di Fabio Benincasa
CROTONE La partita che vale una panchina. Torino-Crotone (si gioca domenica alle 15) è il match che segnerà il futuro di due allenatori: Giampaolo e Stroppa. Il primo viene da una rivoluzione tattica e tecnica che per ora ha portato solo un punto e clamorosi ko come quello rimediato a tempo scaduto contro la Lazio. Stroppa può sorridere solo per il punto strappato alla Juventus, mentre per il resto ha racimolato solo sconfitte. I calabresi sono ultimi in classifica e primi per gol subiti: 17 in sole 6 gare.
Un trend negativo che al momento non agita la dirigenza rossoblù decisa a concedere altre chance al tecnico che ha riportato i pitagorici in Serie A. Ma nel calcio, soprattutto quello moderno, contano soprattutto i risultati e in caso di nuovo ko Vrenna e Ursino saranno costretti a sedersi ad un tavolo e riflettere sul futuro.
Il Crotone non ha mai regalato partenze sprint nei campionati giocati nella massima serie italiana, ma quello che è evidente oltre alla difficoltà di concretizzare le azioni offensive costruite è la scarsa reazione mostrata da alcuni big nei momenti di difficoltà. Se Simy si è sbloccato, segnando su azione il primo gol della stagione (gli altri due li aveva realizzati su rigore), Marrone sembra lontano parente del play di difesa indispensabile nella passata stagione.
A centrocampo, Cigarini si è messo sulle spalle la fase di costruzione di gioco ma i ritmi spesso sono compassati ed il mediano ex Cagliari non ha più l’età giusta per correre su e giù come invece potrebbe e dovrebbe fare Zanellato. Il giovane cresciuto nella primavera del Milan ha deluso così come Benali tornato da un lungo stop per infortunio ed ancora lontano dalla forma migliore. Vulic è sicuramente dotato di buona tecnica ma anche il suo rendimento è stato decisamente sotto le aspettative. Tra le note positive sicuramente Messias che spesso si sdoppia giocando al fianco di Simy in attacco per poi finire, per necessità, a ricoprire il ruolo “scomodo” di mezzala di centrocampo.
Altra menzione speciale merita Molina, motorino di fascia “costretto” – come Messias – a giocare da interno di centrocampo per mancanza di valide alternative. Insomma, Stroppa pare ancora non aver scelto il suo undici ideale, ma nel frattempo la corsa salvezza è partita e le altre squadre coinvolte hanno un altro passo ed una struttura definita. Ecco perché la gara di domenica diventa snodo cruciale di una stagione che rischia di compromettersi già a poche settimane dall’inizio del campionato. (redazione@corrierecal.it)
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