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«Utilizzare i fondi destinati alla sanità e tutelare anche i pazienti no-Covid»

Un gruppo di operatori ed esperti del settore presenta una serie di richieste al Ministero della salute ed alle autorità competenti per intervenire sul sistema calabrese. «Stiamo trasformando i nos…

Pubblicato il: 03/11/2020 – 10:46
«Utilizzare i fondi destinati alla sanità e tutelare anche i pazienti no-Covid»

LAMEZIA TERME «Desideriamo rilanciare una serie di proposte che da 7 mesi abbiamo rivolto, parzialmente ascoltati, ai governi nazionale e regionale e al Commissario per il “Piano di rientro” perché, oggi, non c’è più tempo da perdere. È necessario attivare misure immediate che tutelino la salute dei calabresi e sostengano gli operatori sanitari impegnati in questa difficile battaglia». A lanciare l’appello e annesse proposte è un gruppo di esperti e operatori del settore, che ripercorre questo ultimo periodo per sottolineare ciò che, riguardo alla sanità calabrese, poteva essere ma non è stato fatto.
«Già il governo Conte con i Decreti 14/20, 18/20 e 34/20 della primavera scorsa – si legge – aveva perentoriamente indicato alle Regioni come contrastare la Pandemia provocata dal Covid-19, che ha messo in crisi un’organizzazione della sanità ospedalocentrica obbligando, finalmente, a modificare la cifra culturale e organizzativa della sanità valorizzando la Medicina d’iniziativa e di prossimità che pone al centro il paziente e i suoi bisogni di salute, con un forte ruolo della Medicina Territoriale e della Prevenzione. Ciò avrebbe consentito ai Presidi Ospedalieri di curare gli acuti, di sviluppare le specializzazioni, di fare ricerca senza dover surrogare le manchevolezze della Medicina Distrettuale».
Per la Calabria, un’occasione persa. La pandemia è arrivata in uno dei periodi più difficili per il sistema sanitario regionale che ha visto lo scioglimento di tutte le Asp ed un commissariamento – ormai decennale – «governato prevalentemente dal Ministero della Economia e Finanze impegnato in un risanamento finanziario che, tra l’altro, non è stato raggiunto e con debiti verso i fornitori che superano il miliardo e 100 milioni di euro che producono cospicui interessi di mora dovuti, anche, ad Aziende Sanitarie che non rispettano i tempi previsti dall’Indicatore di Tempestività di Pagamento (Itp) con ritardi fino a 946 giorni».
Per questo i firmatari chiedono con forza «che i fornitori di merci e servizi siano pagati immediatamente per consentire che si possa arginare la crisi economica acuita dalla Pandemia. Siamo consapevoli – aggiungono – della gestione inquinata che ha accompagnato alcune Asp ma la corruzione non si combatte mettendo in difficoltà chi ha diritto ma creando amministrazioni competenti e trasparenti affinché l’abuso sia immediatamente visibile e sanzionabile».
LA «DESERTIFICAZIONE» DI MEDICINA TERRITORIALE «I medici di medicina generale reclamano da 11 anni un nuovo modello organizzativo basato sulle Aggregazioni Funzionali Territoriali (Aft) attive h12 e le Unità Complesse di Cure Primarie (Uccp) h24 che, in questo momento drammatico, avrebbero svolto un ruolo importante», aggiungono, rimarcando quanto poco si sia però fatto in tal senso: «Nonostante il generale Cotticelli abbia autorizzato le Aziende Sanitarie, nel mese di dicembre 2019, ad attivare questi importanti modelli organizzativi dei Mmg, dei Pediatri di libera scelta, degli specialisti ambulatoriali, dei Medici di Continuità Assistenziale e degli Infermieri». In questo caso la richiesta fatta ai commissari è che «attivino subito le AFT e le UCCP!». «In 11 anni di Commissariamento le Case della salute esistono ancora solo sulla carta, i Consultori Familiari, la Neuropsichiatria Infantile, i Servizi delle Dipendenze patologiche e di Salute Mentale sono fortemente carenti di personale: mancano le ostetriche, il 70% di assistenti sociali, il 75% di psicologi psicoterapeutici con un aumento, tra l’altro, della richiesta di prestazioni negli ultimi 9 mesi pari al 60%. Gli specialisti ambulatoriali interni, sempre meno in alcune Aziende Sanitarie, operano nei Poliambulatori senza adeguate apparecchiature sanitarie. Eppure la Calabria è la regione con la più alta percentuale (23,8%) di persone con almeno 2 patologie croniche, abbiamo il tasso standardizzato più elevato di persone assistite presso Strutture Psichiatriche (255,1 per 10.000 abitanti contro la media nazionale che è di 155,2) e l’aspettativa di vita in buona salute (52 anni) tra le più basse d’Italia contro i 69 anni della p.a. di Bolzano. Nella stessa situazione versano i nostri Ospedali con un blocco delle assunzioni, che negli anni ha causato una perdita di 4.000 unità di personale, con apparecchiature medicali, in molti casi, obsolete e nuovi ospedali attesi da oltre 13 anni».
Capitolo a parte meritano invece gli infermieri «la cui carenza li sta sottoponendo a turni massacranti, eppure i fondi per le assunzioni ci sono. Lo stesso Decreto 34 del 19 maggio 2020 prevedeva finanziamenti finalizzati per assumere gli infermieri di famiglia e di comunità!»
VELOCIZZARE LA SPESA SANITARIA «La situazione epidemiologica del Covid-19 impone a tutti i decisori politici di fare presto e bene, perché superato questo difficile momento i calabresi abbiano una sanità a misura di persona». I firmatari sottolineano come sia necessario ora, anche in chiave futura, «velocizzare la spesa acquistando con gli 86 milioni di euro, stanziati dalla legge 60/19, le apparecchiature sanitarie (TAC/ RMN/ PET/ Mammografi, Angiografi, ecc.), assumendo il relativo personale perché le apparecchiature possano funzionare a pieno regime, anche la domenica, per abbattere le liste d’attesa». E ancora: «Attuare pienamente il DPGR n°25 del 29 marzo 2020 che prevedeva l’attivazione di 37 Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), equipe di medici e infermieri, con il fondamentale compito di tracciamento, di assistenza domiciliare del paziente Covid-19 positivo e altro che le Aziende hanno in parte disatteso pur avendo i finanziamenti finalizzati. Attivare le Aft e le Uccp sul territorio dando un giusto ruolo, da protagonisti ai MMG, ai Pediatri di libera scelta agli Specialisti ambulatoriali, anche in questo caso ci sono le coperture finanziarie. Implementare, finalmente, la Telemedicina e potenziare l’assistenza da stazione remota, tenuto conto dei fondi disponibili. Potenziare la Rete dei Laboratori di Patologia Clinica nei Presidi Ospedalieri di Rossano, Paola, Lamezia Terme, Crotone, Vibo Valentia, Polistena e Locri al fine di processare il maggior numero di tamponi con l’assunzione del personale sanitario e tecnico: più efficiente è il tracciamento prima saranno isolati i positivi riducendo la probabilità di contagio».
Secondo i firmatari, altro tema cruciale è quello dei pronto soccorso, posto che «l’assenza di medici ha messo in crisi un sistema essenziale per la salute dei cittadini: il Suem 118 ed i Pronto Soccorsi, creando una situazione di disparità inaccettabile nello stesso territorio regionale che mina il diritto alla salute dei cittadini, con postazioni in tutto il territorio regionale che sono state de-medicalizzate».
ATTUARE I DECRETI CHE PREVEDONO FONDI Nello specifico viene chiesto di «attuare il Dca 91 del 18 giugno e 104 del 29 luglio 2020 che disponeva che le Aziende Sanitarie incrementassero i posti letto delle Terapie Intensive di ulteriori 134 e di 136 delle Terapie Semintensive, che attuassero il restyling dei Pronto Soccorsi e l’acquisto delle ambulanze con fondi ad hoc pari a 51 milioni di euro, inoltre venisse assunto il personale medico, infermieristico e delle ambulanze dedicato tenuto conto di 7.688.336,91 milioni di euro finalizzati. Bisogna rideterminare “i Piani del fabbisogno del personale delle Aziende Sanitarie”, come prevedeva il Decreto Conte n°14 del marzo 2020. Perché la Pandemia stava modificando alcuni bisogni di salute riferiti agli operatori sanitari dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Laboratori di Patologia Clinica, delle Terapie Intensive e Semintensive dei Servizi di Radiologia! Inoltre – continuano – il Decreto prevedeva l’aumento delle ore degli specialisti ambulatoriali per ridurre le Liste d’attesa e l’incremento delle Cure Domiciliari per diminuire l’accesso dei malati no COVID 19 negli ospedali ricordando che in Calabria risiedono 414.000 ultrasessantacinquenni molti dei quali soli».
«NON POSSIAMO LASCIARE INDIETRO NESSUNO» Secondo i firmatari, col tempo i nostri ospedali si sono trasformati «in fortini inespugnabili da parte dei pazienti no-Covid. Ricordiamo che in questi ultimi mesi la mortalità per infarto è triplicata! Per questo siamo attoniti davanti alla chiusura degli ambulatori che riteniamo un’azione che crea più problemi di quanti ne risolva. Dobbiamo fare presto! Non si può navigare a vista con conflitti di competenze tra Istituzioni e mancati controlli del Commissario per il “Piano di rientro” nei riguardi delle inadempienze dei Commissari Aziendali che lui stesso ha nominato! In altri termini, chiediamo al Ministro Speranza di cambiare per rafforzare la struttura del Commissario rendendola capace di affrontare l’emergenza impostando quella riforma della sanità che tutti dicono di voler fare. Chiediamo quindi competenza ma anche conoscenza della situazione calabrese aprendo un dialogo costante con chi lavora nella sanità sul territorio e nei presidi ospedalieri senza dimenticare il diritto di parola che spetta ai cittadini ed ai pazienti. In questo grave momento – concludono – è necessario innescare una risposta comune all’emergenza sanitaria partendo da una indispensabile larga unità per attuare le misure proposte e più volte assentite ma ancora non attuate dai decisori politici e amministrativi. Persone, associazioni e comunità locali esigiamo un nuovo paradigma della salute, insieme alla comunità calabrese vogliamo segnali e servizi immediati perché il Covid-19 non aspetta».
Firmatari:
Rubens Curia – Portavoce Comunità Competente; don Giacomo Panizza – Presidente Comunità Progetto Sud; Fausto Sposato – Presidente OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) Cosenza; Francesco Esposito – Segretario Nazionale Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti (FISMU) Angelo Sposato – segretario regionale CGIL; Rosalbino Cerra segretario regionale FIMMG; Tonino Russo – segretario regionale CISL; Gianni Pensabene – portavoce regionale Forum Terzo Settore; Marina Galati – Presidente CNCA Calabria; Nunzia Coppedè – Presidente regionale FISH; Vincenzo Linarello – Presidente Gruppo cooperativo GOEL; Antonio Gurnari – Segretario regionale FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri); Amalia Bruni, Antonio Laganà – Associazione per la Ricerca Neurogenetica; Gattuso Domenico – Francesco Costantino – Movimento 10 idee per la Calabria; Paolo Pensabene – SUMAI Medicina Generale, Reggio Calabria; Lina Lizzio – Associazione Alzheimer, Reggio Calabria “Romana Messineo”; Santo Sant’Ambrogio – SAD MAT (Servizio assistenza domiciliare malato terminale); Stefania Marino – Presidente associazione Pro Salus Palmi; Susanna Quattrone – Presidente CONFAPI area metropolitana Reggio Calabria; Anna Cannizzaro – Associazione Italiana Celiachia Calabria; Giancarlo Rafele – Presidente Consorzio Macramè Trame solidali nelle terre del sole; Maria Teresa Roto – portavoce del Comitato per i diritti dei malati cronici Reggio Calabria; Paola Infortuna – segretaria associazione regionale “dall’ ostetrica”; Immacolata Cassalia – Coordinatrice Unasam Calabria; Lillo Laganà – Presidente commissione Albo tecnici di laboratorio biomedico Reggio Calabria; Stefania Fratto – Presidente Associazione “Donne e diritti” San Giovanni in Fiore; Sissi Facciolà – Presidente AISM Reggio Calabria; Lucia Mangeruca – Presidente Associazione Italiana parchi culturali area grecanica Melito PS; Domenica Clemensi – Presidente Associazione “Donne Insieme” Condofuri (RC); Pino Ippolito – Circolo Armino Palmi; Mario Diano – Presidente Corsecom (Coordinamento Organizzazioni Sociali Operanti nelle Locride); Nino Zumbo – Presidente Società Mutuo Soccorso “Cesare Pozzi” Reggio Calabria”.

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