REGGIO CALABRIA Nuovo capitolo dell’inchiesta sui presunti brogli elettorali avvenuti in occasione delle amministrative di Reggio Calabria dello scorso 20 e 21 settembre. Le nuove risultanze portano all’applicazione di altre cinque misure cautelari e una misura interdittiva pronunciate nei confronti di soggetti, come ad esempio il consigliere eletto Antonino Castorina, già colpiti da provvedimenti restrittivi contenuti nell’ordinanza dello scorso 9 dicembre ai quali si aggiungono nomi nuovi. Ai nuovi accertamenti si è arrivati grazie alle dichiarazioni rese da Carmelo Giustra, presidente di seggio coinvolto in quello che gli inquirenti definiscono il “sistema Castorina”. Un sistema già riprodotto nella prima parte dell’indagine, che viene adesso raffinato. Gli elementi nuovi emersi nella presente richiesta cautelare sono infatti, «per un verso, il tentativo di alterazione dei registri elettorali e delle schede elettorali della Sezione numero 172 nei confronti degli indagati Castorina, Giustra e Saraceno, e per altro verso, viene approfondita la vicenda della sezione numero 184, ricostruendo il coinvolgimento di altri soggetti nelle operazioni dirette, prima, a garantire la presidenza nel seggio 172 a Giustra e, poi, una volta che tale tentativo era fallito, a permettere a Giustra, nominato presidente di seggio della sezione numero 184, di alterare i documenti elettorali di quella sezione».
Coinvolti a vario titolo sono Giuseppe Saraceno, zio indiretto dell’allora candidato consigliere Castorina che secondo la procura avrebbe «posto in essere la condotta di falsificazione materiale dei documenti, unitamente a Giustra, in qualità di scrutatore della sezione 184».
A lui si aggiungono Simone D’Ascola che, dopo la nomina di Giustra nella nuova sezione, avrebbe «impartito a quest’ultimo le concrete modalità operative per la falsificazione delle operazioni di voto» dopo essersi speso affinché Giustra mantenesse la presidenza della sezione 172.
Tutto si risolve in un tempo brevissimo che intercorre tra la comunicata impossibilità a Carmelo Giustra di presiedere la sezione numero 172 – per la quale erano già pronti i duplicati illeciti delle tessere elettorali – e la designazione per la nuova sezione.
Secondo quanto raccontato dallo stesso Giustra e ricostruito dagli inquirenti, «D’ascola avrebbe specificato a Giustra che avrebbe ricevuto una busta con i nominativi dei soggetti da inserire quali votanti, riferendodella consegna dell’elenco in un momento successivo “in quanto dovevano verificare quanti nominativi riuscivano a recuperare” e dando così direttive sui compiti da assolvere».
Nello specifico, Giustra avrebbe dovuto compilare direttamente le schede elettorali corrispondenti ai numeri presenti sull’elenco recapitatogli e inserirle nell’urna. Cosa che avverrà in sede di elezioni, per un totale accertato di 14 schede.
Chiudono così il cerchio, per quanto concerne questo aspetto della vicenda, Fortunato Antonio Morelli e Francesco Laganà che avrebbero avuto «il compito di far pervenire al Giustra la lista dei nominativi da inserire quali falsi votanti».
Nei seggi numero 172 e 184 allestiti presso l’istituto comprensivo di Archi, il “Diavolo” c’ha messo lo zampino. Di fatti, l’incontro tra Castorina e Giustra, come lo stesso racconterà agli inquirenti, era stato propiziato dalla comune fede calcistica per il Milan. Giustra è socio di un club del quale Castorina era tesserato e proprio in occasione di un incontro gli avanzerà la proposta di fare il presidente di seggio alle elezioni amministrative. La sezione originariamente individuata era la 172.
Il 6 agosto 2020 però, la Corte d’Appello nomina presidente altro soggetto diverso dal Giustra.
Il 16 settembre 2020, Castorina come «delegato del sindaco» (con un atto di delega anomalo in quanto non previsto dalla legge), interviene nominando presidente, per quello stesso seggio, Carmelo Giustra «nel presupposto che il soggetto nominato dalla Corte d’Appello avesse rinunciato all’incarico non presentandosi». Cosa che invece non avverrà nei fatti, perché il designato si presenterà al seggio «rivendicando la presidenza in maniera concitata», come riferito anche da due testimoni.
Per sedare gli animi, Giustra viene dirottato a presiedere il seggio 184, ancora vacante, dove tra l’altro compariva come scrutatore lo zio di Castorina, Giuseppe Saraceno.
L’interesse ponderato alla sezione 172, come già ampiamente ricostruito nella precedente parte dell’indagine, era relativo all’esistenza di «ben 59 elettori che avevano richiesto il duplicato al ritiro riferibile a Castorina». Nella sezione 184, di contro, «veniva registrato il voto per conoscenza personale su ben 14 votanti che avevano in precedenza richiesto il duplicato della tessera elettorale» sempre con ritiro in favore del candidato consigliere Pd.
Secondo gli inquirenti, la capacità di adattamento malgrado l’inconveniente sopraggiunto dimostra come questo sistema fosse oliato.
Così arriviamo agli arresti dello scorso dicembre e alle dichiarazioni rese da Carmelo Giustra dapprima al gip e poi in forma più approfondita alla procura.
Il 18 settembre Giustra riferisce di essere stato contattato dalla segretaria di Castorina per recarsi presso la segreteria politica dove si sarebbe tenuto un incontro con l’entourage del candidato, «nel quale venivano stabilite le modalità operative attraverso le quali si sarebbe dovuta porre in essere l’alterazione dei registri e delle schede elettorali».
Sempre in sede di interrogatorio, Giustra spiega come, dopo il naufragio del piano preconfezionato che prevedeva la sua presidenza della sezione 172, gli siano state impartite le nuove direttive.
Gli inquirenti si dicono in tal senso colpiti dalla velocità di reazione del sistema, che in pochissimo tempo riesce ad adattarsi alla nuova evenienza. «Non ricordo se (il nuovo procedimento, ndr) me lo abbia detto Morelli…o Simone (D’Ascola, ndr) – dice Giustra ai magistrati – […] mi hanno detto che dovevo mettere tutti».
«Quando sono andato al Comune a prendermi la 184 – continua riferendosi a D’Ascola – lui mi ha detto che l’indomani mi avrebbe portato la busta con dei nominativi…ed io avrei dovuto mettere conoscenza personale e ricopiare il numero della tessera e che il procedimento era uguale a quello della 172 solo che la differenza era che non sarebbero venute persone. E che io dovevo mettere tutti! Quella lista di tutte quelle persone che mi avrebbero portato e non sapevano quante ne avrebbero raccolti». Alla domande del sostituto procuratore Petrolo sul se fosse stato “Simone” a spiegare detto procedimento, Giustra risponde affermativamente.
Oltre alle risultanze investigative confluite nell’ordinanza dello scorso 9 dicembre, la Digos raccoglie una serie di riscontri alla chiamata in correità di Giustra nei confronti di D’Ascola tra cui il riconoscimento fotografico operato dalla Stracuzza in occasione dello “scontro” sull’attribuzione della sezione 172; «la circostanza che D’Ascola abbia certamente un rapporto amichevole con Castorina» come emerge anche dai contatti rintracciati dagli inquirenti; «la sovrapponibilità tra quanto riferito da Giustra e quanto accertato presso l’ufficio comunale decentrato di Santa Caterina in riferimento alle richieste di duplicati di tessere elettorali di anziani avanzate dalle ore 19 del 19 settembre 2020 e la sovrapponibilità tra i nominativi dei falsi votanti inseriti da Giustra nei registri e i nominativi dei duplicati richiesti in quel frangente a Santa Caterina». (redazione@corrierecal.it)
x
x