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Dai bandi ferragostani al Ponte, dagli sbarchi dei migranti al "buco" nella sanità: un Consiglio “di tutto di più”

Conclusa la seduta con l’ok a una lunga serie di mozioni e ordini del giorno. Approvata una legge che dall’1 al 31 agosto, solo per quest’anno e solo per l’emergenza Covid, prevede la non sospensio…

Pubblicato il: 14/07/2020 – 23:07
Dai bandi ferragostani al Ponte, dagli sbarchi dei migranti al "buco" nella sanità: un Consiglio “di tutto di più”

REGGIO CALABRIA Estenuante, pletorico, in genere inconcludente, “contenitore” di tutto di più. Dopo una seduta lunga cinque ore, iniziata con quattro ore e mezza di ritardo e senza la governatrice Jole Santelli, il Consiglio regionale chiude i battenti completando l’ordine del giorno e anche più, perché comunque la pratica del “fuori sacco” è ormai una costante a Palazzo Campanella. “Squilli” memorabili non ce ne sono, sul piano politico spicca soprattutto un serrato botta e risposta tra il presidente Tallini e il capogruppo democrat Bevacqua mentre sul piano legislativo spicca l’approvazione di una proposta di legge, presentata dai banchi della maggioranza, che di fatto prevede, solo per il 2020 e solo per i bandi legati all’emergenza Covid, che dall’1 al 31 agosto non siano sospesi i termini di presentazione di domande di finanziamenti legati a bandi pubblici.
BANDI OK AD AGOSTO A presentare questa proposta di legge, che in pratica sospende l’efficacia di una norma prevista da una legge regionale del 2009, è stato il consigliere regionale del gruppo “Jole Santelli Presidente” Pierluigi Caputo, motivandola con la necessità di evitare ulteriori ricadute negative del lockdown sul tessuto economico della Calabria. È una proposta presentato “fuori sacco” e anche per questo insospettisce i consiglieri regionali di opposizione più esperti come Nicola Irto e Carletto Guccione del Pd, che “sotto sotto” fanno balenare il sospetto di un “colpo di mano” della maggioranza. «Attenti ai bandi ferragostani al buio», ammonisce Irto che propone a sua volta un emendamento che “calibri” meglio il provvedimento, circoscrivendolo esplicitamente solo ai bandi legati all’emergenza Covid: alla fine il testo passerà in questa versione emendata.
SANITÀ E RIFIUTI Al rientro nell’alveo dell’ordine del giorno, il dibattito si snoda sull’informativa resa dall’assessore regionale al Bilancio, Franco Talarico, sulla anticipazione di liquidità che la Giunta regionale voleva attivare attraverso un mutuo trentennale con la Cassa Depositi e Prestiti da 100 milioni con cui ripianare i debiti delle aziende sanitarie, mutuo che alla fine l’esecutivo Santelli ha deciso di non chiedere avendo riscontrato condizioni ritenute “capestro” e decidendo di puntare sui 200 milioni di premialità dal Tavolo Adduce che dovrebbero arrivare in autunno. Talarico qualcosa la dice, nel suo intervento: a esempio, contesta «una gestione spesso allegra delle aziende» e rivela che «il disavanzo al momento è sui 200 milioni». L’informativa apre una discussione non prevista sul settore: Tallini afferma che «il commissariamento della sanità rappresentta un freno a ogni iniziativa finalizzata a fare uscire la Calabria dall’emergenza sanitaria», Bevacqua denuncia «il fallimento del Decreto 35 e la gestione disastrosa dei manager che arrivano dal Nord», chiedendo alla Santelli di «aprire una vertenza e un confronto con il governo nazionale», mentre Esposito ricorda che «l’80% dei manager di oggi li ha nominati il ministro Speranza». Il dibattito che era invece previsto, quello sull’emergenza rifiuti, viene (opportunamente) rinviato, alla luce della richiesta del Pd di riprogrammarlo in una seduta ad hoc, visto che l’aula si era ormai parecchio sbrindellata: da segnalare le scuse che il consigliere di “IriC” Anastasi ha rivolto in tal senso all’assessore De Caprio “Capitano Ultimo”, la cui presenza nella sostanza è stata colpevolmente svuotata di senso dall’andazzo generale.
SCONTRO SULLE COMMISSIONI A smuovere le acque è comunque  il tema delle commissioni consiliari, che ancora ripropone lo scontro tra maggioranza e opposizione. Lo solleva, incidentalmente nel corso della discussione di una pratica, il presidente Tallini, che apostrofa il centrosinistra ricordando «l’impegno preso in Conferenza dei capigruppo di indicare i nomi dei componenti delle commissioni, impegno ancora non onorato». Replica Bevacqua: «Ribadiamo di non aver dato i nomi per la vostra arroganza, perché non avete riconosciuto alla minoranza una commissione come in genere avviene per prassi, per noi resta in piedi un grave problema politico».
OK A MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO Chiuso questo round, si torna all’ordine del giorno, con l’approvazione dei bilanci di alcuni enti di sottogoverno e con il via libera all’iter per allestire il partenariato per la prossimo ciclo di programmazione comunitaria, mentre per un problema tecnico viene rinviato l’ordine del giorno sulla rimodulazione del Pac, con il dem Bevacqua che attacca di nuovo la maggioranza. Maggioranza che inoltre approva una mozione in favore della realizzazione del Ponte sullo Stretto, non votata dal centrosinistra perchè – spiega Bevacqua – «il Ponte non ha senso senza una visione di insieme, ora sarebbe solo un deserto nel deserto, anche se non nascondo che nel mio partito ci sono posizioni diversificate». Approvato anche, sempre a maggioranza, un ordine del giorno, presentato dalla capogruppo della Lega Tilde Minasi, che in buona sostanza, sulla scorta dei fatti di Amantea, chiede alla presidente Santelli e alla Giunta di predisporre il necessario per evitare sbarchi di migranti che possano innescare nuovi focolai e danneggiare il turismo, fermo restando – è la specificazione del centrodestra – il rispetto della dignità umana: ancora Bevacqua eccepisce sostenendo che l’ordine del giorno è ormai superato vista l’evoluzione della vicenda di Amantea, la Minasi rilancia spiegando che resta attuale «perché non sarà l’ultimo sbarco». Approvate invece all’unanimità una mozione della maggioranza sulla candidatura di Tropea a Capitale italiana della Cultura 2022 e una mozione di Anastasi sulla problematica, drammatica, dei circa 200mila insegnanti calabresi da settembre di nuovo costretti a emigrare fuori regione. (ant. cant.)

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