REGGIO CALABRIA Si è concluso con 36 condanne e 10 assoluzioni l’appello del processo Sansone per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. La sentenza è stata emessa dalla corte di Reggio Calabria, presieduta dalla giudice Olga Tarzia.
Trent’anni, la pena più pesante, per il boss Pasquale Bertuca (in primo grado era stato condannato a 20 anni). Nei suoi confronti la Corte d’Appello ha considerato la continuazione con precedenti condanne rimediate dal capocosca di Villa San Giovanni in altri processi. Giudicati colpevoli pure i suoi fratelli Vincenzo e Felicia Bertuca. Per il primo è stata decisa una pena di 18 anni di carcere, per la sorella 14 anni e 8 mesi. L’impianto accusatorio è stato confermato, ma con una condanna rivisitata, anche per il boss Domenico Condello detto “Micu u pacciu” (14 anni), Santo Buda (14 anni e 8 mesi), Alfio Liotta (16 anni), Vincenzo Sottilaro (16 anni), Andrea Carmelo Vazzana (16 anni) e Domenico Zito (14 anni).
L’operazione antimafia dalla quale è scaturito il processo “Sansone” nasce dalla cattura del boss Domenico Condello. Nel luglio 2016, l’operazione antimafia aveva colpito in particolare le cosche Condello di Archi e Bertuca di Villa San Giovanni finite al centro di uno dei filoni scaturiti dalla maxi-operazione “Meta” che, nel 2010, aveva svelato gli intrecci tra la ‘ndrangheta e gli imprenditori asserviti ai boss.
x
x