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Corap, la regione vuole liquidare e fondare una nuova Agenzia

La proposta di legge unificata viene fuori dalla riunione congiunta di prima e seconda commissione. Ma il revisore unico protesta: «Si poteva risanare»

Pubblicato il: 28/10/2019 – 20:32
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Corap, la regione vuole liquidare e fondare una nuova Agenzia
di Francesco Creazzo REGGIO CALABRIA Dopo un mese di trattative, la montagna ha partorito il topolino: la prima e seconda commissione presso il Consiglio regionale, in seduta congiunta, hanno deciso di formulare una proposta di legge che prevede la liquidazione coatta del Corap e la costituzione di un nuovo ente: l’Agenzia regionale sviluppo aree industriali. Si è dunque concretizzata la famigerata riunione delle tre proposte di legge fin qui presentate sul tema del Corap: un testo stringato che sarà discusso, probabilmente al primo punto all’ordine del giorno, nel prossimo consiglio regionale, che dovrebbe essere fissato nelle prossime ore per il 5 novembre. Ai lavori hanno partecipato i consiglieri regionali Esposito, Arruzzolo, Guccione, Giannetta, Mirabello, Bova, Sculco, D’Acri, Nucera, Orsomarso, Aieta, Sergio e Battaglia. Hanno inoltre presenziato l’assessore al Bilancio Maria Teresa Fragomeni, il direttore del dipartimento Bilancio Filippo De Cello e il dirigente Felice Iracà. Molto critica, all’uscita della lunga sessione dei lavori, la posizione della consigliera Flora Sculco che, se il testo dovesse restare uguale fino alla presentazione in consiglio, si dice «non intenzionata a votarlo». NODO OCCUPAZIONE E i lavoratori del Corap? Nelle intenzioni della proposta di legge che probabilmente sarà votata il 5 novembre, dovrebbero essere riassorbiti dalla nuova agenzia. Ma la formulazione del testo, che comunque dovrà essere emendato, è aleatoria: «Nell’ambito della procedura di liquidazione coatta amministrativa del Corap – si legge al comma 6 dell’articolo 2 – compatibilmente con la disciplina di legge di tale procedura di rigore e con le sue finalità, con i vincoli di bilancio e nel rispetto della normativa vigente, ove sostenibile economicamente e coerentemente con il Piano industriale, le attività del Corap ed il relativo personale saranno trasferiti all’Agenzia». Nessuna certezza, dunque, per i lavoratori che, anche oggi, presidiavano l’ingresso di Palazzo Campanella. LE NOTE DEL REVISORE Il revisore unico del Corap, Sergio Tempo, ha fatto pervenire alla riunione delle commissioni una memoria, estremamente critica nei confronti delle decisioni poi assunte dall’assemblea. Il revisore interviene a tutto tondo sulla gestione del consorzio, iniziando dalla certificazione dei «mancati flussi di cassa» che hanno determinato una «abnorme situazione debitoria». «L’organo di governo e la regione – suggerisce il professionista – sono chiamati ad assumere azioni in un’ottica prospettica e di programmazione al fine di tutelare l’interesse pubblico». In particolare, la relazione di Tempo attacca frontalmente la politica regionale: «Oggi – scrive il revisore – con il solo scopo di nascondere il fallimento di un progetto per il quale la politica non ha prestato le dovute attenzioni, la soluzione immediata non può e non deve essere la liquidazione». Secondo il professionista, l’azienda avrebbe potuto, numeri alla mano, essere risanata, anche grazie allo stanziamento da 9 milioni già messo da parte dalla Regione. Addirittura, Tempo scende nei dettagli e programma una riduzione dei costi, fino al 2024, che consentirebbe di ridurre la perdita di esercizio del Corap a 1 milione e mezzo l’anno. In più, il revisore «censura» la «gestione irresponsabile» del depuratore di Vibo Valentia: «Negli anni di gestione della ex Asi – afferma – produceva ricavi per 2,8 milioni l’anno, contro 1,9 milioni annui prodotti durante la gestione Corap». Insomma, secondo Tempo, il Corap è stato vittima di gestioni allegre, il tutto senza alcun controllo da parte degli organi regionali che, adesso, vorrebbero smantellarlo. I DUBBI Nonostante la volontà della giunta Oliverio sia quella di chiudere la partita, restano aperti diversi nodi: se il patrimonio verrà liquidato, cosa resterà nella gestione della futura Agenzia? Se l’Agenzia non dovesse mai entrare pienamente in funzione, possibilità ventilata dal medesimo testo di legge, chi gestirà le infrastrutture industriali calabresi? Ma soprattutto, che fine faranno i dipendenti del Corap, se il riassorbimento in Agenzia dovesse rivelarsi un miraggio? Tutto ancora aperto, tutto ancora sul tavolo ma, dopo il consiglio di martedì prossimo, la “patata bollente” passerà nelle mani di chi uscirà vincitore dalle elezioni. E della magistratura che si sta già interessando del caso.
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