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Abate bacchetta la Regione: «Perché non sono iniziati i lavori sul Crati?»

La senatrice del M5S: «Per qualsiasi danno che si registrerà riterremo responsabili tutti quelli che non hanno fatto il proprio dovere»

Pubblicato il: 25/11/2019 – 22:16
Abate bacchetta la Regione: «Perché non sono iniziati i lavori sul Crati?»

CORIGLIANO ROSSANO «È datata lunedì 11 novembre la mia diffida ufficiale sulla mancata partenza dei lavori di rifacimento dell’argine del Crati in località Thurio. È passato praticamente un anno dall’alluvione del novembre 2018 in cui intere famiglie persero la casa, raccolti e greggi. Una situazione dalla quale, dopo dodici mesi ancora non si riesce a venire fuori». Lo afferma, in una nota, Rosa Silvana Abate, senatrice del Movimento 5 stelle.
«Ho seguito la questione – aggiunge – dal primo minuto. Ero lì presente dopo poco che successe la tragedia e sono stata sempre vicina ai residenti. Ho incalzato la Regione quasi quotidianamente. Sono state ignorate persino le pec ufficiali. In ultimo hanno fatto fitta di nulla persino sulla diffida ufficiale inviata via pec 14 giorni fa. Solo il 21 agosto, nove mesi dopo l’alluvione, la Regione Calabria ha comunicato di aver avviato la procedura per l’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza del tratto del fiume Crati e del torrente Muzzolito in località Thurio, ma lo ha fatto solo perché è stata sollecitata fino alla nausea. E non è bastato nemmeno quello. Ne sono passati altri tre di mesi. Si è aspettato l’avvio della stagione delle piogge, che ormai è in corso. In settimana hanno fatto solo un sopralluogo perché il Crati era ingrossato (come è normale che sia in questi periodi autunnali). Ieri e oggi siamo in balia di un’allerta rossa e arancione, ha piovuto e piove ovunque, il Crati rischia seriamente di straripare di nuovo. Loro tacciono e rimangono inoperosi, mentre la pioggia batte e tra i residenti è tornata la paura. Ogni grido d’allarme lanciato dal primo giorno è stato vano».
«Per qualsiasi danno che si registrerà, stavolta – dice ancora Rosa Silvana Abate – riterremo responsabili tutti quelli che non hanno fatto il proprio dovere. Oltre al danno materiale per le perdite subite nel 2018, infatti, i residenti stanno subendo un danno morale perché sono costretti a vivere con la paura che il fiume possa esondare di nuovo. Queste persone non sono state tutelate né negli anni precedenti quando sono stati ignorati i loro avvisi e le loro denunce e vivono ora in una situazione di precarietà esistenziale. Anche di questo chiederemo conto nelle sedi competenti. La Regione chiarisca perché ancora non sono partiti i lavori ed è stato fatto solo un sopralluogo, mentre il fiume è arrivato quasi ai livelli di capienza massima. Se necessario invierò tutta la documentazione in mio possesso alla magistratura competente. Non si doveva arrivare a questo punto».

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