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Favori e assunzioni all'Avr, l'inchiesta inguaia il centrosinistra di Reggio Calabria
Coinvolti vicesindaco e assessore della giunta Falcomatà assieme al capogruppo pd e a due consiglieri di maggioranza. Si complicano i piani politici in vista delle Comunali
Pubblicato il: 09/06/2020 – 16:20
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di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Alcuni consiglieri comunali e metropolitani chiedevano più o meno “insistentemente” favori e assunzioni all’Avr. E’ questo il quadro che emerge dalle indagini dell’operazione Helios, che stamani ha visto i Carabinieri di Reggio Calabria notificare l’avviso di conclusione indagini a 13 persone, otto delle quali amministratori pubblici locali.
Tra gli indagati vi sono alcuni pezzi da novanta dell’amministrazione comunale del sindaco Giuseppe Falcomatà, estraneo alle indagini: il vicesindaco Armando Neri, l’assessore comunale Giovanni Muraca, il capogruppo Pd Antonino Castorina, il consigliere comunale Pd Rocco Albanese, il consigliere comunale Filippo Quartuccio. Un numero sufficiente per allestire una squadra di calcio a 5. Se la responsabilità penale è strettamente personale, infatti, quella politica può anche estendersi al cerchio magico degli amici del calcetto. E invece finora il sindaco, sempre molto attento in questi anni a cavalcare il filone mediatico dei rifiuti, con tanto di gogna pubblica a favore di telecamere per i “lordazzi” ripresi mentre gettavano la spazzatura per strada, ha scelto per ora il silenzio.
Gli unici a commentare, in una nota congiunta, sono i diretti interessati: «Piena fiducia nell’operato della magistratura e della squadra Stato. Circa le notizie relative agli avvisi di conclusione dell’indagine Helios, è utile affermare che le nostre posizioni non hanno nulla a che fare con reati di associazione mafiosa, ma con altre ipotesi di reato per le quali ci teniamo, comunque, a ribadire la nostra assoluta estraneità. Naturalmente aspettiamo di conoscere gli atti di indagine. Siamo assolutamente tranquilli e continueremo a lavorare con serenità e a testa alta, combattendo quotidianamente la nostra battaglia per il bene di Reggio e di tutti i reggini». Così in una nota i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria Rocco Albanese, Antonino Castorina, Giovanni Muraca, Armando Neri e Filippo Quartuccio.
Effettivamente le accuse nei confronti dei cinque amministratori comunali, così come degli altri politici e amministratori pubblici coinvolti, non riguardano reati di mafia, ma sono pur sempre cinque esponenti della maggioranza della Svolta che vengono coinvolti in una indagine su favori e assunzioni nella ditta che gestisce l’appalto della Gaga e i rifiuti: a seconda di come lo si guarda il mastello può essere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Induzione indebita a dare o promettere utilità è l’accusa per il vice sindaco di Reggio Calabria, Armando Neri, che avrebbe esercitato pressioni per il rinnovo di un contratto a un lavoratore di Avr. Con l’accusa di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità sono indagati anche, per fatti distinti, il consigliere metropolitano Antonino Castorina (attuale capogruppo Pd in consiglio comunale) e l’assessore comunale all’ambiente Giovanni Muraca. Ci sono infine le pressioni per un incarico migliore a favore dei congiunti, come nel caso dei consiglieri comunali Filippo Quartuccio (Democratici per Reggio Calabria) e Rocco Albanese (Pd), il primo accusato di tentata concussione per aver chiesto un incarico di maggior prestigio per il proprio padre, già dipendente Avr, il secondo accusato di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità per avere chiesto un incarico di maggiore prestigio per il figlio, anch’egli già dipendente Avr.
A sostenere che al comune vigeva un sistema “ben collaudato” nei rapporti con Avr è il capogruppo Pd Castorina, che nella qualità di consigliere metropolitano avrebbe chiesto alla dirigente Domenica Catalfamo secondo quanto raccontato dalla stessa dirigente (l’attuale assessore regionale) l’assunzione in Avr di persone da lui “sponsorizzate” non volendo recitare il ruolo da “unico fesso” nel non approfittare di una prassi consolidata. In caso contrario, avrebbe minacciato di esercitare i poteri a lui spettanti, controllando puntigliosamente ogni singolo atto di Avr.
Di fronte alla richiesta di un «maggiore coinvolgimento delle persone della politica – bene inteso avverte il giovane avvocato – nei limiti della legalità», la dirigente obietta «Eh ma io in questo non posso entrare. Cioè io non gli potrò mai dire – senti interfacciato con la politica perché è giusto fare così – perché perdo io mio…», ma Castorina ritiene il modus operandi legittimo: «No, al comune lo fanno» e anche perché «No ma io chiedo cose legittime e soprattutto legali».
Anzi, non solo prassi, ma secondo Castorina ci sono pure i precedenti a suo dire che riguardano altri due ex consiglieri regionali (estranei all’indagine): «Però visto che soggetti … consiglieri regionali per esempio … oppure… nello specifico … gente come Mimmo Battaglia, come Seby Romeo hanno coinvolto persone là dentro, e noi …». «Quindi visto che lui giustamente. legittimamente … e attenzione e ha fatto bene, e ha fatto bene… ha coinvolto persone. Io che sono il fissa (fesso ndr)?».
Al comune, invece, ribadisce Castorina, è tutta un’altra sinfonia: «No infatti non ti sto … però ti dico che non è normale questa cosa. Anche perché al Comune si sono comportati bene ti dico la verità. Cioè dobbiamo essere sinceri».
Al di là del merito delle accuse, la Giustizia farà il proprio corso coi tempi propri della Giustizia, la vicenda rischia di danneggiare irreparabilmente la campagna elettorale che vedeva già Falcomatà in corsa per la rielezione. Adesso rischia di scivolare politicamente su una buccia di banana, uno dei tanti rifiuti gettati in terra per mancanza di cassonetti e di una classe politica capace di fare pienamente pulizia. (redazione@corrierecal.it)
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