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Confapi: «I calabresi dovranno pagare il prezzo di una "chiusura" immotivata»
Il presidente Francesco Napoli prende posizione contro l’ipotesi prospettata dal governo di dichiarare “zona rossa” la regione. «Scelta irresponsabile. Chi doveva provvedere ad incrementare i posti l…
Pubblicato il: 04/11/2020 – 18:53
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CATANZARO «Se la Calabria sarà decretata zona rossa al pari della Lombardia e del Piemonte sarà un atto irresponsabile». Lo dice in una nota Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria, che prende posizione anche «a nome delle piccole e medie imprese calabresi» lanciando un grido d’allarme: «Se chiudono la Calabria non per il dilagare dei contagi ma perché sono insufficienti i posti letto nei vari ospedali, chi è colui o coloro che in questi mesi dovevano provvedere ad incrementare i posti letto e non l’hanno fatto?» Napoli sottolinea che il prezzo delle colpe di chi «ha ridotto la sanità pubblica regionale a brandelli», così facendo, dovranno pagarlo i calabresi.
Per questo si rivolge al governo ponendo alcuni interrogativi: «Può essere che una regione con 200 casi al giorno sia trattata allo stesso modo di chi ne ha 7/8000 casi? Si possono abbassare le serrande di tante attività commerciali perché in Calabria non hanno incrementato i posti letto in terapia intensiva? Si può chiudere perché il rapporto tra posti letto e malati Covid-19 è insufficiente?»
«Entrare in zona rossa – continua Napoli – per la Calabria significherà distruggere l’intero tessuto economico calabrese, già zoppicante. Significherà provocare malcontento popolare e disagio sociale, con rischi enormi di tenuta. Per di più in presenza di indici di valutazione che sono del tutto indimostrati. Tutto questo è il prezzo che pagheranno i calabresi. A questo punto – conclude – qualcuno dei decisori politici ci venga a spiegare perché siamo dovuti arrivare a questo. Vogliamo sapere nome e cognome di chi non ha adempiuto nel tempo a fare il proprio dovere».
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