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Salute e accoglienza, un progetto a Tor Vergata per il “modello Camini”

Una dottoranda dell’ateneo nel borgo della Locride protagonista del progetto Siproimi. L’idea di coniugare sanità e inclusione

Pubblicato il: 07/02/2021 – 7:26
Salute e accoglienza, un progetto a Tor Vergata per il “modello Camini”

CAMINI Una dottoranda dell’università di Tor Vergata sarà, nei prossimi mesi, a Camini, piccolo borgo della Locride. Maria Chiara Figura sarà affiancata da Paola Arcadi, direttrice del corso di laurea in Infermieristica a Milano. E si occuperà di portare avanti una fase del progetto “La promozione della salute in un territorio multiculturale”. L’idea è quella di studiare il ruolo delle cure sanitarie come modello di inclusione e del vivere in armonia. Le sfide che il “modello Camini” porta con sé, prima fra tutte la “gestione” di una comunità multietnica, sono state considerate adatte allo studio. Che si avvarrà dell’esperienza della Eurocoop servizi “Jungi Mundu”, che gestisce il progetto di accoglienza Siproimi. Il via libera allo svolgimento del progetto del dottorato di ricerca in Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica arriva dall’ateneo anche in virtù dell’inserimento del territorio di Camini nel programma Sviluppo Nazionale delle Aree Interne e, quindi, quale area con basso numero di residenti, caratterizzata dalla presenza di diverse etnie e dalla difficoltà di accesso alla sanità di base a causa della distanza dai centri urbani più grandi, ritenuto idoneo alla realizzazione del progetto stesso.
L’obiettivo è quello di sviluppare un modello di riferimento utilizzabile in tutte le comunità che presentano problematiche multietniche e progettare, quindi, servizi socio-assistenziali integrati, in grado di tener conto dei valori della singola persona e dell’intera comunità, incrementando anche la ricchezza culturale e impattando positivamente sullo sviluppo economico della comunità stessa.
Da uno studio preliminare condotto a Camini dall’Università di Tor Vergata – lo racconta il sito metisnews.it – «si sono evidenziati dei bisogni sanitari. Curarsi della salute dei cittadini presenti sul territorio è, quindi, una sfida, vista la carenza strutturale a livello sanitario. Persone di diverse origini, lingue, religioni, richiedono risposte sanitarie coerenti con i valori etici, religiosi e culturali della persona. I migranti che arrivano a Camini spesso hanno una salute compromessa, necessitano di cure specialistiche, di trattamenti riabilitativi e psicologici. Le patologie più frequenti sono quelle cardiocircolatorie, quelle connesse alla gravidanza, quelle derivati da traumi dovuti a torture abusi violenze e malattie genetiche degenerative e psicomotorie». L’idea è quella di superare la logica emergenziale, cogliendo un’opportunità di crescita e sviluppo dell’offerta sanitaria, predisponendo una modalità strutturata e sistematica di accoglienza, di assistenza sanitaria, di promozione della salute e di integrazione, permettendo così il raggiungimento del più alto standard di salute possibile per tutti gli individui presenti sul territorio. Il progetto nasce grazie all’Università di Tor Vergata e alla professoressa Rosaria Alvaro, con il coordinamento sul posto di Rosario Zurzolo, presidente della Eurocoop Jungi Mundu, e Giusy Carnà, e il tutoraggio a cura dell’etnopsicologa Serena Tallarico.

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