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RINASCITA | Le reazioni: «È la rivincita dello Stato»
Esponenti del mondo politico ed istituzionale plaudono all’attività svolta dalle forze dell’ordine e dalla magistratura per l’operazione della Distrettuale catanzarese che ha coinvolto 416 persone
Pubblicato il: 19/12/2019 – 11:53
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CATANZARO Non si sono fatte attendere le reazioni dal mondo delle istituzioni e della politica alla maxioperazione “Rinascita-Scott” che sta scuotendo dalle fondamenta la Calabria e che ha coinvolto 416 persone accusate a vario titolo di legami con la potente cosca Mancuso di Vibo Valentia. Tra i primi a commentare l’operazione, coordinata dal procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, Nicola Morra. «Stanotte lo Stato – ha detto tra l’altro il presidente della Commissione parlamentare Antimafia – ha dimostrato ancora una volta tutta la sua capacità di reazione dispiegando uomini e mezzi per un attacco frontale». «Da oggi in Calabria si respira un’aria migliore – ha poi aggiunto – , un’aria che ha il sapore di libertà. Queste continue operazioni devono farci comprendere la potenza di fuoco e di penetrazione delle mafie e quindi la lotta alla criminalità organizzata deve essere il primo punto dell’agenda politica». «Non basta un applauso al momento degli arresti – ha detto ancora il presidente dell’Antimafia – ma c’è bisogno di sostegno concreto e continuo per le necessità delle forze dell’ordine e della magistratura. Dall’altra parte tutti noi cittadini dobbiamo avere fiducia nelle capacità di contrasto delle Istituzioni contro le mafie».
E anche il viceministro dell’Interno Vito Crimi ha commentato l’operazione definendola «una delle più imponenti in Italia». «Oggi – ha osservato – lo Stato ha dimostrato tutta la sua forza e la capacità di sradicare la criminalità organizzata e la ‘ndrangheta in particolare, che abbiamo visto aver ampliato i suoi orizzonti ben oltre la Calabria. Ora più che mai è importante che al centro della agenda politica ci sia la lotta ad ogni forma di mafia e cultura mafiosa. Non dobbiamo archiviare l’operazione con tante pacche sulle spalle ma sbracciarci per dare tutto il supporto necessario alla fase successiva, quella dei processi, con una macchina della giustizia efficiente e che continui il lavoro di stanotte e non debba mai trovarsi a dover gettare la spugna per colpa della prescrizione». E reazioni arrivano anche dal mondo politico. Matteo Salvini, leader della Lega commentando il maxi blitz ha ringraziato le Forze dell’Ordine «per questa operazione di pulizia che fa bene alla Calabria». «Non vedo l’ora che arrivino le elezioni regionali del 26 gennaio – ha poi concluso – per offrire anche a questa splendida terra il buongoverno, l’efficienza e l’onestà della Lega». Una dichiarazione a cui ha fatto eco il commissario delle Lega Calabria Cristian Invernizzi. «Oggi è un giorno storico, rammarica tuttavia notare che anche stavolta ci siano politici coinvolti, abbiamo necessità di garantire ai calabresi una svolta e siamo certi che faranno una scelta di rottura con un vecchio sistema di clientele e malaffare che ha distrutto questa magnifica regione». Mentre Jole Santelli, vice presidente della commissione antimafia di Forza Italia e candidato in pectore governatore del centrodestra ha evidenziato che «il quadro che emerge dall’indagine della Procura distrettuale antimafia su Vibo Valentia è inquietante e mette a nudo un presunto sistema di cointeressenze che riguarda anche la società civile». «Ovviamente è necessario ribadire con convinzione che sarebbero sbagliate le condanne preventive, prosegue Santelli – ma è il preoccupante il livello di responsabilità che viene fuori dal quadro accusatorio». Anche Pippo Callipo, candidato governatore del centrosinistra interviene sull’operazione. E sul suo profilo facebook rilancia: «Oggi c’è bisogno che il nostro appello risuoni ancora più forte: la lotta alla mafia (con la lupara e con la penna), alla corruzione, al malaffare che hanno infestato le istituzioni è la vera, grande priorità della Calabria». «Noi su questo – aggiunge – non molliamo di un millimetro. Niente sconti a ‘ndranghetisti, corrotti e faccendieri. Solo così porteremo legalità e sviluppo nella nostra terra!». «La Calabria questa mattina si è svegliata ferita e, per certi versi, stordita per quanto pervicace e profonda è la forza penetrativa della ‘ndrangheta nella nostra terra ma, purtroppo, non solo. La portata dell’Operazione Rinascita Scott fa capire bene quanto in profondità è capace di infiltrarsi il potere mafioso, a tutti i livelli». Così il Sottosegretario ai beni culturali Anna Laura Orrico, unico esponente calabrese di governo, a proposito dell’Operazione Rinascita Scott contro la ‘ndrangheta. «Non è mio compito esprimere giudizi di merito sulle pagine dell’inchiesta portata avanti con professionalità e dedizione dalla Dda di Catanzaro. Posso e voglio, però, ringraziare pubblicamente per il grande lavoro svolto e per le energie profuse il procuratore Nicola Gratteri e l’arma dei Carabinieri. Hanno dimostrato che lo Stato c’è. Il quadro inquietante, tuttavia, che viene fuori dalle prime notizie ci restituisce una situazione stratificata e complessa, che ostacola il normale compimento della vita democratica di questo Paese. Interi pezzi della società civile che, invece di contribuire alla crescita della comunità, hanno preferito asservirsi alle cosche. Un meccanismo, rodato e perverso, capace di rendere asfittico il tessuto imprenditoriale e le legittime aspettative dei tanti cittadini calabresi per bene, costretti a doversi confrontare ogni giorno con questa realtà. Questo terremoto giudiziario deve rafforzare la volontà di cambiare lo stato di cose dolorosamente descritto dall’indagine e di agire per bonificare tutti gli ambienti del nostra società, anche quelli più insospettabili. Da parte nostra, rappresentanti delle istituzioni o semplici cittadini, soprattutto ora, non un passo indietro – conclude Orrico – schierandoci dalla parte dello Stato, dalla nostra parte».
Per il senatore di Italia viva, Ernesto Magorno l’operazione “Rinascita-Scott” «rappresenta un momento storico per la #Calabria che vuole guardare al futuro con al centro la legalità. Grazie al Procuratore Gratteri e agli uomini impegnati in queste ore».
Secondo la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni l’operazione «dimostra la forte espansione della ‘ndrangheta e il suo immenso potere criminale, ma anche che esiste un sistema-Stato in grado di fermarla».
«L’indagine – continua la parlamentare – ha permesso di ricostruire anni e anni di attività criminale, perpetrata in giro per l’Italia e il Vecchio continente, e di fare luce sulle connivenze tra la ‘ndrangheta e una certa politica».
«Un ringraziamento speciale – conclude Dieni – va al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ai suoi valenti magistrati e a tutte le forze dell’ordine impegnate in una delle più grandi operazioni antimafia della storia. Oggi lo Stato ha vinto una grande battaglia, ma la guerra è ancora molto lunga».
E il senatore di Forza Italia e componente della commissione parlamentare Antimafia Giuseppe Mangialavori afferma: «Quello messo a segno questa mattina è un colpo ferale a tutti i clan di ‘ndrangheta che infestano la Calabria, l’Italia e molte parti d’Europa. Al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ai magistrati della Dda e ai militari impegnati nell’operazione va il ringraziamento di tutti i cittadini onesti che hanno scelto di stare dalla parte dello Stato e della legalità». Soddisfazione espressa anche dal sottosegretario agli interni Achille Variati secondo cui «non solo in Calabria ma anche in molte altre regioni, è stato inferto un duro colpo alla ‘ndrangheta. È un segno inequivocabile quello che lo Stato ha dato oggi, mostrando la propria forza e la piena determinazione nel combattere ed estirpare l’illegalità e la violenza».
Su quanto avvenuto in queste ore in Calabria interviene anche il sindaco di Napoli ed ex pm Luigi De Magistris «Negli arresti di oggi in Calabria leggo di fatti e persone che furono anche oggetto di alcune delicatissime inchieste di cui ero titolare quale PM presso la Procura di Catanzaro, negli stessi uffici oggi diretti dal Procuratore Gratteri». «Il mio Procuratore della Repubblica nel 2007, Mariano Lombardi – scrive De Magistris su Facebook – mi revocò l’inchiesta Poseidone quando notificai un’informazione di garanzia all’avvocato Pittelli, che all’epoca dei fatti era Parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia». «L’avvocato Pittelli – aggiunge l’ ex pm – era amico del Procuratore, era stato il suo avvocato, e pochi mesi prima aveva assunto nella società a lui riconducibile, il figlio della moglie del Procuratore». «L’inchiesta Poseidone stava portando alla richiesta di misure cautelari per fatti gravissimi – afferma ancora De Magistris – che riguardavano illeciti nella gestione di fiumi di denaro pubblico destinati, in particolare, alla depurazione delle acque ed al settore ambientale. Nell’ottobre dello stesso anno, mentre mi accingevo a scrivere le misure cautelari, mi fu avocata illecitamente anche l’inchiesta Why Not, in cui erano indagati, tra i tanti, sia Pittelli che Nicola Adamo, all’ epoca dei fatti segretario regionale dei DS».
C’è anche Francesco Aiello, candidato alla presidenza della Regione Calabria per l’alleanza civica del Movimento 5 Stelle, che osserva: «Mi congratulo con i magistrati e le forze dell’ordine per il prezioso lavoro svolto. Il Pd esce travolto da questa inchiesta monumentale, che tocca pure esponenti di primo piano del centrodestra e personaggi scappati dal centrosinistra. Le accuse ai politici indagati sono gravissime. I fatti ricostruiti dagli investigatori scuotono le coscienze e gridano vendetta politica. La Calabria deve puntare sulla società civile perché i partiti non sono più credibili».
Mentre sul profilo Facebook il deputato Pd Antonio Viscomi riflette «Oggi Vibo. E da Vibo all’Italia tutta intera. Questa è la ‘ndrangheta: un intreccio inestricabile ed avido di interessi, soldi e potere che la coppola ha ormai sostituito con vestiti firmati e la violenza della lupara con la silenziosa seduzione della corruzione». «I procedimenti giudiziari – aggiunge – seguiranno il loro corso nella normale dialettica tra accusa e difesa. E c’è da augurarsi, nell’interesse di tutti, che gli indagati, soprattutto coloro che sono impegnati nella sfera pubblica, riescano a dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati, come penso e spero sarà per qualcuno». «Eppure è difficile sfuggire ad una sensazione di sgomento – dice ancora Viscomi -, non fosse altro che per i numeri dell’operazione, della maxioperazione, contro le cosche vibonesi: tremila agenti impegnati sul territorio nazionale. Ed è questa sensazione che suggerisce di non limitarsi ad un doveroso quanto generico apprezzamento e ringraziamento alla Procura ed ai Carabinieri che hanno condotto lunghi anni di indagine. Semmai oggi, qui ed ora, con la chiara consapevolezza di una situazione politica regionale che definire confusa è dir poco, occorre che la politica prenda in Calabria e per la Calabria un impegno serio, certo e definitivo con i cittadini: alle prossime regionali non saranno presentati candidati che non siano credibili, coerenti e competenti».
Ed anche il segretario della Commissione parlamentare antimafia Wanda Ferro (Fdi) ha rivolto «il proprio plauso al procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, nonché ai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia, per il successo dell’operazione “Rinascita-Scott”». «Come Fratelli d’Italia – dice Ferro – non possiamo non cogliere le riflessioni del procuratore Gratteri, il quale in conferenza stampa ha richiamato alle proprie responsabilità il potere politico e legislativo, che ad oggi non ha fornito ai magistrati strumenti normativi proporzionati alla realtà criminale, e che con il blocco delle assunzioni ha determinato carenze di organico nelle forze dell’ordine – 20 mila carabinieri in meno, 20 mila poliziotti in meno, 8 mila finanzieri in meno – tali da non consentire una più efficace attività di contrasto al fenomeno mafioso». «Il “progetto” avviato dal procuratore Gratteri aggiunge – che ha avuto da subito la fiducia e il sostegno dei vertici delle forze dell’ordine che hanno messo a disposizione della Dda le migliori intelligenze investigative, e che puo’ far conto sull’entusiasmo di giovani magistrati che scelgono finalmente di essere destinati in Calabria, deve avere il pieno sostegno dello Stato».
Anche il candidato governatore per il movimento “La Calabria che vogliamo”, Giuseppe Nucera, definisce il quadro che emerge dalle indagini come «uno scenario inquietante» che «ha rivelato ancora una volta come la nostra terra, la Calabria, sia completamente oppressa e soffocata dai tentacoli del malaffare». «Non ci sono soltanto elementi della malavita organizzata fra i 334 arresti – prosegue Nucera – anzi tutt’altro. Ci sono politici, imprenditori, amministratori e massoni. Questo significa che la Calabria, come ha ben definito Gratteri a cui va il mio elogio così come a tutte le forze impegnate nella Maxi operazione, non riesce o ancora non può liberarsi da quello che posso definire un cancro maligno». Secondo Nucera, «bisogna liberarsi con tutte le forze da questi personaggi, elementi che tutto fanno tranne che pensare alla loro terra». E da qui rivolge un appello a tutte le forze politiche in vista della presentazione delle liste per le imminenti elezioni regionali in Calabria: «Presentiamo solo personaggi onesti e integri, che non abbiano mai avuto problemi di collusione con il malaffare».
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