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Iaquinta: «In cella mio padre non può mantenere le distanze di sicurezza»
L’ex campione del mondo denuncia le condizioni di detenzione del papà condannato in primo grado nel processo Aemilia. E rilancia un appello a Conte e Bonafede
Pubblicato il: 08/04/2020 – 20:55
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CROTONE «Partendo dal presupposto che mio padre è innocente, questo è un disegno di una cella del carcere di Voghera. Come si fa a mantenere la distanza di sicurezza?». Così Vincenzo Iaquinta, l’ex campione mondiale con la nazionale italiana nel 2006, si sfoga con un post su Istagram per denunciare la condizione del padre detenuto in seguito alla condanna in primo grado nel processo Aemilia. Un post che rilancia – in una sorta di appello – taggando il premier, Giuseppe Conte e al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per segnalare l’impossibilità di rispettare le norme imposte per prevenire i contagi da Coronavirus nel Paese.

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