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Lamezia, i doni della famiglia Greco per "Le Agricole" dopo l'ennesimo furto

Gli imprenditori aiutano la cooperativa con un trattore e una falciatrice dall’alto valore simbolico. «È appartenuta a nostro padre, vittima della mafia». Don Panizza: «È importante che in certe situ…

Pubblicato il: 18/06/2020 – 13:16
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Lamezia, i doni della famiglia Greco per "Le Agricole" dopo l'ennesimo furto
LAMEZIA TERME Nella notte di domenica 22 febbraio a Lamezia Terme la Cooperativa “Le Agricole”, appartenente al network solidale della Comunità Progetto Sud, subiva l’ennesimo furto, porte dei depositi scassinate e macchine agricole prelevate con il favore del buio. I malviventi portano via un trattore e una falciatrice, i mezzi più pesanti e costosi, insieme ad altre attrezzature per lavorare la terra e a qualche sacco di concime; il gesto criminale è l’ennesimo di una lunga e triste serie di furti e danneggiamenti. A raccontare e denunciare l’episodio don Giacomo Panizza, prete lombardo trapiantato in Calabria e che da decenni scrive pagine coraggiose di solidarietà e lotta alla ‘ndrangheta; una denuncia, quella del fondatore e anima della Comunità Progetto Sud, che trova ascolto in chi della criminalità organizzata è stato vittima. Ed è cosi che, dopo i mesi di lockdown, stamane a Lamezia sono giunte due macchine agricole: una nuova, l’altra non nuova ma dal valore significativamente superiore. È una macchina tagliaerba che apparteneva a Tommaso Greco, ucciso nel 2001 in un agguato tra Camigliatello e San Giovanni in Fiore, i cui figli sono oggi protagonisti di un gruppo economico e imprenditoriale tra i più dinamici in Calabria, attivo nei settori sanitario, agricolo, della ricettività e ristorazione. «Mio papà è caduto sotto i colpi della mafia, non si è voluto piegare – dice Giancarlo Greco – e tutta la nostra famiglia non si piegherà mai. Il gesto di stamane è un segnale di vicinanza a quelle persone che hanno dato la vita per il prossimo, non ci sentiamo eroi – aggiunge Greco – siamo persone normali che hanno avuto la possibilità di dare un segnale e lo abbiamo fatto». Don Giacomo Panizza, protagonista di una miriade di iniziative con le quali a Lamezia vengono costruiti percorsi di impegno, di riscatto, di reinserimento sociale, sottolinea invece il valore e la responsabilità sociale dell’impresa: «Quando accanto al voler lavorare – dice Panizza – c’è il voler lavorare bene e c’è una coscienza umana, sociale e politica questa è la chiave per uscire anche da questo difficile periodo. Non ne usciremo aggiustando soltanto i pezzi rotti o tornando come prima, è importante lavorare e vendere ma è anche importante che in certe situazioni si dica “Io qui faccio un dono”».
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