CATANZARO Un’audizione “fiume” segno di un’attenzione davvero particolare sul tema delle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella sanità calabrese. Per due ore e mezza la commissione straordinaria che guida l’Asp di Catanzaro, sciolta per inquinamento ‘ndranghetistico nel settembre 2019, si è sottoposta all’esame della Commissione parlamentare antimafia, nel primo ciclo di audizioni della seconda giornata di missione nella Prefettura del capoluogo calabrese.
LATELLA: ANCORA CRITICITÀ E OSTACOLI «È andata bene, abbiamo dato il quadro di tutto quello che stiamo portando avanti, ci sono state parecchie domande», ha commentato con i giornalisti, al termine dell’audizione, il prefetto Luisa Latella, membro della commissione straordinaria dell’Asp, accompagnata dal collega Salvatore Gullì. La Latella non ha nascosto le difficoltà di un’azione di risanamento chiamata a mettere ordine in un’Azienda sanitaria zeppa di “ombre”: «Ci sono ancora – ha proseguito il commissario dell’Asp di Catanzaro – tantissime criticità, le abbiamo più o meno espresse alla Commissione antimafia. Stiamo provando a portare avanti un lavoro che non è facile, anche perché spesso è un lavoro che non trova facilità di azione perché è spesso ostacolato. Non solo all’interno, anzi l’interno, per molti aspetto, devo dare atto che sta rispondendo bene e collabora». Quanto al futuro, la Latella si è limitata a ricordare che «noi restiamo fino a marzo, poi si vedrà».
IL PLAUSO DELLA NESCI Un plauso all’azione della commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro è arrivato dalla deputata del M5S, Dalila Nesci. «Sono soddisfatta dell’audizione in Commissione parlamentare Antimafia della triade commissariale dell’Asp di Catanzaro». «I commissari – ha proseguito la Nesci – stanno facendo un grande lavoro di ripristino della legalità, per migliorare la qualità dei servizi sul territorio. Il disavanzo ha cominciato a diminuire ed è stato finalmente interrotto il sistema truffaldino delle doppie fatturazioni che, per anni, ha drenato preziose risorse che invece dovevano essere destinate al diritto alla salute dei calabresi».
«La triade commissariale – ha evidenziato la Nesci – ha provveduto ad avviare numerosi procedimenti disciplinari e verifiche preventive sui casellari giudiziari dei dipendenti. I dirigenti che sono stati compiacenti con il sistema di illegittime proroghe ed affidamenti diretti ad aziende e fornitori collegati al clan Iannazzo-Cannizzaro-Daponte non devono più ricoprire ruoli apicali all’interno dell’Asp». «Sono emerse – ha concluso la deputata M5S – richieste legittime di assunzioni per coprire il turnover dell’Asp che segnalerò subito al Generale Cotticelli, affinché provveda». (a. cant.)
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