CATANZARO «Se mi hanno offerto la carica di Commissario? No, ma quando ho visto che girava la candidatura di Rosi Bindi mi son messo le mani nei capelli da lei è iniziato lo slittamento verso il privato. Una volta la Sanità Pubblica era un dogma. Poi come è successo in modo macroscopico qui, il pubblico ha perso, i servizi sanitari sono stati depauperati, chiusi gli ospedali, tagliato l’organico. E gli stessi medici si sono trasformati in imprenditori di se stessi, all’interno degli ospedali». Queste parole di Gino Strada in un’intervista a La Repubblica hanno provocato la reazione di Rosi Bindi. L’ex parlamentare (eletta in Calabria nella sua ultima legislatura e presidente della scors Commissione parlamentare antimafia) ha risposto nel pomeriggio, difendendo il suo lavoro e lanciando una piccola punzecchiatura al fondatore di Emergency.
«Ringrazio quanti hanno difeso il mio lavoro di Ministro della Sanità messo in dubbio dalle parole di Gino Strada – ha detto Bindi –. In questo periodo le polemiche risultano particolarmente insopportabili ma altrettanto le affermazioni infondate. A Strada suggerisco una rapida lettura della riforma che fu varata nel 1999 come decreto legislativo 229. Sarà chiaro allora che quella riforma ha fermato la deriva privatistica avviata dalla controriforma De Lorenzo e ha salvaguardato l’universalità del SSN garantendo la sostenibilità finanziaria dei livelli essenziali di assistenza; introducendo i principi della programmazione sia per il pubblico che per il privato; rafforzando le regole per l’accreditamento dei privati; stabilendo l’esclusività di rapporto dei medici con il servizio pubblico; rilanciando l’integrazione sociosanitaria», prosegue Bindi.
«Scelte riconosciute da tutti gli osservatori più attenti, come esemplari e coraggiose. Allora provocarono ripetute accuse di statalismo e molte proteste di chi lucrava sui conflitti d’interesse, sulle inefficienze del sistema pubblico e puntava all’introduzione di un sistema assicurativo. Scelte rimaste in buona parte inattuate dai miei successori e dai governi di centrodestra. Mi meraviglia che Strada abbia dimenticato quella battaglia, condotta in difesa della sanità pubblica negli anni dei governi dell’Ulivo. Ho sempre stimato il fondatore di Emergency, fin dagli anni in cui ho collaborato con sua moglie Teresa. Continuerò ad apprezzare il suo impegno anche in questa occasione, soprattutto perché conoscendo il conflitto d’interessi a cui sarebbe andato incontro, non si è mai candidato a fare il commissario in Calabria», conclude Bindi.
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