di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Una barbarie. Presunti dati personali, con tanto di nome, cognome, indirizzo e perfino il codice fiscale, messi alla gogna mediatica.
Un episodio di una gravità inaudita che non solo lede la privacy personale di ognuno delle centinaia di persone presenti in elenco, ma che potrebbe causare anche una incivile caccia alle streghe.
Sull’accaduto, ovvero quei dati che da ore circolano su WhatsApp – presunti, come li definisce il sindaco – dei coriglianorossanesi positivi al Covid-19, quelli in quarantena obbligatoria per contatti diretti con i positivi, gli ipotetici ed anche la lista di quelli che in quarantena ci devono stare perché hanno violato i decreti nazionali, regionali e comunali, ha sporto denuncia Flavio Stasi.
«ABBIAMO SPORTO DEUNCIA» «La difesa della dignità delle persone e dei cittadini – è questo il pensiero del primo cittadino di Corigliano Rossano affidato ad una nota – insieme all’immagine stessa della nostra comunità rappresentano principi, doveri e obiettivi di rango pari a quelli della necessità di prevenzione, di tutela della salute e della sicurezza pubblica. A nessuno di questi obblighi etici prim’ancora che giuridici è consentito sottrarsi per nessun motivo ed in nessuna circostanza, tanto più in un momento delicato di grave emergenza sanitaria nazionale che impone a tutti, ciascuno nel proprio ruolo, un senso di responsabilità ancora maggiore».
Il primo cittadino di Corigliano Rossano, rende noto di «aver sporto formale denuncia contro ignoti rispetto alla diffusione illegittima ed illegale di presunti documenti che conterrebbero dati sensibili e comunque riservati relativi a persone eventualmente sottoposte in regime di quarantena obbligatoria nonché altri eventuali dati sanitari delle stesse». Secondo Stasi «tutto ciò non è affatto tollerabile. Siamo di fronte ad una gravissima e vergognosa violazione che calpesta i diritti delle persone e di tutta la Città. Ho quindi chiesto alla autorità giudiziaria di non lesinare alcuno sforzo nell’individuare con urgenza i responsabili di questa inciviltà che – conclude Stasi – l’amministrazione comunale condanna senza se e senza e sulla quale siamo certi si andrà fino in fondo».
«SPERO CHE QUALCUNO PAGHI PER QUESTO» Di certo è che le responsabilità, di qualcuno devono pur essere. E sul caso, come annunciato da Stasi, indagheranno gli inquirenti.
Sulla questione è intervenuto anche Martino Rizzo, responsabile del Settore Igiene e Sanità pubblica dell’Asp per l’area della Sibaritide che definisce l’accaduto come «pubblico ludibrio».
«Oggi abbiamo esposto al pubblico ludibrio nostri concittadini – sostiene – “colpevoli” di aver contratto il coronavirus. Il file che ha circolato su Whatsapp, con i nomi dei malati, non è stato altro che questo. Abbiamo aggravato le sofferenze dei nostri concittadini, esponendoli ad una derisione pubblica, alle ingiuste accuse dei saccenti, alla curiosità morbosa dei pettegoli, senza fermarci neanche di fronte al dramma che molte famiglie stanno vivendo».
Tra deontologia professionale e umana pietas Rizzo si «vergogna» per «chi si è macchiato di questo gesto e chiedo scusa per loro alle famiglie offese, incolpevoli vittime dell’epidemia».
Naturalmente, aggiunge Martino Rizzo, «spero anche che qualcuno paghi per le sofferenze aggiuntive inflitte a persone già provate».
I DATI A Riguardo degli ultimo dati odierni, il dirigente del Settore Igiene e Sanità pubblica dell’ex area dell’Asl n.3, riferisce di una «calma piatta».
«Oggi calma piatta a Corigliano Rossano (39 i contagi complessivi, ndr), nessun nuovo caso e qualche “solito” sospetto. Tutti i tamponi eseguiti sono risultati negativi, compresi quelli dei crocieristi, altro “episodio” che ha suscitato curiosità morbose. Lo avevo già preannunciato, che non c’erano elementi per sospettare il contagio nei nostri concittadini, e cosi effettivamente è stato».
Martino Rizzo si pone la domanda: «Possibile che è finito tutto?»
«Speriamo – è la sua risposta – ma non cantiamo vittoria troppo presto. Il cammino è ancora lungo».
BOCCHIGLIERO E ORIOLO Su Bocchigliero la situazione «è stazionaria». «Anche li abbiamo avuto una guarigione, e siamo a tre complessivamente». Ad Oriolo, «stiamo ancora lavorando. Oggi abbiamo effettuato altri venti tamponi. Stiamo ancora attendendo i risultati di quelli effettuati nei giorni scorsi».
Il dottor Rizzo conclude con un augurio sulla sua pagina Facebook: «Tra poco è Pasqua, festa del passaggio dalla morte alla vita, con la resurrezione di Gesù Cristo. Sarebbe bello se fosse anche il momento della fine dell’incubo coronavirus e dell’inizio della rinascita. Ma probabilmente è troppo presto». (l.latella@corrierecal.it)
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