REGGIO CALABRIA Mentre c’è ancora chi viene denunciato per violazione delle restrizioni imposte dai decreti del presidente del consiglio dei ministri per contenere il contagio da coronavirus, o viene rincorso dal sindaco Giuseppe Falcomatà che lo invita a tornare a casa, il rischio è sempre in agguato: non si deve abbassare la guardia proprio ora che i numeri sembrano confermare che al Sud siamo riusciti a scongiurare un’ecatombe.
Il fatto che a Reggio Calabria, che piange 5 morti, non abbiamo vissuto la stessa emergenza della Lombardia, non significa che siamo immuni, significa soltanto che dobbiamo continuare a tenere duro per non consentire al virus di diffondersi. E allora, in un contesto in cui si può essere portati ad abbassare la guardia, ben venga la foto inviata dalla mamma di un medico reggino, che ci riporta con un pugno nello stomaco all’emergenza che si vive in Lombardia, come monito a restare in casa affinché non succeda anche qui.
LA LETTERA «Buonasera – scrive la nostra lettrice – sono la mamma di una ragazza di 30 anni, Valentina, originaria di Reggio Calabria e oggi medico in un pronto soccorso della Lombardia, a Cantù. Vi mando questa foto perché per me fortemente emblematica nell’evidenziare lo stremo delle forze di questi nostri angeli… diciamo grazie… e quando tutto sarà finito ricordiamoci di loro… che giornalmente, ormai da tante settimane, rischiano la loro vita per salvarne altre… grazie». (f.p.)
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