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A Longobardi «mercimonio di voti» e «sanatorie last minute»

Nelle carte dell’inchiesta della Procura di Paola, favori concessi a pochi giorni dal voto per ottenere consensi

Pubblicato il: 05/02/2021 – 8:15
di Fabio Benincasa
A Longobardi «mercimonio di voti» e «sanatorie last minute»

LONGOBARDI Il voto “drogato” e inquinato da promesse e favori. Elettori piegati al volere del candidato a cui spesso svendono la loro preferenza per una manciata di euro o per un posto di lavoro. Non si tratta di episodi isolati, le pagine di cronaca in questi anni sono state riempite di inchieste ed indagini che hanno cristallizzato l’esistenza di sistemi collaudati di scambio. Piccoli cadeaux o grandi appalti, poco importa, il voto libero e democratico quando finisce sul tavolo delle trattative, ridotto a mero oggetto di baratto, perde valore. Anche nelle carte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Paola guidata da Pierpaolo Bruni sono diversi gli episodi «legati al mercimonio di voti» finito nel mirino degli investigatori. In un caso, Nicola Aloe e Angela Maria Aloe (sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) vengono ritenuti «punibili in qualità di elettori» perché avrebbero promesso di concedere la loro preferenza alle comunali del 2019 a Longobardi alla candidata Elena Miceli, eletta con la lista “Longobardi 2000“ e finita ai domiciliari. La giovane – come emerge dall’inchiesta – sarebbe stata sostenuta da Mario Veltri e dalla moglie Donatella Attanasio, il primo finito in carcere e la seconda ai domiciliari. La coppia si sarebbe occupata di alcune pratiche edilizie di interesse della famiglia Aloe per ricevere in cambio due voti. Un favore poi concretizzatosi sia nella decurtazione degli oneri relativi alla pratica e sia nel parere favorevole alla concessione della stessa a favore di Aloe. Tutto fatto a soli quattro giorni dal voto. L’episodio è per gli inquirenti il chiaro segnale di un comportamento che mina il corretto andamento della pubblica amministrazione, «leso da condotte imparziali che compromettono il dovere della p.a. di trattare in maniera eguale gli interessi di tutti i cittadini».

L’avversario da battere

A chi non vanno giù soprusi e sanatorie ad hoc o last minute è l’avvocato Nicola Bruno, candidato ed avversario dell’uscente sindaco Giacinto Mannarino durante la campagna elettorale del 2019. Sarà lo stesso Bruno a denunciare in Procura il tentativo di Veltri e dell’amico Andrea Amendola di stoppare la candidatura di Maria Francesca Petrungaro con la lista a sostegno dello stesso Bruno. Un tentativo poi fallito con i due respinti a muso duro dalla ragazza a cui era stato imposto di rimanere fuori dalla contesa politica pena la perdita del posto di lavoro part-time al lido di proprietà di Amendola. La denuncia di Bruno spinge la Procura ad avviare l’indagine e “costringe” Veltri e Amendola a lavorare a sostegno della vittoria di «un’amministrazione amica». In una intercettazione captata a soli 4 giorni dal voto è chiara la preoccupazione di Veltri, intercettato a colloquio con l’amico: «non è questione di avere paura…Andrea…è questione che non ci cacci niente… non è Giacinto (Mannarino) che lo mandi a quel paese…questo qua ha i Carabinieri dentro la tasca…non lo puoi neanche toccare». Di contro, Amendola cerca di minimizzare ma Veltri risponde rafforzando il concetto espresso in precedenza: «ti comincia a dire piglia la pratica in sanatoria, piglia questo, piglia quello. Andrea non c’è niente che è a posto su questa terra, solo Gesù Cristo è a posto». Veltri – secondo gli inquirenti – mostra nelle sue azioni di aver facile accesso alla «macchina amministrativa comunale e di poter facilmente incidere nella stessa». Chi indaga si spinge oltre e sottolinea come «sin da subito appare chiaro che Veltri e la moglie avevano riposto grandi aspettative nelle comunali del 2019 e grande timore nel caso a vincere fosse stato Bruno. «E’ chiaro che – emerge nelle carte – l’amministrazione comunale guidata da Giacinto Mannarino garantiva ai coniugi, anche in funzione dell’attività svolta, grandi vantaggi». «Per questo motivo – sempre secondo la Procura – i coniugi Veltri avevano addirittura messo una loro persona di fiducia, Elena Miceli, nella lista, poi risultata vincente, di Giacinto Mannarino (non indagato)». (redazione@corrierecal.it)

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