce della sua poca serenità, trascurando invece le reali motivazioni alla base della scelta. Ragioni evidenziate, al contrario, dall’Anac, con una ricostruzione degli eventi impietosa, tale da mettere in luce gravi contrasti interni a fronte della piena, indiscutibile correttezza dell’operato della Rpct. Proprio l’Anac ha rigettato in toto la versione offerta dall’assessorato, accertando la commissione di condotte di contrasto al Rpct, l’omessa collaborazione con lo stesso nell’attività di monitoraggio dei procedimenti penali e disciplinari per condotte di natura corruttiva e, ancora, l’omessa attuazione de la rotazione straordinaria, in relazione sia ai provvedimenti di rotazione sia alle attività ad essa propedeutiche».
«Una situazione grave – si afferma ancora nella nota diramata da Gallo – tanto da indurre l’Autorità anticorruzione a chiedere alla Regione di adoperarsi per garantire al Rpct effettivi poteri d’interlocuzione e controllo su tutta la struttura organizzativa e a voler valutare l’opportunità di avviare un procedimento disciplinare per violazione delle misure di prevenzione».
«Di fronte ad una situazione del genere, alla quale la giunta regionale non può dirsi certo estranea – dice Gallo – Oliverio e i suoi hanno fatto spallucce, rifugiandosi nel più assurdo dei silenzi una volta divenuta la questione di pubblico dominio. La vicenda, però, anche per le sue implicazioni sulle attività future della Regione, merita di essere affrontata e sviscerata, alla luce del sole e nella chiarezza dei ruoli e delle responsabilità». Da qui la decisione di Gianluca Gallo di presentare un’interpellanza. «Oliverio – sostiene il consigliere regionale – ha il dovere di assumere impegni formali perché quanto accaduto sia oggetto dei necessari approfondimenti e siano sanzionate eventuali responsabilità. Al tempo stesso, occorre spiegare quali provvedimenti s’intendano adottare per garantire la funzionalità dell’Anticorruzione in Regione: poiché i chiarimenti che era logico attendersi non sono sin qui arrivati, spostare la discussione in Consiglio resta l’unica strada percorribile».
x
x