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Informazioni sui bandi in cambio di viaggi, ex dirigente della Regione chiede l'abbreviato

Rinviate a giudizio la titolare dell’impresa e uno dei componenti della commissione di vigilanza sui finanziamenti. Processo al via il 25 marzo. La Regione Calabria sarà parte civile

Pubblicato il: 08/01/2020 – 15:36
Informazioni sui bandi in cambio di viaggi, ex dirigente della Regione chiede l'abbreviato

CATANZARO Ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato Maria Gabriella Rizzo, 59 anni, ex responsabile anticorruzione della Regione Calabria. Non hanno chiesto riti alternativi, invece, l’imprenditrice Laura Miceli, 68 anni, di Spilinga, Antonio Tolomeo, 40 anni, di Catanzaro, componente della commissione incaricata alla vigilanza in relazione al “Finanziamento di Piani di investimenti produttivi” e Deborah Valente, 50 anni, cosentina di nascita, ma residente a Tropea. Nell’inchiesta è finita anche la società “Baia d’Ercole” con sede a Ricadi, di proprietà di Laura Miceli. Per loro il gup Paola Ciriaco – su richiesta del pm Graziella Viscomi – ha disposto il rinvio a giudizio e il processo avrà inizio il prossimo 25 marzo mentre l’abbreviato proseguirà il prossimo 8 aprile. Come già annunciato nel corso dell’udienza del 26 settembre scorso la Regione Calabria si è formalmente costituita parte civile nel processo.

L’INDAGINE Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, sotto il coordinamento della Procura, portarono nel 2018 all’emissione di ordinanze di custodia agli arresti domiciliari nei confronti di Rizzo e Miceli, imputate entrambe per corruzione. Secondo l’accusa, la dirigente regionale avrebbe comunicato all’imprenditrice informazioni non ancora divulgate riferite a bandi non pubblicati, fornendo, tra l’altro anche consulenze. La Rizzo, anche in incontri informali appositamente organizzati, avrebbe quindi prospettato alla Miceli l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione ed i contenuti di bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero. In cambio avrebbe beneficiato di soggiorni vacanze e regali. Tolomeo, Valente e Miceli sono accusati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico in concorso perché avrebbero redatto un atto ideologicamente falso nel quale veniva barrata la casella relativa alla mancata fruizione di contributi del tipo de minimis da parte della Miceli, la quale aveva già usufruito di benefici in regime de minimis. La verità era nota a tutti gli imputati visto che Tolomeo aveva fatto parte della commissione di controllo relativa a questo tipo di fondi erogati alla titolare della ditta Baia di Ercole.  Nel collegio difensivo gli avvocati Francesco Gambardella, Salvatore Staiano, Francesco De Luca, Alessio Colistra, Anna Maria Grazia Sodano. (ale. tru.)

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