di Maria Rita Galati
CATANZARO L’emergenza sanitaria da Coronavirus incalza prepotente anche in Calabria. E dal territorio arrivano segnali allarmanti in merito agli “strumenti” in mano ai combattenti della prima linea: medici, infermieri, operatori socio-sanitari sono disarmati di dispostivi di protezione individuale, di presidi per la respirazione. E questo nonostante le rassicurazioni avute dal Dipartimento della Tutela della Salute. «Ad oggi non abbiamo strumenti di protezione utili ad affrontare un virus che appare veramente micidiale» è l’allarme che il presidente dell’Ordine dei medici di Catanzaro, Vincenzo Ciconte, affida ad un lettera diretta al presidente della Regione, Jole Santelli, al commissario della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, e al dirigente generale del Dipartimento regionale Tutela della Salute, Antonio Belcastro.
PREOCCUPAZIONE PER IL SUD «Nei mesi scorsi in molti hanno pensato che il problema non ci riguardasse, che fosse di pertinenza solo della Cina e che mai e poi mai avrebbe colpito l’Italia, l’Europa e gli USA – scrive Ciconte -. Invece è esploso, dovunque, e da noi è stato colpito il sistema economico- produttivo più forte, quello del Nord d’Italia, più esposto agli interscambi economico- finanziari. Nonostante che il sistema sanitario nazionale sia di prim’ordine oggi quel sistema sta attraversando un momento di grande sofferenza ed è, ormai, ridotto allo stremo delle forze. L’espansione del contagio verso il Sud del paese si sta verificando ora, complici le migrazioni dalle zone a rischio, condotte senza alcun controllo. E pur avendo avuto più tempo, rispetto alle Regioni del Nord, per adoperarci a contenere il contagio, ora ci rendiamo conto delle difficoltà di gestione di tale emergenza».
I RILIEVI DELL’ORDINE DEI MEDICI Il presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro ricorda che nella riunione dello scorso 26 febbraio – nella sede della Protezione Civile, alla presenza degli Ordini dei Medici della Calabria, Medici di Medicina Generale, e di tutti i soggetti rappresentativi della Sanità pubblica, per fare il punto della situazione sul coronavirus in Calabria – aveva già evidenziato tre punti essenziali.
Fondamentali «la riduzione del contagio, sottolineando la necessità di ottemperare alle indicazioni delle Autorità preposte (Ministero della Salute e Governo), la protezione per i medici ed il personale sanitario in prima linea (soprattutto medici di PS, Terapia Intensiva, malattie infettive, pneumologi e tutti i medici dei reparti che devono effettuare consulenze sui pazienti Covid, o sospetti tali, 118, Medici di medicina generale, Continuità assistenziale, Specialisti Ambulatoriali, Pediatri di base), e quindi dotare il personale di kit di prima necessità, considerato che già allora – scrive ancora Ciconte – mi giungevano notizie che tale materiale non fosse sufficiente e, in alcuni casi, mancante; individuare e rafforzare i posti di terapia Intensiva, considerato che, in Calabria, in proporzione alla popolazione, percentualmente ne abbiamo di meno rispetto alle altre regioni. Mi è stato risposto che tramite la protezione civile, il materiale, in ordine a kit di protezione per i medici, ventilatori e respiratori, sarebbe arrivato presto ed era già in atto l’organizzazione per aumentare i posti letto sia di terapia intensiva, sia subintensiva che degenza per eventuali pazienti Covid».
RAPPORTO TRA ECONOMIA E SANITA’ Ma gli strumenti di protezione utili non arrivano. Da qui l’invito dell’Ordine dei Medici di Catanzaro a tutti gli organi istituzionali preposti, «ad intervenire in tempi brevissimi affinché siano assicurati i presidi necessari per i medici che sono in prima linea, con spirito di abnegazione, a combattere contro questa pandemia, e le tecnologie adeguate a sostenere l’eventuale impatto di numeri più consistenti. Oggi si aprono nuovi scenari: bisogna riconoscere i pazienti asintomatici che rappresentano la vera minaccia per la diffusione del contagio, ed è importante estendere ai sanitari in prima linea l’effettuazione del tampone per evitare che noi stessi possiamo diventare veicolo di diffusione». E, comunque, mai come in questa occasione la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. «Un’ultima considerazione che in questa fase è drammaticamente attuale: il rapporto tra economia e Sanità della città capoluogo, da me sempre propugnata – conclude Ciconte -. Start up innovative per quanto riguarda la ricerca in campo medico, biotecnologico e farmaceutico, in collegamento con l’Università Magna Graecia per produrre, insieme alle imprese sane della nostra Regione, materiali sanitari, innovazione tecnologica e nuovi farmaci, cosa che, in questo momento, sarebbe stata di grande aiuto sia per la salute che per la nostra economia». (redazione@corrierecal.it)
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