Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
«Finalmente si parla di un welfare di inclusione»
di Simona Loizzo*
Pubblicato il: 09/06/2020 – 13:19
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

In “Iniziative per il rilancio Italia 2020 2022” meglio noto come “Decreto Colao” per la prima volta viene affrontato in modo differente il tema della Disabilità.
Un paese come il nostro dove l’ultima incompiuta riforma del welfare risale alla 328 del 2000 affronta, in un progetto di rilancio e in maniera determinante, il tema della disabilità strappandolo ad approcci protettivi e caritatevoli per farlo divenire centro di sviluppo di una società equa e sostenibile.
La condizione di disabilità è un prodotto sociale che ha creato barriere, ostacoli e discriminazioni a tante persone ritenute diverse, spesso invisibili e dimenticate, e uscire dalla pandemia significa non lasciare indietro nessuno e dare a quel mondo di umanità, opportunità improntate al godimento dei diritti alla salute, alla educazione, al lavoro, alla mobilità, al turismo, al tempo libero, al sostegno alla partecipazione.
Finalmente si parla di un welfare di inclusione, addirittura di un welfare di prossimità inteso come la definizione di luoghi fisici o virtuali di incontro e orientamento per la fruizione di servizi nelle città metropolitane e rivolto a fronteggiare e curare quelle fragilità soltanto emerse nella popolazione con la pandemia ma da sempre esistenti nel paese.
L’ennesima partita persa? L’ultimo sforzo di un paese in cui il sociale è stato per anni sostenuto più che da aiuti concreti dello Stato dalla benevolenza e dalla caparbietà del terzo settore?
Qualunque sia la risposta, dobbiamo crederci come al miraggio dell’acqua per l’uomo perso nel deserto…
Come si potrebbe non avere il miraggio di una progettazione universale, della realizzazione di ambienti, servizi utilizzabili da tutte le persone? Come si potrebbe ignorare che per il viandante perso nel deserto, l’acqua è l’accomodamento ragionevole ovvero il tentativo necessario e inderogabile per il nostro paese di agevolare una parte di popolazione intesa non come categoria sociale ma come possibilità della condizione umana riconoscendone l’uguaglianza personale?
E in ultimo chi non potrebbe credere o meglio visto le logiche partitiche del paese, chi potrebbe ostacolare un disegno di equità, uguaglianza, di opportunità e cittadinanza piena.
*Dirigente responsabile UOSD di Odontoiatria Sociale
Argomenti
Categorie collegate
Ultime dal Corriere della Calabria
Edizioni provinciali