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Occhiuto: «Andiamo avanti nonostante i veleni». Tajani alla Lega: «Non vedo perché cambiare»

Il candidato governatore di Forza Italia incontra i comitati a Catanzaro. «In tanti mi chiedono di continuare, fare il governatore è una missione. Possiamo cambiare, lo dobbiamo ai nostri figli». L…

Pubblicato il: 12/10/2019 – 11:33
Occhiuto: «Andiamo avanti nonostante i veleni». Tajani alla Lega: «Non vedo perché cambiare»

CATANZARO «Noi siamo partiti già da tempo anche su sollecitazione di molti movimenti civici e di molte persone che ritengono che anche in Calabria sia possibile cambiare sulla base di quello che abbiamo fatto a Cosenza». Mario Occhiuto incontra i “suoi” comitati a Catanzaro. E, dopo il terremoto di venerdì – con la sua candidatura annunciata ufficialmente da Forza Italia e poi respinta dalla Lega – prova a sintetizzare il proprio pensiero e quello dei sostenitori. Il suo è un «andiamo avanti» che nasce dal percorso avviato da mesi: «È stata – dice – una scelta non tanto basata sulla mia persona quanto sul lavoro fatto in questi anni nella città di Cosenza, a dimostrazione che tutto si può fare. Siamo partiti da tempo, abbiamo un progetto politico che stiamo portando in giro, un progetto aperto ovviamente». A questa idea «Forza Italia ha aderito da tempo – dice ancora Occhiuto –, ieri c’è stata questa ufficializzazione del partito anche a livello nazionale». Il sindaco di Cosenza ribadisce l’apertura del progetto ma non fonda le proprie aspirazioni sull’adesione della Lega: «Aspettiamo queste condivisioni: se non ci saranno andremo avanti comunque, come abbiamo sempre detto. Non è una difficoltà per noi, perché pensiamo di dover parlare ai calabresi dei loro problemi e i calabresi devono decidere con la propria volontà quale dev’essere il futuro della regione».
«SI PUÒ CAMBIARE, LO DOBBIAMO AI NOSTRI FIGLI» Occhiuto ragiona anche sulle alleanze: «L’unità è un valore – dice – ma non è il valore essenziale. Spesso calare i candidati dall’alto non ha risolto i problemi della Calabria. Qui non è tanto importante fare le campagne elettorali, è importante risolvere i problemi della Calabria». E parte dallo spopolamento che tra poco non riguarderà «solo i borghi ma anche le città. Oggi purtroppo tantissimi giovani, anche laureati e che sono il capitale umano e sociale su cui puntare, stanno andando via perché al nord offrono lavoro e qualità della vita. Quindi, se continuiamo così, non andiamo da nessuna parte». L’unità è «uno strumento per raggiungere l’obiettivo del cambiamento, ma se il cambiamento non è possibile…». Il sindaco dice, riferendosi al progetto, che «tutte le cose belle sono contrastate, come questa candidatura» e che sarebbe «disponibile a farsi da parte, ma io sono spinto da tante persone. È una missione». Perché ciò che aspetta il vincitore delle prossime Regionali «non è tanto fare il governatore per gestire il potere; il governatore deve gestire i problemi e soprattutto deve avere una visione del futuro della Calabria. Abbiamo tantissime persone che ci spingono in questo progetto, che credono in questo progetto: mollare questa loro convinzione mi sembra una cosa assurda e mi sembra anche fare loro del male».
«Noi ci mettiamo in discussione – spiega –. Lo abbiamo fatto, perché abbiamo queste spinte e ci crediamo e uno nella vita pensa anche di essere utile alla società. Vi assicuro che non è una questione personale, non è neanche una velleità, ma è la volontà e anche la convinzione che in Calabria si può cambiare, e questo lo dobbiamo ai nostri figli».

«LEGA GARANTISTA A FASI ALTERNE» Il “no” della Lega alla sua candidatura passa anche da una valutazione poco garantista delle questioni giudiziarie ancora aperte. Occhiuto analizza questo aspetto dello strappo nel centrodestra: «Nella mia vita – spiega – ho lavorato ad altissimi livelli, ho fatto il professionista, l’imprenditore, il sindaco. Mi sono sempre messo in discussione. È chiaro che in questo modo ci si fanno anche dei nemici, ci sono le denunce. Capisco che ci possano essere anche delle attività e dei procedimenti giudiziari, ma mi sembra strano che certi discorsi possano essere sollevati da chi fa del garantismo una bandiera del proprio partito, e che tra l’altro è stato difeso dagli alleati in tutte le questioni che hanno riguardato il proprio partito. Il garantismo non si può fare a fasi alterne o per soggetti diversi da quelli che interessano direttamente».
«In politica – dice ancora – i veleni, come sto vedendo, sono sempre all’ordine del giorno. Non mi spaventano, perché alla fine è una missione quella di fare qualcosa per la società. Non possiamo indietreggiare davanti ai veleni. Ci siamo ormai abituati, dopo oltre 8 anni, non è una cosa bella, non ci si abitua facilmente, ma bisogna comunque andare avanti».
«GLI ALLEATI SONO I CALABRESI» Al di là dei veleni, bisogna fare i conti con chi appoggerà la candidatura: «Gli alleati – sostiene Occhiuto – sono tutti coloro che condividono questo progetto. Sono tanti, al di là di quelle che sono le sigle dei partiti, e spero comunque che ci siano altri partiti. Ma gli alleati sono soprattutto i calabresi. Sono le tante persone che, com’è successo a Cosenza nel 2016, pur avendo contro tutti i partiti, sono venute da me a candidarsi dicendo di aver visto in cinque anni cambiare la città e di non voler tornare indietro: e siamo stati una delle poche città a vincere al primo turno, proprio perché avevamo dimostrato in quegli anni che il cambiamento era possibile. Quindi, per me gli alleati sono i calabresi. Noi percorreremo tutte le strade possibili, se non ce ne sono ne costruiremo una nuova».
«VOTARE PRIMA POSSIBILE» Un pensiero Mario Occhiuto lo rivolge anche alla data del voto. «Oliverio – spiega – aveva detto che si sarebbe votato il prima possibile. Quindi auspicavo che questa agonia del Consiglio regionale, nel quale ormai non c’è neanche una maggioranza, potesse terminare al più presto, ora mi sembra che abbia cambiato idea e voglia farlo nella data più lontana possibile. Questa è una facoltà che ha il presidente, aspettiamo». Ma «la Calabria ha bisogno di cambiare il prima possibile. Oggi ritardare questo cambiamento e soprattutto restare in questo stato di agonia, nel quale nessuno lavora ai progetti per la Calabria, significa solo aggravare la situazione».

«SAPPIAMO VINCERE ANCHE DA SOLI» Presente a Catanzaro anche il fratello di Mario Occhiuto, Roberto. «Credo che la dichiarazione di ieri di Salvini sia del tutto estemporanea. Certo ci deve fare riflettere sulla qualità della coalizione, che è tale se ciascuno ha rispetto degli alleati. Se questo rispetto manca – ha aggiunto Roberto Occhiuto – evidentemente non ci sono le condizioni per consolidare la coalizione di centrodestra nel Paese. Siamo convintamente nel centrodestra e certo non siamo stati, né moriremo salviniani. Abbiamo governato e governiamo insieme alla Lega Regioni importanti con buoni risultati. Salvini, però, dovrebbe rendersi conto che lui non è solo il leader della Lega ma deve fare il leader della coalizione, rispettando e federando gli alleati. Appartengo ad una coalizione che ha scelto di sostenere convintamente candidati della Lega nelle Regioni in cui la Lega aveva titolo ad indicarli. Prendo atto che in Calabria la Lega non fa la stessa cosa, ma abbiamo le spalle larghe e abbiamo dimostrato di saper vincere anche da soli quando avevamo tutti contro, come è accaduto a Cosenza due anni fa. Le Lega se ne accorgerà».
TAJANI INSISTE: «NON VEDO PERCHE’ CAMBIARE» Anche il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, torna sulla vicenda e ribadisce il sostegno a Mario Occhiuto. «Abbiamo presentato un candidato e non vedo perché bisogna cambiarlo», sostiene Tajani a margine di un’iniziativa a Terni in vista del voto in Umbria. «Non abbiamo mai chiesto agli alleati prosegue Tajani – di cambiare il loro candidato. Non è questo il momento di fare polemica. Credo che si troverà una soluzione». «All’inizio – dice poi il vicepresidente di Forza – non c’era accordo su Bardi in Basilicata poi si è trovato. Bardi è un eccellente presidente. Anche Cirio non sembrava candidato gradito alla Lega poi ha vinto le elezioni e si sta dimostrando
eccellente presidente».
(a.cant.)

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