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È positiva al Covid. Minacce sui muri di casa a Cosenza

Una ragazza rientrata da un viaggio in Sardegna si è trovata scritte minacciose: «Avere il virus non è una colpa. Dovremmo ricevere messaggi di incoraggiamento non minacce»

Pubblicato il: 02/09/2020 – 15:42
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È positiva al Covid. Minacce sui muri di casa a Cosenza
COSENZA È risultata positiva al coronavirus dopo una vacanza in Sardegna con un’amica e dopo pochi giorni ha avuto le mura di una casa di sua proprietà imbrattate da scritte e minacce. È quanto accaduto a Chiara – il nome è di fantasia – una ventiquattrenne cosentina. Anche l’amica è risultata positiva. «Quello che rimane – dice all’Ansa – è l’amarezza per i messaggi cattivi che ho ricevuto. Un caso in particolare mi ha colpita: in una casa che è di mia proprietà, qualcuno ha imbrattato i muri con scritte e minacce». «È stato molto difficile all’inizio vivere questa situazione, soprattutto – racconta Chiara – quando ho ricevuto la telefonata ed ho saputo di essere positiva. Avevo paura, per me, per la mia famiglia e gli amici. Qualsiasi dolore che hai, un leggero mal di testa o un po’ di debolezza, lo riconduci al virus, e pensi che in poche ore possano comparire tutti i sintomi e la situazione peggiorare. Dopo i primi giorni però mi sono resa conto di stare bene». «Al rientro dalla Sardegna – tiene a dire la ragazza – non abbiamo partecipato a feste e serate. La mia amica ed io siamo state sottoposte ad un primo test che è risultato negativo e quindi eravamo tranquille, ma non è vero che siamo uscite per fare festa. Io stavo a Sangineto all’aperto e ho cercato di stare lontana dalle persone e dagli amici e questo è riscontrabile dal fatto che non ho contagiato nessuno. A chi ha avuto parole e gesti di cattiveria nei miei riguardi, vorrei dire che contrarre il virus potrebbe capitare a chiunque e si dovrebbe mostrare vicinanza, perché avere il Covid 19 non è una colpa. Si dovrebbe ricevere conforto e non scrivere sui muri minacce come se qualcuno volesse prenderlo. Questa estate purtroppo, dopo aver aperto i locali, i giovani si sono lasciati prendere dalla voglia di divertirsi e di viaggiare. Siamo ragazzi sì, ma dovremmo avere maggiore umanità e senso di responsabilità».
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