L’avvio della fase di concretizzazione del finanziamento concesso al Comune di Carlopoli, finalizzato al “restauro, consolidamento e valorizzazione” dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, dalla Giunta regionale guidata da Mario Oliverio, nel quadro di un corposo provvedimento complessivo di destinazione di risorse, dopo una catalogazione, la prima in Calabria, è bene ricordarlo, dei beni culturali e naturali della nostra Regione, avvenuta anche attraverso la diretta collaborazione del Mibact, ha innescato un approfondito dibattito intorno all’idea progettuale avanzata dal Pasquale Lopretrone, che ha agito all’interno di un “Accordo di cooperazione” stretto tra la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone ed il Comune di Carlopoli, presentata in un incontro pubblico organizzato dal Comune di Carlopoli.
L’idea progettuale ha suscitato dubbi e perplessità in ordine, soprattutto, alla presunta invasività degli interventi previsti che snaturerebbero il carattere, auspiscato dai più, esclusivamente conservativo di ogni azione, in questo momento, sui ruderi.
Il rilievo, anche per l’autorevolezza indiscussa di alcune personalità e di alcuni soggetti della società civile, non può, rimanere senza risposta allo stesso modo che occorre estrema prudenza e cautela nell’avanzare generiche accuse che possono nascondere, e non sarebbe la prima volta, antiche dispute tra “operatori del settore”.
Non immagino “crociate” inutili e dannose per il prosieguo; più semplicemente un tranquillo, sereno e costruttivo chiarimento che sia saggiamente “pilotato” dall’unico soggetto istituzionale che può farlo con terzietà ed imparzialità: il Comune di Carlopoli.
Ho apprezzato, nei giorni scorsi, la pacata risolutezza dell’attuale sindaco che ha, in forma pubblica, rimarcato che tutto si può fare ma che una cosa deve essere assolutamente evitata: la perdita del finanziamento ottenuto, che è di oltre un milione di euro, tanto più che i tempi di realizzazione dell’intervento sono chiaramente individuati dall’apposita convenzione tra la Regione Calabria ed il Comune di Carlopoli, firmata il 12 luglio 2019, e che, io credo, vadano serenamente rispettati.
Sia dunque l’Amministrazione comunale di Carlopoli ad attivare, se lo ritiene opportuno e nel modo che essa stessa riterrà più congruo ed utile, un processo di rapido e sereno confronto tra le diverse opinioni che sarà anche favorito dal rapporto di collaborazione intrapreso tra il Comune di Carlopoli e la stessa Soprintendenza il cui compito non è soltanto limitato all’idea progettuale ma si riverbera su tutte le fasi successive e fino al temine dei lavori previsti.
L’attuale “passaggio” è importante perché può introdurre al meglio le prossime “tappe” che dovremo, tutti insieme, percorrere per proseguire nell’azione di conservazione del bene ed anche della sua valorizzazione ,per farlo diventare un “attrattore” strategico non solo per l’area del Reventino, che vive momenti assai significativi legati allo sviluppo, penso all’attuazione della Snai ed all’avvio del distretto rurale così come al prosieguo dei lavori della “strada che non c’è” ed agli interventi in corso sulla tratta ferroviaria delle FdC tra Cosenza e Catanzaro, ma dell’intera Regione che, negli ultimi anni, ha “riscoperto” Corazzo e il sogno gioachimita la cui ineguagliabile eredità, tutti insieme, dobbiamo saper custodire ed offrire al Mondo.
*già vice presidente Comunità Montana dei Monti Reventino -Tiriolo-Mancuso
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