di Alessia Truzzolillo
COSENZA «In definitiva, l’utilizzo di Piazza Bilotti, soprattutto da parte di un numero considerevole di utenti, come avviene in occasioni delle manifestazioni di varia natura, tenuto conto dei difetti riscontrati sulle saldature e delle irregolarità commesse al fine del rilascio del certificato di collaudo, potrebbe determinare un cedimento strutturale o un crollo della stessa di cui, allo stato, non risulta possibile prevederne l’estensione, con la conseguenza che deve essere sottoposta a sequestro l’intera area». È un sigillo chiaro e netto quello che il gip Gabriella Logozzo verga, nero su bianco, nel decreto di sequestro preventivo di Piazza Bilotti a Cosenza. Accolta la richiesta da parte della Dda di Catanzaro – vergata dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Veronica Calcagno – che ha iscritto ne registro degli indagati 13 persone tra le quali il sindaco Mario Occhiuto, l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, il direttore dei lavori Francesco Tucci, la figlia di questi, Paola, in qualità di collaboratrice del padre, Carlo Pecoraro, dirigente comune nel settore Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Ferraro, ispettore del Lavoro nella sede di Cosenza. Le accuse contestate sono, a vario titolo, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, falsità materiale, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, reati in materia di edilizia per avere consentito l’inaugurazione della piazza prima del collaudo, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.
PERICOLO PER L’INCOLUMITÀ Secondo il gip «è concretamente e attuale il rischio che dalla libera disponibilità dell’immobile derivi un pericolo per la pubblica incolumità determinato dall’apertura della piazza e quindi dal suo utilizzo, pur in presenza di difetti sulle saldature delle travi che la compongono». L’indagine documenta le preoccupazioni per risolvere i difetti nella saldatura delle travi per una piazza che, una volta aperta, ha ospitato anche concerti. Ma l’inaugurazione andava fatta a tutti i costi. Un’inaugurazione fortemente contesa tra le varie forze politiche calabresi che avrebbero fatto di tutto, raccontano altre inchieste della Dda di Catanzaro, pur di accaparrarsi l’inaugurazione della piazza e mettere la bandiera su una delle poche “non incompiute” tra le opere calabresi. Stando, però, a quanto racconta quest’ultima indagine, denominata “Piazza sicura”, anche quest’opera non può dirsi compiuta, anzi rappresenterebbe un pericolo per la pubblica incolumità.
«DOVETE APRIRE LA PIAZZA E BASTA» Il 13 dicembre 2016 la Guardia di finanza di Cosenza intercetta una chiacchierata tra il direttore dei lavori Francesco Tucci e il collaudatore Antonio Alvaro. Tucci riporta quelli che, a suo dire, sono i diktat del sindaco mentre Alvaro si torce le mani: «Io non so che fare, mannaggia alla miseria, mannaggia». C’è da organizzare una inaugurazione sicura e bisogna vedere come. Il dialogo che riportiamo per intero è significativo delle preoccupazioni e delle soluzioni da adottare.
Tucci: «Buongiorno. Senti, sabato fanno l’inaugurazione… il sindaco vuole fare l’inaugurazione della piazza».
Alvaro: «Eh!»
Tucci: «Ovviamente, dice che c’è. Tutta una polemica che non c’è il collaudo, che non possono aprire la piazza. Allora, siccome io non ci sono stato, questa polemica sui giornali non l’ho letta, quindi non te la so dire qual è». Alvaro: «Eh».
Tucci: «Lui dice “mettete le carte a posto, fate un collaudo parziale”, ma dico “guarda che non si può fare, ci mancano ci mancano le scale”, “e non me ne frega niente, fate un collaudo parziale” le solite cose»
Alvaro: «Io non so che cazzo fare, mannaggia alla miseria, mannaggia».
Tucci: «“Dovete aprire la piazza e basta”, ho detto “scusa, ma avevamo detto che avremmo fatto un verbale nel quale alleghiamo le prove di carico, diciamo che il collaudo è in corso di stesura…” Io pure la relazione di struttura ultimata non l’ho manco presentata, tu come lo fai sto cazzo di collaudo se a me ancora non mi hanno dato tutti i dati. Però le prove di carico me le hanno date, mi manca qualche provino del ferro, qualche certificato così, ma sostanzialmente c’ho tutto”».
Tucci: «Io non lo so, cioè se tu mi dici “fai la relazione di struttura ultimata”, comunque tu per sabato, anche se io facessi la relazione, non potresti fare il collaudo perché devi avere il deposito della relazione».
Alvaro: «Ehhh!! come faccio? No, quello non si può fare. Non ci pensiamo proprio. Non si può fare quello».
Tucci: «No dice che l’agibilità, l’agibilità, non c’è… ho capito, ma pure che faccio la relazione di struttura ultimata, è una minchiata, perché poi non è che faccio una relazione di struttura ultimata parziale».
Alvaro: «Ma noi dobbiamo fare un altro verbale come quello dell’altra volta. Non si può fare».
Tucci: «Eh, dobbiamo fare un verbale come quello dell’altra volta, nel quale diamo…»
Alvaro: «Diamo atto che abbiamo fatto le prove che hanno dato esito positivo e che… e che diamo l’autorizzazione ad aprire, su richiesta loro, di aprire la piazza solo per le zone… perché poi non ci sono pure le scale, come facciamo?»
Tucci: «Appunto, aprire la piazza?»
Alvaro: «Limitatamente a quelle zone… aprire la piazza, no? La piazza si può aprire tutta, si può aprire, no?»
Tucci: «Appunto, aprire la piazza con la limitazione che al dì sopra del solaio deve essere inibita l’attività di ballo, diciamo».
Alvaro: «Si, si, si, si, si, si, certo».
Tucci: «E basta».
Alvaro: «Prepara sto verbale che ci ragioniamo sopra, dai».
«HO FATTO UNA FORZATURA» «Nonostante la mancanza del collaudo ed il mancato rispetto della procedura prevista dalla normativa per la consegna anticipata dell’opera, veniva quindi svolta la cerimonia di inaugurazione di Piazza Bilotti prevista la sera del 17 dicembre 2016, secondo il volere del sindaco di Cosenza», sottolinea il gip.
Ma tra la folla che riempie la piazza c’è chi commenta. Come Francesco Zinno e la figlia Paola. Quest’ultima è preoccupata: entrambi osservano le vele, ovvero due gradinate rialzate che si trovato, speculari, ai lati della piazza. «Ma tutti sopra i vele si miniano, papà?», dice la figlia. «Si so misi pure supra i vele», commenta Tucci. «Ma sulle vele ci può stare tutta quella gente?!», si chiede Paola Tucci. «Sì, si si, certo che ci può stare», taglia corto il padre, il quale il giorno dopo al telefono con Luigi Zinno, all’epoca dirigente del dipartimento regionale Infrastrutture (non indagato in questo procedimento ma imputato nei processi “Passepartout” e “Lande desolate” nei quali viene contemplato dalla Dda l’affaire Piazza Bilotti) mostra preoccupazione perché gli avversari politici, ovvero esponenti del Pd (con i quali vi erano state forti frizioni per mettere le mani sull’inaugurazione della piazza) avevano aperto una vivace polemica sulla sicurezza. Tucci ha paura perché è stato lui stesso a fare mettere nero su bianco che sulla piazza non dovevano farsi manifestazioni dove si ballasse in massa.
«… c’ho scritto che non deve farci manifestazioni oltre al peso che possa indurre fenomeni dinamici… oltre al peso massimo che ho stabilito io, Cioè ballare contemporaneamente su…»
Zinno si allarma: «Però scusami, questa è una cosa che se non è stata messa in conto è seria eh. Perché, secondo me, se è una cosa aperta al pubblico».
In sostanza il ragionamento è: se sono 3 persone che ballano, nessun problema, d ‘accordo. «Ma quattro persone in un metro quadro, che ballano, ci stanno a filo».
Parte da queste prime battute una lungo e concitato dialogo tra Zinno che, sempre più allarmato, cerca di spiegare il perché aprire la piazza sia stata una pazzia, e Tucci che ammette, giustifica, afferma di essere corso ai ripari e alla fine dice: «Infatti, caro mio, ho fatto una forzatura».
«SE NON C’È IL COLLAUDO, SIETE PAZZI» Insomma Tucci ha previsto una serie di restrizioni sull’uso della piazza «perché non c’è il collaudo e stabilisco io se e come utilizzare la piazza». Zinno esce da ogni grazia di Dio: «Se non c’è il collaudo statico siete pazzi. Lui è pazzo se ha aperto la piazza». E il perché lo spiega poco dopo: «Collaudi provvisori ne abbiamo fatto fare… collaudi non ne esistono, esiste la consegna parziale. La consegna parziale… anticipata, veramente si chiama. La consegna anticipata esiste al verificarsi di alcune categoriche condizioni. All’interno di queste categoriche condizioni c’è il collaudo statico; se non c’è il collaudo statico non si può aprire la strada».
Tucci insiste, dice di avere fatto una dichiarazione e avere «convinto il Questore». Zinno insiste che avere fatto aprire la piazza è una follia e si sfoga pure al telefono con Vincenzo De Caro, esperto della Regione in materia di appalti. I documenti raffazzonati sul collaudo preoccupano il dirigente. Zinno sostiene che Tucci abbia paura perché manca il collaudo statico e allo stesso tempo abbia avuto paura di dire di no a Occhiuto. Allo stesso tempo avrebbe cercato di salvare capre e cavoli attraverso le dichiarazioni fatte in Questura e attraverso la redazione delle condizioni per aprire al pubblico. Il commento di De Caro è laconico: «Non ha la forza di opporsi al Sindaco… non ce l’ha… che non dico che è facile, tra l’altro. Perché quello, magari, è un invasato».
CONCERTI E PRECAUZIONI Eppure concerti sulla piazza ne sono avvenuti. E lo notano anche gli investigatori: «Ebbene le riserve mostrate dal direttore dei lavori in merito all’utilizzo della piazza sopra la zona museale (sotto la quale erano presenti le travi di acciaio oggetto della certificazione) avevano effettivamente assunto una valenza concreta, dal momento che, sia in occasione del concerto di Alvaro Soler del 31 dicembre 2016, sia in occasione del concerto di Mahmood il 28 settembre 2019, quindi anche a distanza di diverso tempo, il palco veniva sistemato proprio sopra la zona museale, come si evince dai rilievi fotografici effettuati dalla p.g. operante, ciò al fine di evitare un considerevole assembramento di persone in una zona considerata “a rischio”».
Il gip ha nominato custode di Piazza Bilotti il responsabile pro tempore della Polizia Municipale del Comune di Cosenza. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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