di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Il “buco” nelle casse della Lamezia Multiservizi spa, quasi come il ritornello stonato di una brutta canzone, torna a riecheggiare fra le stanze del Comune di Lamezia Terme. Al punto da poter rappresentare un ostacolo insormontabile. Già, perché tra il piano presentato dal Comune al ministero dell’Interno e l’effettiva approvazione della procedura di riequilibrio finanziario, c’è di mezzo ancora una volta la società partecipata lametina, e tutta una serie di documentazioni che l’ente dovrà presentare entro novembre.
LE RICHIESTE DEL MINISTERO La strada, dunque, è tutt’altro che in discesa per l’amministrazione di Paolo Mascaro, alla ricerca affannosa, a quasi un anno dal suo ritorno alla guida del Comune, di quegli spunti che possano rimettere in moto la macchina burocratica e far respirare, soprattutto, le casse comunali. Un percorso ostacolato proprio dal passivo milionario della Multiservizi e che pesa come un macigno sul futuro della città e sulle ambizioni del primo cittadino di Lamezia.
A mettere ulteriore pressione sulla giunta di via Perugini è un lungo elenco di richieste formulate dal ministero dell’Interno (Dipartimento per Affari interni e territoriali) e inviate proprio all’ente lametino in documento ufficiale nei giorni scorsi. «Dall’esame della documentazione complessivamente presentata – è scritto – è necessario acquisire entro il termine massimo di trenta giorni dalla ricezione della presente, gli ulteriori elementi integrativi, nonché eventuali provvedimenti che l’Ente ritenesse necessario adottare a seguito delle integrazioni di cui al presente supplemento istruttorio». Tutto normale se non fosse che, al primo punto dell’elenco c’è il “Rendiconto di amministrazione 2019” comprensivo di tutti gli allegati e i pareri.
IL “BUCO” DELLA MULTISERVIZI Una preoccupazione in più per la giunta Mascaro proprio perché quest’estate, l’Organo di revisione composto da Ettore Domenico Riitano, Maria Aino e Francesco Vergata, ha bocciato proprio il rendiconto dell’esercizio finanziario 2019 (QUI LA NOTIZIA), riscontrando debiti fuori bilancio e irregolarità non sanate e legate a “fondi spese e rischi futuri” e i rapporti con le partecipate. Tradotto, i funzionari del ministero dell’Interno vogliono andare fino in fondo sullo stato di attuazione del Piano di riequilibrio e la validità delle misure adottate dal Comune per consolidare la propria situazione finanziaria, alla luce del passivo milionario della Multiservizi. La voragine nei conti della partecipata ha già rappresentato un problema qualche settimana fa quando ancora una volta i revisori hanno stroncato il bilancio consolidato 2019, richiamando l’Ente a rendere efficace ed efficiente l’esercizio del controllo sulle società “in house”, a integrare la relazione sulla gestione fornendo informazioni sulla situazione complessiva delle società incluse nel consolidamento e infine ad ultimare la conciliazione delle partite sospese relative ai rapporti di crediti e debiti reciproci con le società partecipate e controllate. Ma non solo.
LE BOCCIATURE E IL «FALSO PROBLEMA» I revisori avevano anche bocciato, per le analoghe ragioni, il bilancio di previsione 2020-22 (QUI LA NOTIZIA). L’Ente ha previsto un accantonamento al fondo perdite partecipate per un importo di 1.436.323,74 euro. La Multiservizi, in fase di concordato, nel bilancio della società per l’esercizio chiuso al 31 dicembre del 2019 ha esposto un utile pari a 21.550.207 euro, destinato però alla copertura delle perdite pregresse. L’organo di revisione, in quella circostanza, aveva invitato l’Ente ad iscrivere in bilancio la perdita quale “passività potenziale” già nel corso dell’anno 2019 in applicazione del principio di prudenza, così come è previsto dalla giurisprudenza della Corte dei Conti.
In campagna elettorale più volte l’attuale primo cittadino aveva definito il “caso” Multiservizi un «falso problema». Adesso toccherà spiegarlo anche al ministero dell’Interno. A rischio c’è il piano di riequilibrio finanziario del Comune. (redazione@corrierecal.it)
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