«Vergognosa la sospensione degli interventi all’ospedale di Locri»
L’associazione #inpiedipersiderno interviene a tutela dei Lea della Locride: «Una spoliazione continua, ora vogliamo investimenti»

LOCRI «Una continua spoliazione della struttura, che mette a repentaglio la salute dei cittadini e che lede i diritti di tutta la Locride, che viene sempre più considerata una terra di serie B». Lo denunciano gli attivisti del movimento #inpiedipersiderno che intervengono così su quella che definiscono «una vergogna».
«Abbiamo appreso con grande preoccupazione – sottolineano – la notizia riguardante “la sospensione dell’attività chirurgica per carenza di dirigenti medici di specialità (anestesisti)” presso l’ospedale di Locri. Disfunzioni vecchie, aggravate dall’emergenza Covid-19, che allungheranno oltre misura le liste d’attesa, degli interventi chirurgici programmati, ma anche degli interventi in urgenza».
«La spoliazione è continua – aggiungono – e con conseguenze pesantissime. Nell’ospedale di Locri mancano anestesisti, radiologi, non abbiamo un valido sistema di trasporto dei pazienti più gravi instabili verso gli ospedali Hub, le ambulanze sono assolutamente insufficienti e il servizio di elisoccorso notturno non è attivo».
«Ergo, un attacco cardiaco, una frattura o una peritonite – denunciano gli attivisti del movimento – potrebbe essere fatali ad un paziente di Siderno, di Bovalino, di Bianco: lo vediamo ogni giorno sulla nostra pelle, nei tanti casi di quotidiano disservizio che toccano ogni giorno amici e parenti. Questo nonostante le professionalità ancora rimaste nel nosocomio mettono a repentaglio la loro stessa salute con turni massacranti e in costante difficoltà».
«Adesso però – tuonano – vogliamo delle risposte. Il commissario Longo esca dal silenzio, prenda atto della gravità della situazione e provveda alla soluzione con assoluta priorità. La commissione straordinaria dell’Asp di Reggio Calabria ci dica a che punto sono le pratiche per l’indizione dei concorsi per i posti mancanti sia dell’area medica che di quella amministrativa».
«In questi lunghi anni di commissariamento della sanità in Calabria – affermano ancora – abbiamo visto continui tagli ai servizi sanitari: se la necessità era però quella di rientrare dal debito, non ci siamo affatto riusciti. Il disavanzo è cresciuto, mentre l’unica cosa che è calata è la qualità dell’offerta sanitaria sul territorio». «La sanità calabrese – concludono – però merita di più: servono disperatamente investimenti per munirsi di un’offerta sanitaria adeguata agli standard previsti dalla legge, interrompendo il turismo sanitario che dissangua le tasche e le energie delle famiglie calabresi».