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Minoli lascia la "Calabria Film Commission"
La lettera del commissario straordinario a Spirlì (che non è riuscito a contattare diversamente). «Dal governo regionale sgarbo istituzionale. Rimetto il mandato per dare modo al prossimo presidente…
Pubblicato il: 10/11/2020 – 17:10
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di Pablo Petrasso
CATANZARO Giovanni Minoli lascia la Calabria Film Commission. Ed è costretto a comunicarlo per iscritto al presidente reggente Nino Spirlì (che, a stretto giro, ha respinto le dimissioni) che non è riuscito a raggiungere, né di persona né telefonicamente. La lettera di Minoli è datata 5 novembre ma è venuta alla luce soltanto oggi. Il commissario straordinario ritiene necessario lasciare per permettere al nuovo presidente – in attesa che si completi il percorso verso le prossime Regionali – di scegliere una guida per la fondazione. Non è una chiusura totale (Minoli non dice che non sarà più disponibile in futuro per ricoprire l’incarico) ma è un addio che pesa ed è legato, come molti si attendevano, alla scomparsa di Jole Santelli, con la quale il giornalista aveva condiviso le idee di rifondazione della Film Commission.
«Caro vicepresidente – esordisce Minoli –,
in questi giorni ho provato insistentemente a cercarla ma sono consapevole che la situazione della Regione è complicata e il Covid detta i tempi della vita di ognuno e la cosa non è potuta capitare». Se i due si fosse incontrati (o sentiti), Minoli avrebbe detto a Spirlì che ha «accettato, gratuitamente, dopo molte insistenze di Jole, di fare il commissario straordinario perché lei voleva realizzare con me in Calabria quello che ho fatto in Campania con “Un posto al sole”». L’idea era quella di costruire «una fabbrica per la lunga serialità che si unisse alle docufiction, ai documentari e al cinema. Per questo lo strumento era il nuovo Statuto che nelle sue intenzioni era la premessa alla mia nomina futura a Presidente per i cinque anni successivi».
Ovviamente la morte di Jole Santelli ha cambiato tutto. Minoli spiega di aver «assicurato la continuità artistica tradizionale con nomine professionali di alto livello, nomine fatte scegliendo calabresi illustri e competenti». «Correttezza» impone, però, che, «fatto l’essenziale», Minoli rimetta il suo mandato «in modo che il nuovo presidente quando sarà eletto possa liberamente scegliere senza sentirsi vincolato alle scelte fatte da Jole».
Il commissario spiega inoltre di aver «chiesto una due diligence sul passato per essere certo – come credo – che tutto il lavoro fatto sia stato chiaro e trasparente e, quindi, si possa agire speditamente».
A questo punto, per Minoli, toccherà al direttore amministrativo «che il direttore amministrativo che sarà scelto possa svolgere in tranquillità il suo lavoro in attesa che il nuovo presidente della Regione nomini liberamente chi ritiene necessario».
Queste le cose che il commissario dimissionario avrebbe riferite a Spirlì «con la stima e simpatia che ha suscitato in me, nel nostro breve incontro in occasione della conferenza stampa nel corso della quale con Jole abbiamo tracciato il nostro progetto».
LO «SGARBO ISTITUZIONALE» Raggiunto telefonicamente dal Corriere della Calabria, Minoli ha, ovviamente, confermato di aver cercato telefonicamente il governatore facente funzioni. Senza successo, però. E pur comprendendo la difficoltà del momento, ha detto di considerare uno «sgarbo istituzionale» la mancata risposta di Spirlì. «Appena scomparsa Jole – ha spiegato – ho pensato di dimettermi e ho cercato di comunicarlo. Cercavo il presidente reggente soltanto per annunciargli la mia scelta». Abbiamo chiesto all’ormai ex commissario se consideri che dietro il comportamento di Spirlì possa esserci un’indicazione della Lega: «Non lo escludo», ha risposto.
«CON JOLE ERAVAMO AL LAVORO PER I FINANZIAMENTI» Minoli ha, poi, ricordato di aver offerto la propria collaborazione in forma gratuita. «Con Jole – ha detto – avevamo trovato un canale di finanziamento europeo per realizzare quella che lei chiamava la fabbrica dei sogni. In realtà non era un sogno ma una possibilità concreta: ci servivano soltanto i fondi ma eravano vicini a reperirli. Così come l’area in cui realizzare gli studi, costruire gli stabilimenti per l’industria cinematografica per le produzioni. Mi ero già mosso per realizzare docufiction e avviare i contatti per i film. Tutto, ci tengo a ribadirlo, sarebbe avvenuto senza pesare sul bilancio regionale».
«ADDIO IRREVOCABILE CON QUESTO GOVERNO» Per ora Minoli lascia il “sogno” e la fabbrica del cinema. E non ci ripenserà: «Con questo governo regionale le dimissioni sono irrevocabili, col prossimo si vedrà. Se mi chiameranno sarò disponibile a discutere sulla base dei progetti». Quelli pensati con Jole Santelli. (p.petrasso@corrierecal.it)
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