ROMA La Calabria resta, almeno per un’altra settimana, in zona arancione. Circostanza già anticipata ieri da Antonio Belcastro (qui la notizia) e confermata oggi dopo le indiscrezioni trapelate a fronte del dato appreso nella proiezione che l’Istituto superiore di sanità, ministero della Salute e Comitato tecnico scientifico, chiamati a fare il punto sulla situazione epidemiologica in Italia, valutando l’indice di trasmissibilità, Rt, attesta a livello nazionale sotto quota 1 (0,97) dopo cinque settimane. E, in Calabria, l’indice Rt è pari a 1,02.
RT A livello regionale, l’indice Rt più alto – sempre secondo la bozza del report settimanale – è quello del Molise (1,38), davanti a Sicilia (1,27), Valle d’Aosta (1,12), Basilicata (1,12), Puglia (1,08), Umbria (1,05), Abruzzo (1.05), Piemonte (1.04), Provincia autonoma di Bolzano (1.03), Calabria (1.02), Liguria (0,99), Marche (0,98), Toscana (0,98), Emilia Romagna (0,97), Sardegna (0,95), Lazio (0,94), Provincia autonoma di Trento (0,9), Friuli Venezia Giulia (0,88), Lombardia (0,82), Veneto (0,81) e Campania (0,76).
CALABRIA A “RISCHIO BASSO” Allo stato attuale, la classificazione di “rischio alto” riguarda quattro regioni: Provincia autonoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria che restano dunque in “zona rossa”. Rischio moderato, invece, per 11 regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa/Trento, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto. In 5 regioni classificate a rischio moderato viene segnalata alta probabilità di progressione a rischio alto (Lazio, Marche, Molise, PA/Trento e Valle d’Aosta). Sei le regioni classificate a rischio basso: oltre alla Calabria, ci sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana.
La classificazione del rischio viene stilata considerando, tra l’altro, l’incidenza per 100mila abitanti, nuovi casi segnalati nella settimana, il trend settimanale con i focolai (se in aumento o diminuzione), stima Rt puntuale, esistenza di zone rosse, valutazione della probabilità e di impatto, allerte sulla resilienza dei servizi sanitari territoriali.
DIMINUZIONE DEL RISCHIO Si osserva una «diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA». Lo si legge nella bozza di monitoraggio Istituto superiore di sanità-ministero della salute.
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