COSENZA Il tribunale del Riesame, ha accolto la richiesta di dissequestro avanzata dall’avvocato Chiara Penna, legale di Antonio Colasuonno imputato del processo “Testa di Serpente” istruito dalla Dda di Catanzaro e che riguarda una serie di reati commessi da presunti gruppi criminali attivi nella città di Cosenza. Colasuonno era stato tratto in arresto a dicembre dello scorso anno e poi scarcerato su ordine dei giudici del Tdl mentre contestualmente il gip ne disponeva la misura cautelare degli arresti domiciliari, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza in ordine sempre ai capi tuttavia escludendo l’aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 416 bis c.p. per tutti i capi di imputazione e ritenendo dunque sussistente esclusivamente la finalità di agevolazione del sodalizio criminale de “I Banana”. Alla luce di ulteriori argomentazioni, la Difesa depositava nuova richiesta di Riesame, accolta con ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro che annullava il provvedimento impugnato.
Accogliendo, pertanto, quanto evidenziato ripetutamente nell’atto di impugnazione, il Tribunale della libertà dava atto dell’ insussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico del Colasuonno, in quanto a carico del medesimo ci sarebbe: un unico fotogramma che lo ritrarrebbe per pochi minuti ad una certa distanza del luogo in cui sarebbero state sequestrate armi e sostanza stupefacente e le dichiarazioni prive di riscontro di una collaboratrice di giustizia.
Ad oggi, il Colasuonno in ordine al procedimento indicato ha scelto di procedere nelle forme del Rito abbreviato.
Con l’ultimo provvedimento, il riesame dispone il dissequestro di 16 cedolini in bianco per polizze assicurative della società “FONDIARIA-SAI”; Targhe anteriori e posteriori di autovettura Bosch; Un componente elettronico “Magneti Marelli” ; Un blocco accensione motore completo di chiave; €3.200,00 in banconote da €50,00 e una banconota da €10,00, rinvenuti nella tasca anteriore destra di un giubbotto del Colasuonno.
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