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Amministrative San Giovanni in Fiore, Lopez: «Ci volevano calare una candidatura dall’alto»

Il candidato sindaco, sostenuto dalla Lega e da altre formazioni, nel corso della conferenza stampa di presentazione della lista “Prima San Giovanni in Fiore”, attacca gli “alleati” di centrodestra…

Pubblicato il: 29/08/2020 – 9:20
Amministrative San Giovanni in Fiore, Lopez: «Ci volevano calare una candidatura dall’alto»

di Ugo Floro
SAN GIOVANNI IN FIORE «Ci volevano appioppare una candidatura dall’alto, ma abbiamo risposto picche, perché la politica non può ridursi ad un invito a sostenere Tizio, peraltro fatto a mezzo whatsapp o, nel migliore dei casi, con una telefonata di questo o quell’ onorevole. Suvvia, non funziona così, non scherziamo, la politica è una cosa serissima». Nelle parole di Antonio Lopez, candidato a sindaco di San Giovanni in Fiore sostenuto dalla Lega e, tra gli altri, da esponenti con un passato radicato nella destra sociale del luogo, si coglie l’essenza di quello che potremmo definire il nuovo sovranismo silano, declinato ieri nella conferenza stampa di presentazione del progetto “Prima San Giovanni in Fiore”.
La corsa in solitaria della Lega nella capitale dell’ Altopiano si presenta anche come un tentativo chiaro di arginare dal basso il “santellismo”, quella scorciatoia politica che, per dirla con le parole (dure) di Bernardo Spadafora, membro della segreteria regionale leghista e uomo forte del carroccio sangiovannese, «ha umiliato fino ad annullarlo ogni confronto tra le forze di centro-destra per poter paracadutare comodamente candidature dall’alto», esplicito riferimento a Rosaria Succurro, «espressione di una parte della coalizione».
E ci tengono a sottolinearlo i leghisti, ma anche i fratellisti dissidenti, che la scelta della Succurro «non è il frutto di una condivisione, bensì una imposizione bella e buona e, come tale, per noi era e resta inaccettabile».
Tuttavia, per quanto diffuso e suffragato da più di un analista, il dubbio che la frammentazione nell’area moderata potrebbe, alla fine, favorire proprio la più volte assessora delle giunte Occhiuto non sfiora affatto i sovranisti silani.
Loro badano al sodo di una azione, la dissociazione dalla Succurro, di cui vanno orgogliosi.
Innanzitutto perché benedetta dai piani alti della Lega, e poi perché può insegnare a quelle frange di centrodestra sonnacchiose e timorate da Jole «che la politica è dignita, confronto, aderenza al tessuto sociale, armonia tra forze, non esaltazione del salotto come unico criterio di scelta di chi vuole assumersi responsabilità amministrative importanti, specie in un comune come quello di San Giovanni in Fiore, bisognoso di riscatto perché reduce da anni di gestione mediocre».
E ancora, «fossimo stati fulgidi interpreti del carrierismo senza storia personale, potevamo trovare accomodamenti e compromessi al ribasso come hanno fatto altri, ma poi sarebbe stato difficile guardare negli occhi i nostri concittadin»i.
Duri e pacati, Lopez, Spadafora, Perri, Foglia, ma anche la new entry tecnica Levato e l’ideologo Iaquinta, fanno intendere che la loro campagna elettorale non sarà di mera testimonianza, ma servirà a lanciare anche un segnale di respiro regionale all’indirizzo dei leader di centro-destra, «nella speranza di svegliarli dall’ipnosi santelliana». (redazione@corrierecal.it)

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