di Giorgio Curcio
GIZZERIA Nel calcio sognare non costa nulla e, quando riesci a raggiungere la meta che hai inseguito per anni, realizzi che il tempo speso – di fatto – non è andato perso. Minuto 86’ di una partita complicata: squadra sotto di un gol e pochi secondi ancora per cercare di recuperare almeno un pari. Il tempo sufficiente per scaldarsi e poi via, l’ingresso in campo. Attimi durati un’eternità, battiti sempre più accelerati e l’emozione dipinta sul volto. È andata più o meno così per Felipe Curcio, calciatore del “Brescia Calcio” impegnato oggi a Verona nell’11esima giornata di campionato di Serie A. Già, il massimo campionato calcistico italiano, quella meta tanto sognata e inseguite da Felipe per una vita intera, almeno da quando – da piccolo – ha iniziato a dare i primi calci al pallone. Per Felipe Curcio, però, il debutto ufficiale in Serie A vale molto di più. Il terzino sinistro classe ‘93, infatti, è originario della Calabria. Suo nonno, Pietro Curcio, è originario di Gizzeria, ed è partito per il Brasile agli inizi degli anni ‘50, in cerca di fortuna. E, oltre sessant’anni dopo, il nipote Felipe ha percorso la rotta inversa, partendo da Jundiaí – nello stato di San Paolo – alla volta della Calabria per cercare di sfondare nel mondo del calcio, realizzando il sogno di calcare – un giorno – i campi della Serie A. Felipe Curcio nella sua terra colleziona diverse esperienze calcistiche dopo aver vestito la maglia di alcuni dei club più famosi: inizia a rincorrere il pallone già a 6 anni, nel 1999, quando gioca per Futsal Clube São João, fino al 2004 quando all’età di 13 anni passa nelle file del San Paolo: qui arriva la prima soddisfazione con la vittoria del Torneo Internazionale di Takatomo e Mogani in Giappone riservato agli under 11. E poi le esperienze con il Gremio e nell’Atletico Paranaense. Ma il Brasile non gli basta più e, come accade a molti calciatori sudamericani, il sogno è quello di sbarcare in Europa e nel 2012 Felipe arriva in Italia: qui, oltre ad inseguire il suo sogno, si ricongiunge con l’altra metà della famiglia, quella che, fino ad allora, aveva visto solo in qualche foto sbiadita. La sua prima esperienza con il Crotone, poi l’Ascoli e il Messina, fino all’arrivo al Foggia, in Lega Pro. Un percorso complesso e travagliato che lo porterà, in pochi anni, dalla squadra pugliese alla Lupa Roma, poi il ritorno in Puglia con la maglia del Martina Franca che, nel 2016, lo cede alla Fidelis Andria. In totale, tra coppa e campionato, colleziona 18 presenza, realizzando anche 3 gol. La famiglia, la passione per il calcio e il duro lavoro: tutti ingredienti che, in questi anni, non sono mai mancati. A gennaio dello scorso anno, a 24 anni, la possibilità di mettersi in mostra in Serie B con la maglia del Brescia, la stessa che ha vestito, fra gli altri, anche Roberto Baggio. Poi la promozione in Serie A e oggi (finalmente) il debutto ufficiale. Pochi minuti in campo, quelli finali, e una sconfitta amara, ma la gioia nel cuore per aver finalmente realizzato un sogno alla sua portata, ma che sembrava sempre più irraggiungibile. Quella, nessuno, gliela porterà mai via.
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