di Roberto De Santo
CATANZARO L’obiettivo dichiarato è quello del rilancio del sistema produttivo regionale duramente colpito dall’emergenza Covid-19 che ha travolto come un fiume in piena l’intero tessuto economico calabrese. Con contraccolpi pesantissimi anche sulla tenuta delle imprese e delle famiglie. Una terapia d’urto forte che possa generare effetti immediati e far riprendere rapidamente la macchina produttiva delle migliaia di imprese prima fermata dal lockdown della prima fase della pandemia e poi “rallentata” – se non addirittura azzerata – dagli effetti di quel blocco che ha tagliato le gambe degli imprenditori impedendone la ripartenza della fase 2.
Le proposte di Unindustria finite sul tavolo della governatrice Jole Santelli – nel corso del primo vertice della task force economica e sociale regionale per contrastare gli effetti della pandemia in Calabria – sono dirette e non lasciano margine di dubbio. Racchiuse in un documento sintetico ma decisamente denso, gli imprenditori hanno messo nero su bianco alcune linee su cui basare la politica economica della regione. Fin da subito.
Utilizzando anche e soprattutto quei 500 milioni di euro di cui la governatrice si è detta convinta di poter recuperare «lavorando sodo per la riprogrammazione dei fondi comunitari». Iniziative quelle lanciate dagli industriali che dovrebbero affiancarsi a quelle programmate dal Governo per l’emergenza Covid – con i vari Dpcm specifici – e a quelle già messe in campo dalla Regione con il “Riparti Calabria”. Misure proposte e di cui si è fatto portavoce il presidente di Confindustria Catanzaro, Aldo Ferrara – in vece del leader di Unindustria Calabria Natale Mazzuca assente per un vertice nazionale a Roma – durante la riunione con la governatrice Jole Santelli e gli assessori Fausto Orsomarso e Nino Spirlì, finalizzate a «consolidare e rafforzare le aree strategiche regionali».
LE MISURE Secondo il report di Unindustria Calabria, sul tavolo dei vertici regionali le misure da mettere in campo da parte dei decisori regionali «garantendo una gestione dei processi decisionali centralizzata, rapida ed efficace» dovranno avere una «ricaduta intersettoriale» ma al contempo dovranno «puntare su alcuni driver essenziali in una visione strategica di lungo periodo». Si fa riferimento in primo luogo alla life sciences e ai nuovi paradigmi dell’economia circolare e dell’economia digitale.
Le iniziative elencate dagli industriali per «non continuare ad essere gli ultimi della classe» ed evitare di «cadere nella spirale dei provvedimenti per tamponare l’emergenza senza individuare i settori e le filiere su cui concentrare le risorse per i prossimi anni» procedono su quattro direttive parallele: misure intersettoriali, in campo di “economia circolare”, in favore del settore life sciences ed infine di “economia digitale”.
AIUTI PER RIPARTIRE CON FINCALABRA Per gli industriali calabresi occorrerà mettere in piedi misure “intersettoriali” cioè azioni utili a far ripartire diversi comparti produttivi ma strategici colpiti dagli effetti del Coronavirus. Di cui una misura fondamentale per tutti comparti e destinata a restituire liquidità alle imprese. Si tratta di rafforzare l’intervento del fondo di “Garanzia per Pmi-Sezione speciale Calabria” con un incremento della dotazione di almeno 50 milioni di euro, l’innalzamento dell’ammontare degli investimenti ammissibili e la revisione delle classi di merito creditizio. Secondo gli industriali calabresi sarebbe necessario elevarne la copertura in garanzia per le imprese che operano in Calabria dall’attuale 80% al 100%. Tale operazione potrebbe essere resa possibile dall’aumento del tetto della sola quota di garanzia regionale (60% regione, 40% Fondo nazionale).
Su questo, in particolare, il presidente di Confindustria Catanzaro Ferrara – sempre a nome di tutto il sistema confindustriale calabrese – ha chiesto a gran voce una misura ad hoc da concordare con la Regione e da far gestire direttamente da Fincalabra, società in house della Regione.
Si tratta di costituire un fondo rotativo – utilizzando parte dei 500 milioni da recuperare dalla riprogrammazione dei Fondi Ue – per aiutare le imprese calabresi ad ottenere prestiti garantiti appunto dalla Finanziaria regionale a particolari condizioni: rimborso a 10 anni, tasso vicino allo zero, senza vincoli. L’istruttoria da parte di Fincalabra garantirebbe, secondo gli industriali, un iter semplificato e dunque maggiormente rapido. Secondo questo schema, per attivare questa misura, certamente, servirà un’intesa con un pool di banche piuttosto che Mediocredito centrale. La forma tecnica potrebbe essere messa a punto in uno specifico confronto tra banche, imprese e Fincalabra.
TURISMO, PRODUZIONE TIPICA, INTERNAZIONALIZZAZIONE E START UP Tra le iniziative richieste da Unindustria poi ci sono misure ad hoc per aiutare determinati segmenti produttivi particolarmente colpiti. Ad esempio sulla filiera del turismo e delle produzioni tipiche gli industriali hanno chiesto il finanziamento di programmi di comunicazione, il sostegno all’e-commerce, la riduzione dei costi di trasporto ferroviario e aereo per chi sceglie di fare le vacanze in Calabria.
Ma poi ci sono incentivi per rafforzare la competitività allargando il mercato estero, uno dei “talloni d’Achille” del sistema produttivo calabrese. Si tratta di sostenere i processi d’internazionalizzazione delle Pmi e l’apertura di uno sportello per i capitali stranieri interessati ad investire nelle eccellenze regionali, veri e reiterati round di presentazione sui maggiori mercati.
Così come il sostegno di un programma per la creazione e il rafforzamento di start-up negli ambiti del turismo, biomedicale, economia circolare, digitale e la riqualificazione delle competenze dei disoccupati o per coloro che sono a rischio di disoccupazione a causa di Covid-19.
ECONOMIA CIRCOLARE, LIFE SCIENCE E DIGITALE Nel paper degli industriali calabresi presentato alla Regione divengono fondamentali anche gli interventi finalizzati allo sviluppo di innovazioni di prodotto e processo nella cosiddetta “economia circolare”. Si tratta di azioni tese a riconvertire la produzione verso canoni di ecosostenibilità. Questo sempre nell’ottica di incrementare la competitività del sistema produttivo calabrese.
Ma gli industriali individuano anche la necessità di misure dedicate al segmento che più di altri è divenuto strategico in questo periodo di pandemia: il life science. Cioè quel comparto economico che abbraccia sia la produzione e lo sviluppo di nuovi dispositivi medici ma anche l’offerta di servizi e assistenza sanitaria.
E poi ci sono le misure da attivare per incrementare il processo di digitalizzazione della Calabria. In questo segmento, Unindustria individua un pacchetto di azioni teso alla costituzione di un sistema di incentivi automatici finalizzati all’acquisto di servizi per la digitalizzazione dei processi, l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale, anche in ottica Industria 4.0.
E l’avvio di un sistema integrato di incentivi per il finanziamento di progetti di sviluppo innovativo finalizzati allo sviluppo di prodotti, prototipi e soluzioni innovative, superando il finanziamento a pioggia della ricerca, concentrandola nel premio a chi ottiene migliori risultati e maggior trasferimento tecnologico e al sostegno automatico ad investimenti nelle infrastrutture e tecnologie ICT (anche per favorire lo smart working), nel cloud computing e nei big data con contributi da modulare in funzione degli addetti, del fatturato e del settore di riferimento.
Ed ancora, sempre nello stesso campo, nel paper è rilanciata la richiesta di sostegno di programmi di rafforzamento delle competenze digitali dei lavoratori delle imprese regionali ed infine avviare un programma di digitalizzazione che interessi i settori della sanità, trasporti, ambiente e istruzione e formazione della pubblica amministrazione regionale attraverso l’utilizzo degli appalti pre-commerciali e dei living lab.
Tutte misure che, stando al documento ora al vaglio dei vertici regionali, dovranno essere avviate contestualmente per rilanciare l’economia calabrese ed evitare che si ingeneri una recessione i cui effetti potrebbero divenire devastanti data la situazione strutturale di debolezza del tessuto economico, istituzionale e sociale della Calabria. (r.desanto@corrierecal.it)
x
x