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«Bastardo, ti sei divertito?», poi i colpi di Beretta. Il racconto del killer

La drammatica confessione di Giuseppe Guadagnuolo resa agli inquirenti sulle modalità di esecuzione a Lamezia del delitto dell’ex agente penitenziario: «Dopo aver esploso i colpi il Pino si muoveva a…

Pubblicato il: 22/10/2019 – 18:55
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«Bastardo, ti sei divertito?», poi i colpi di Beretta. Il racconto del killer
di Alessia Truzzolillo LAMEZIA TERME «Bastardo! Ti sei divertito?». Sono queste le ultime parole che Angelo Pino, 52 anni, agente penitenziario in pensione, ha sentito prima di ricevere due colpi di Beretta calibro 7,65 al torace e uno alla testa. A raccontarlo ai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Lamezia Terme è Giuseppe Guadagnuolo, 54 anni, reo confesso dell’efferato omicidio (qui i dettagli). Messo alle strette dai militari coordinati dal procuratore Salvatore Curcio, Guadagnuolo entra nei macabri particolari del delitto: «Preciso che dopo aver esploso i colpi il Pino si muoveva ancora e, a quel punto, l’ho colpito più volte con il calcio della pistola. Non gli ho dato il tempo di dire alcunché: ho visto solo il suo volto terrorizzato dopo che gli avevo sparato». Il racconto prosegue lucido, Guadagnuolo – il cui fermo di polizia è stato convalidato dal gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere (qui la notizia) – ricorda che indossava un giubbino blu con le righe bianche sul polso e una maglietta della Mapei e un paio di pantaloni neri. Subito dopo il delitto si è disfatto dei vestiti, che ha provveduto a incendiare, e allo stesso tempo ha gettato l’arma lungo un dirupo. Giuseppe Guadagnuolo non aveva mai accettato la separazione dall’ex moglie e la nuova relazione che questa aveva intrecciato con la vittima. Lo confermano sia la donna che la figlia che questa aveva avuto con il 54enne. Le due parlano del «comportamento violento dell’indagato nei confronti dell’ex moglie, nonché del fatto che lo stesso non aveva accettato detta relazione», scrive il gip Emma Sonni nell’ordinanza di convalida del fermo. LA DENUNCIA Le pressioni che la donna subiva dall’ex marito avevano già portato a una denuncia ai carabinieri. Nella confessione resa dopo l’omicidio, Guadagnuolo racconta tutta la storia: «Nel mese di luglio mi sono presentato presso la casa comunale di Lamezia Terme per adire la procedura di separazione del tipo breve con la mia ex moglie. Questo perché già da tempo lei aveva deciso di lasciarmi, cosa che già tre anni orsono aveva fatto. Detta situazione, però, all’epoca durò un mese o poco più, poi lei ritornò a vivere con me. Ad agosto 2019, invece, come previsto per legge, abbiamo confermato la separazione in corso. Devo dirvi però che se all’epoca avessi saputo che lei aveva un altro, non le avrei concesso la separazione. Infatti, io solo da poco, e cioè dal 16 settembre, sono venuto a conoscenza del fatto che mia moglie frequentava un altro uomo. È stata lei stessa che, quel giorno, mi ha detto “prima che lo vieni a sapere da altri” che si stava frequentando con un uomo in amicizia». Qualche giorno prima del delitto, l’indagato vede per la prima volta il nuovo compagno della moglie davanti alla pizzeria dove lavora la figlia. Avendo notato la sua presenza, l’ex moglie gli si avvicina e gli dice: «Non ti è bastato che ti ho denunciato? Ancora mi segui? Adesso vado di nuovo dai carabinieri». Tre giorni dopo quell’episodio è un sabato sera e Giuseppe Guadagnuolo esce per cercare di intercettare la sua ex con il nuovo fidanzato. Il resto è storia tragicamente nota. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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