RIACE I tempi di Mimmo Lucano e dell’accoglienza sono lontani. A Riace lo scarto si sente ancora più forte. E si traduce in un comunicato stamp firmato dal sindaco Antonio Trifoli che è un netto “no” al progetto di un centro Covid per migranti nel piccolo comune della Locride.
Trifoli riferisce di «una comunicazione pervenutaci dall’Asp di Reggio Calabria in data 25 giugno con la quale è stata fatta richiesta di “documentazione per rilascio parere igienico-sanitario di alloggi destinati ad eventuale quarantena di pazienti Covid-19”». La Prefettura indica, spiega il sindaco, «nel comune di Riace l’edificio dell’ex Hotel Stella Marina da destinare, riportiamo testualmente, a “quarantena di migranti” quale “struttura individuata per 45 posti da adibire a Covid 19”. Tutto ciò accade nel momento in cui il Governo, dopo un lockdown di tre mesi, sta valutando ancora oggi di estendere lo stato di emergenza fino al 31 dicembre».
Per il primo cittadino, «la comunità di Riace, che durante i mesi di chiusura ha mantenuto un comportamento esemplare, non può rischiare di vedere vanificati tutti i propri sacrifici a causa di una decisione che non ha coinvolto né l’amministrazione comunale né tantomeno i cittadini riacesi. Ci tengo a sottolineare che il nostro Comune non solo non è stato interessato da alcun caso di contagio da Covid-19 ma che allo stesso tempo non è pronto ad affrontare una emergenza sanitaria essendo tra l’altro sprovvisto, come tutti i comuni limitrofi, di una qualsivoglia struttura sanitaria adatta e preparata ad affrontare una possibile crisi da contagi».
Dopo il caso dello sbarco a Roccella Jonica e le polemiche per il trasferimento dei migranti contagiati ad Amantea (da dove sono stati trasferiti martedì sera alla volta dell’ospedale militare del Celio a Roma), Trifoli racconta che la sua amministrazione «si è immediatamente mossa scrivendo alla Prefettura già il 6 luglio manifestando tutta la propria contrarietà rispetto i provvedimenti presi, ovvero destinare l’ex Hotel Stella Marina a edificio per la quarantena di migranti positivi o presunti positivi al covid19. Nei prossimi giorni – conclude – provvederemo anche ad indire un’assemblea pubblica al fine di informare i cittadini sugli ulteriori sviluppi della vicenda sollecitando fin da ora le istituzioni preposte a fornirci quelle risposte che ad oggi mancano del tutto».
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