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Didattica a distanza o in presenza? Le opinioni divergenti di Princi e Iaconianni

Confronto fra i dirigenti scolastici del Liceo scientifico “da Vinci” di Reggio Calabria e del Liceo classico “Telesio” di Cosenza a Buongiorno Regione. «Sono d’accordo in parte con l’ordinanza del p…

Pubblicato il: 06/01/2021 – 18:27
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Didattica a distanza o in presenza? Le opinioni divergenti di Princi e Iaconianni
Didattica a distanza o in presenza? In tempi in cui l’emergenza sanitaria sta scandendo le giornate di tutti, fra le categorie maggiormente penalizzate potrebbero annoverarsi gli studenti delle scuole superiori.  L’ordinanza del presidente della regione facente funzioni di posticipare la riapertura delle superiori a fine gennaio, sta facendo molto discutere ed anche fra i dirigenti scolastici, le opinioni sono diverse. Intervenuti a Buongiorno Regione, il contenitore mattutino di Rai Tre Calabria, i dirigenti scolastici Antonio Iaconianni del Liceo classico “Telesio” di Cosenza e Giuseppina Princi del Liceo scientifico “Da Vinci” di Reggio Calabria, hanno espresso posizioni divergenti. «Sono d’accordo in parte con l’ordinanza del presidente della Regione – dice Iaconianni – perché dalle notizie che giungono dagli esperti, l’indice Rt in crescita ed il piano vaccinale che va a rilento, sembra giusta la linea adottata da Spirlì. Due le questioni che determinano preoccupazione: la mobilità, perché gli studenti delle superiori utilizzano il trasporto pubblico locale e gli assembramenti davanti alle scuole». Gli studenti del primo ciclo, primarie e secondarie di primo grado «sono generalmente svicolati dai problemi che potrebbero derivare dalla mobilità perché accompagnati dai genitori, quindi con una tracciabilità più agevole. Ecco perché approvo in parte l’ordinanza regionale». «Non condivido il provvedimento – spiega Giuseppina Princi – perché la Dad sta fortemente penalizzando gli studenti e incrementando abbandoni e isolamenti sociali, relazionali, cognitivi ed emotivi. A maggior ragione adesso, con la didattica in presenza ridotta del 50%, ritengo che avremmo potuto riaprire, anche perché per via delle disposizioni governative avremmo scaglionato gli ingressi». La dirigente del “Da Vinci” fa poi riferimento ad una organizzazione che la lavorato a compartimenti stagni. «La scuola era pronta già a settembre – aggiunge – ed il virus non ha circolato nelle istituzioni scolastiche. È pur vero che la situazione non è delle migliori. La scuola ha pagato la debolezza di un sistema collaterale che non è riuscito a garantire condizioni organizzative e strutturali per poter ripartire al meglio e in sicurezza. Lo abbiamo visto con la sanità al collasso che non è riuscita a supportare il tracciamento e adeguatamente la scuola. È mancato un sistema integrato, si è operato a compartimenti stagni. Uno studio europeo ha dimostrato che la Dad va a determinare una perdita di apprendimento settimanale fino al 2,3%». «La scuola – afferma Iaconianni – ha risposto all’emergenza e grazie ai finanziamenti ricevuti ci siamo messi in regola, eravamo già pronti a maggio. Il problema è rappresentato, piuttosto, dalle strutture collaterali. La didattica è presenza, non vi è dubbio, ma di fronte alla salute non abbiamo alternativa. Peraltro qualche caso di positività ha costretto ad isolare docenti e intere classi, con relativi e gravi problemi organizzativi. Forse è meglio lasciar trascorrere questo periodo di burrasca per poi rientrare in classe a scaglioni». La Dad, ancora, secondo Iaconianni, funziona. «Ogni scuola – specifica il preside del “Telesio” – ha le sue peculiarità. Noi siamo copertissimi, con aule cablate. Qualche problema nella Dad si verifica nelle periferie non raggiunte dalla connettività». Al “Da Vinci” «sta andando tutto bene. Sono arrivati ingenti finanziamenti – dice ancora la dirigente scolastica – che hanno consentito interventi strutturali. Le nostre 78 aule sono tutte dotate di lavagne interattive, didattica digitale integrata, di pc forniti agli studenti in comodato d’uso e di intervenire sulla connettività. Il personale docente si è attrezzato e digitalizzato. Ma il principio è sempre quello che la Dad penalizza gli studenti più fragili». Rispetto a possibili ricorsi al Tar tesi a impugnare ordinanze simili, come accaduto nei mesi scorsi, il dirigente Iaconianni è chiaro. «La guerra dei ricorsi non fa bene a nessuno, tutti dovremmo remare nella stessa direzione, queste procedure non aiutano nessuno. Anche gli insegnati stanno sopportando un peso considerevole e poi impostare la Dad necessita del doppio del tempo utile a preparare una lezione». «I genitori – è l’idea della preside Princi – sono preoccupati per i contagi, altri spingono per la riapertura. Sono preoccupati da un lato, esasperati dall’altro perché assistono all’isolamento dei loro figli, al pregiudizio del benessere mentale, per cui chiedono aiuti alla scuola. Sia io che i docenti stiamo chiamando i ragazzi per sostenerli e supportarli e sto notando ragazzi che in presenza erano molto motivati mentre adesso si stanno perdendo. Anche io voglio esprimere un plauso ai docenti: si sono messi in discussione, e si sono formati con dei corsi che abbiamo organizzato, perché la Dad è diversa in termini di valutazione formativa e di interattività. Rispetto le famiglie che si trovano in difficoltà e sono esasperate. I nuclei familiari con più figli si ritrovano a dover gestire la Dad con tanti problemi di spazi in casa, ma poi ci troviamo di fronte a contraddizioni come quelle che notiamo ogni giorno. Si chiudono le scuole ma poi i ragazzi nel pomeriggio escono e si assembrano».
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