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“Malapianta-Infectio”, enti pubblici e privati per la costituzione di parte civile. Ma vi sono grandi assenti

Ha preso piede nell’aula bunker di Rebibbia l’udienza preliminare contro le cosche di Cutro. Ad affiancare l’accusa si schierano la Regione Calabria, il Comune di Perugia, il Comune di Cutro, Banca…

Pubblicato il: 03/07/2020 – 21:17
“Malapianta-Infectio”, enti pubblici e privati per la costituzione di parte civile. Ma vi sono grandi assenti

di Alessia Truzzolillo
ROMA
Ha preso piede questa mattina nell’aula bunker del carcere di Rebibbia l’udienza preliminare dei due procedimenti riuniti “Malapianta” – nato da un’inchiesta dell’antimafia di Catanzaro contro la consorteria “Mannolo-Trapasso-Zoffreo-Falcone”, operante nel territorio tra Steccato di Cutro e Cropani con ramificazioni operative non solo in Calabria ma anche in Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e all’estero – e “Infectio” incentrata sulle proiezioni delle ‘ndrine di San Leonardo di Cutro in Umbria. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, minacce, violenza privata, traffico di stupefacenti. Vista la carenza in Calabria di strutture adeguate a contenere i 95 imputati e relativi legali, magistrati, gup e cancellieri, l’unica soluzione è stata quella di trasferire la fase preliminare del processo nella Capitale.
RICHIESTA PARTI CIVILI ED ECCEZIONI Nel corso dell’udienza di venerdì hanno chiesto di costituirsi parte civile la Regione Calabria, il Comune di Perugia, il Comune di Cutro, Banca Unicredit, Alberghi del Mediterraneo srl – società che gestisce il villaggio turistico Porto Kaleo – e l’imprenditore proprietario del villaggio stesso (vessato per anni dalla cosca Mannolo), testimone di giustizia cardine in questa indagine, Giovanni Notarianni, assistito, come anche la società, dall’avvocato Michele Gigliotti. Non è passata inosservata, al contrario, l’assenza della società Bluserena spa, gestore del villaggio Serené che si trova in steccato di Cutro e che è riconducibile ai fratelli Silvio e Fabio Maresca. Per anni sono stati vessati, risulta dagli atti dell’indagine “Malapianta”, e costretti a pagare 50mila euro di tangente all’anno, una rata ogni sei mesi, in contanti, oltre a dovere assumere il personale imposto dalla cosca e doveva subire anche l’imposizione del caffè da comprare solo dal sodalizio Mannolo. La maggior parte dei legali ha anticipato la richiesta di ricorrere al rito abbreviato o all’abbreviato condizionato.
Nel corso dell’udienza sono state sollevate eccezioni da parte delle difese. Tra queste quella dell’avvocato di Mario Cicerone, Giosuè Bruno Naso, il quale ha sollevato eccezione di competenza territoriale visto che taluni episodi contestati si sono svolti a Perugia e non in Calabria. A questa eccezione si sono accodati diversi legali.
Le eccezioni, la scelta dei riti e l’ammissione delle parti civili dovrebbero essere definite dal gup di Catanzaro Gabriella Logozzo nel corso delle udienze di lunedì e martedì prossimo.
La pubblica accusa in aula è stata rappresentata dai pm della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio, Antonio De Bernardo e Andrea Buzzelli.
GLI IMPUTATI Nei prossimi giorni verranno, dunque, definite le posizioni di Giuseppe Affatato, Sherif Arapi, Giuseppe Bassetti, Antonio Barbaro, Domenico Basile, Alberto Benincasa, Giuseppe Benincasa, Antonio Bevilacqua, Antonella Bevilacqua, Domenico Bevilacqua, Leonardo Bevilacqua, Ilirjan Cali, Alessandro Caputo, Assunta Cardillo, Giacinto Castagnino, Antonio Caterisano, Mario Cicerone, Concetta Cirillo, Fabrizio Conti, Antonio Costantino, Giuseppe Costantino, Salvatore Crugliano, Mario Cutrì, Valentina Danieli, Mario De Bonis, Antonio De Franco, Cinzia Del Latte, Bassirou Diakhate, Ciro Di Macco, Salvatore Diano, Francesco Falcone, Mario Falcone, Sandro Forin, Roberto Fusari, Florin Dimitru Gafitescu, Ambra Germini, Pasquale Gentile, Piero Giacchetta, Luigi Giappichini, Antonio Iannone, Caterina Iannone, Rosina Levato, Francesco Lobello, Lamberto Lombardi, Luca Mancuso Trabucco, Armando Manetta, Cosimo Manetta, Nicola Manetta, Alfonso Mannolo, Dante mannolo, classe ’68, Dante Mannolo, classe ’79, Giuseppe Mannolo, Fabio Mannolo, Lucia Mannolo, Pasquale Mannolo, Mario Mannolo, Remo Mannolo, Vincenzo Antonio Mazzeo, Paolo Menicucci, Antonio Mercuri, Antonio Mercurio, Giuseppe Montenero, Valter Nardoni, Antonella Passalacqua, Elio Passalacqua, Francesco Passalacqua, Leonardo Passalacqua, Sauro Passeri, Luigi Pignanelli, Alessandro Perini, Nicola Perri, Antonio Procopio, Francesco Procopio, Gregorio Procopio, Annunziato Profiti, Pasquale Nicola Profiti, Pinica Radu, Ramona Miruna Radu, Luigi Raso, Emiliano Regni, Francesco Ribecco, Domenico Ribecco, Natale Ribecco, Giovanni Rizzuti, Pietro Russo, Jerzy Aleksander Sabieraj, Pietro Scerbo, Pietruccia Scerbo, Roberto Taverna, Renzo Tribuzi, Francesco Valentini, Olindo Verrico, Giuseppe Vittimberga Ferraro, Fiore Zoffreo, Leonardo Zoffreo. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Vincenzo Cicino, Gregorio Viscomi, Pietro Pitari, Luigi Falcone, Lucio Canzoniere, Paolo Carnuccio, Mario Nigro, Mario Prato, Giuseppe Fonte, Maria Claudia Conidi, Pietro Funaro, Giovanni Scarpino, Francesco Calabrò, Domenico Russo, Salvatore Iannone, Daniele Pinto, Francesco Gambardella, Giuseppe Bagnato. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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