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“Cantiere Abatemarco”, un buco nell’acqua

Il piano presentato nel 2018 avrebbe dovuto porre fine alle diverse criticità del sistema idrico. Investimenti e progetti sono fermi al palo, adesso spetta alla Regione rilanciare l’ambizioso progr…

Pubblicato il: 11/01/2021 – 13:34
“Cantiere Abatemarco”, un buco nell’acqua

di Fabio Benincasa
COSENZA «L’acqua è poca e la papera non galleggia» ripeteva sempre un caro amico. Lo faceva ogni qualvolta si presentava un problema di difficile soluzione come quello che affrontano quotidianamente (da anni) diversi comuni in provincia di Cosenza, alle prese con frequenti disservizi sulla rete. Il dibattito è frequente, si parla costantemente di necessari lavori infrastrutturali per ridurre le perdite idriche sulle rete dei Comuni cosentini serviti dagli acquedotti Abatemarco e Capodacqua. Il primo, è il più grande acquedotto della Calabria e fornisce il 10 % di tutte le risorse idriche degli acquedotti regionali. Costruito negli anni 70, ha una rete di 200 km di condotte ed eroga 25 milioni di metri cubi d’acqua a 25 Comuni: San Donato di Ninea, Altomonte, San Sosti, Mottafollone, Sant’Agata d’Esaro, Malvito, Santa Caterina Albanese, Roggiano Gravina, Tarsia, San Marco Argentano, Cervicati, Torano Castello, Montalto Uffugo, San Martino di Finita, Lattarico, Mongrassano, Cerzeto, Rota Greca, San Benedetto Ullano, Bisignano, Carolei, Mendicino, Rende, Castrolibero e Cosenza. L’acquedotto Capodacqua, invece, risale agli anni 80 e con una portata da 200 litri al secondo raggiunge la città di Cosenza seguendo un percorso quasi parallelo all’Abatemarco.

IL CANTIERE ABATEMARCO è il nome del progetto che l’ex assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria, Roberto Musmanno, presentò nel 2018 ai sindaci dei 25 comuni della provincia di Cosenza, compresa la stessa città dei bruzi. Un ambizioso piano che prevedeva lavori infrastrutturali per 10 milioni di euro sulla condotta adduttrice e per quasi 13 milioni di euro sulle reti comunali degli Enti. Tutti investimenti utili a porre fine alle diverse criticità del sistema. La Regione Calabria avrebbe dovuto finanziare e gestire progettazione, realizzazione e aggiudicazione degli interventi; i Comuni si sarebbero occupati invece della gestione del servizio idrico, collaborando alla realizzazione degli interventi; Sorical, infine, avrebbe lavorato sul censimento e l’amministrazione delle utenze, sulla fornitura e l’installazione dei contatori. Un progetto sinergico e sperimentale che di fatto aprì le porte alla costituzione del sistema idrico integrato calabrese. L’ex commissario liquidatore Sorical, Luigi Incarnato in sede di presentazione del progetto si mostrò particolarmente entusiasta quando illustrò i dettagli di un piano utile «a riempire un foglio bianco». Oggi tante cose sono cambiate. Incarnato non è più operativo in Sorical (gestita oggi dall’avvocato Cataldo Calabretta) ma sopratutto quel progetto è rimasto solo su carta. I comuni non hanno ricevuto comunicazioni, hanno firmato qualche protocollo d’intesa poi rimasto chiuso in un cassetto. Nessun fondo stanziato per ottimizzare la distribuzione della preziosa risorsa, nessun intervento è stato messo a punto per perfezionare il servizio e modernizzare un impianto spesso inefficiente, obsoleto e costoso. Gli utenti dei comuni del cosentino lamentano frequenti disservizi e gli Enti sono costretti agli straordinari per mettere una pezza sulle malridotte condotte.

PROTOCCOLO D’INTESA SOSPESO L’ultima novità in ordine di tempo è datata 24 novembre 2020. La Regione Calabria su proposta dell’Assessore Sergio de Caprio ha comunicato alla Sorical la volontà di «demandare l’attuazione del protocollo d’intesa “Cantiere Abatemarco”» al dipartimento Tutela dell’ambiente. Con la stessa delibera, la Regione ha disposto anche «il subentro dello stesso dipartimento nella procedura di progettazione e appalto degli interventi di ingegnerizzazione delle reti idriche di distribuzione cittadine», invitando Sorical ad inviare tutta la documentazione prodotta. Dunque, spetterà con ogni probabilità all’Autorità idrica il compito, si spera, di rendere effettivo il progetto “Cantiere Abatemarco”. Intanto «l’acqua è poca e la papera non galleggia». (redazione@corrierecal.it)

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