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Bellofiore al Corap, in arrivo un’altra nomina di Spirlì

Per l’ex sindaco di Gioia Tauro, con un passato nel Pd e ora leghista, l’investitura in una Giunta convocata oggi alla stessa ora del Consiglio

Pubblicato il: 11/03/2021 – 7:03
Bellofiore al Corap, in arrivo un’altra nomina di Spirlì

CATANZARO  Nomine e ancora nomine. Dopo Fincalabra, la Consulta per l’emigrazione (con qualche “inciampo” un po’ imbarazzante), le commissioni per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale, ora il presidente facente funzioni della Giunta regionale Nino Spirlì, noncurante di essere in regime di ordinaria amministrazione, si appresta chiudere un’altra casella, quella del Corap, il Consorzio regionale per le sviluppo delle attività produttive, da un paio di anni al centro di una tribolata gestione. Secondo fonti accreditate, infatti, Spirlì avrebbe trovato l’uomo giusto a cui dare la guida del Corap: Renato Bellofiore, già in passato sindaco di Gioia Tauro, con una parentesi – intorno agli anni 2013-2014 – con il Pd e poi, come tanti, “fulminato” dal verbo salviniano, visto che Bellofiore negli ultimi tempi è transitato nella Lega, per la quale è stato anche referente per la Piana di Gioia Tauro (l’area di provenienza di quasi tutto il gruppo dirigente del Carroccio calabro). La nomina di Bellofiore al vertice del Corap – riferiscono fonti della Cittadella – dovrebbe essere formalizzata oggi in una seduta di Giunta che Spirlì, in modo piuttosto singolare, avrebbe convocato nello stesso orario in cui è stato convocato il Consiglio regionale. Chissà come la prenderà la sua maggioranza, che è già in ebollizione contro la gestione solitaria di Spirlì. Quanto a Bellofiore, per lui un compito non facile, comunque, quello che lo aspetta al Corap. Nato dalla fusione delle – sostanzialmente fallimentari – Asi provinciali, il Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive si è via via trasformato in un autentico carrozzone clientelare e sprecone, finendo commissariato e in liquidazione coatta amministrativa sulla scorta di una legge regionale del 2019 – passata alla storia come legge salva-Corap – che nelle scorse settimane è stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta, che contesta alla Regione di aver proceduto su un settore sul quale le competenze sono del governo.

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