SOVERATO Quando si è avvicinato il momento, per Matteo Salvini, di salire sul palco e i decibel della protesta hanno continuato a salire, è partita una carica della polizia, in assetto antisommossa, per allontanare dal palco la folla di contestatori. Ci sono stati attimi di tensione, a Soverato, nella sera che ha concluso il minitour calabrese del vicepremier, contro il quale decine di persone hanno urlato slogan per ore, prima e durante il discorso sul palco allestito a pochi passi dalla spiaggia.
https://youtu.be/47q4x92Had4
I MANIFESTI E IL SIT-IN Nessuno dei contestatori di Salvini ha lasciato segni del proprio dissenso sui muri di Soverato. Lo ha fatto, in compenso, qualcuno dei suoi sostenitori. Troppo zelante, ha lasciato una scritta: «Benvenuto ministro Salvini», non ancora cancellata. Una sola, contro decine di manifesti e lenzuola, stendardi e volantini non troppo teneri nei confronti del leader della Lega (qui il nostro servizio di questa mattina). In piazza Milone, poi, si sono radunati in tanti per un sit-in partito nel pomeriggio e proseguito fino all’arrivo del vicepremier.
A poche centinaia di metri dal luogo scelto per il comizio balneare, risuonano parole di contestazione: «Per noi la Lega rimane “Nord”, perché non si occupa delle questioni meridionali. E lo dimostra il provvedimenti sull’Autonomia differenziata. Contestiamo il ministro perché si fa portatore di messaggi di odio che manifesta in ogni modo possibile in relazione all’immigrazione, associata a criminalità e violenza in maniera indiscriminata e totalmente insensata. Non dimentichiamo gli insulti ricevuti per oltre 20 anni dalla Lega Nord» spiegano i manifestanti, orgogliosi per non aver «mai risposto ai messaggi di violenza verbale che sono arrivati sui social nel corso della giornata». Colonna sonora della mobilitazione, tra le altre, la canzone popolare “Brigante se more”, un inno che riporta parole significative: «Pure a calabbria mo s’ è arravutat’/ E ‘stu nemic’ o facimm’ tremmà». Non esattamente un benvenuto.
Il mood è diventato ancora più chiaro a ridosso del comizio, quando un nutrito gruppo di contestatori, arrivati da diverse aree della Calabria, ha intonato cori («Buffone, buffone», «A casa», «Te ne vai sì o no», «Via la Lega dalla Calabria») ed esposto striscioni contro il decreto sicurezza bis («La disumanità non può essere legge») facendo risuonare la protesta in piazza in attesa dell’arrivo di Salvini e dell’inizio della manifestazione politica.
https://youtu.be/A1KjBeDjiHg
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