Covid, 1.084 positivi negli ultimi 30 giorni a Corigliano Rossano. Infermieri allo stremo
Pronto soccorso in tilt al “Giannettasio” e ambulanze in fila. Il personale chiede un incontro a La Regina. Terapie intensive pronte a essere convertite

CORIGLIANO ROSSANO Pronto soccorso ad altissima tensione, all’ospedale “Giannettasio” di Corigliano Rossano. Il personale medico e infermieristico è allo stremo mentre all’esterno del reparto nelle scorse ore si sono registrate file di ambulanze ed anche positivi al Covid-19 in attesa nelle auto.
I posti di terapia intensiva convertiti in Covid
Una situazione resa ingestibile dall’emergenza sanitaria in atto, dai posti letto ormai saturi che potrebbe costringere – è notizia di queste ore – a trasformare gli otto letti dell’unico reparto di terapia intensiva per tutti i 220 mila abitanti della Sibaritide in posti Covid, in attesa che finiscano i lavori di adeguamento al quinto piano della struttura, che ospiterà almeno 30 letti dedicati al trattamento dei pazienti affetti da coronavirus. Una conversione alla bisogna, in attesa di tempi migliori e del raddoppio dei posti di terapia intensiva che rimarranno in eredità al “Guiannettasio” quando l’epidemia sarà debellata. Per il momento, però, tutte le forze sembrano concentrarsi contro il Covid-19.
Infermieri del pronto soccorso allo stremo scrivono a La Regina
Per questo motivo il personale infermieristico del reparto di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza del presidio ospedaliero “Giannettasio” ha chiesto un incontro urgente al commissario e al direttore sanitario dell’Asp, Vincenzo La Regina e Martino Rizzo. La missiva, inviata per conoscenza anche al primario del pronto soccorso, Natale Straface e al direttore sanitario dell’ospedale, Pierluigi Carino.
«La situazione comporta notevoli disagi ai pazienti – scrivono una ventina di infermieri – considerato che i loro bisogni non possono essere totalmente soddisfatti. Il personale in servizio al Pronto soccorso è sfinito dall’eccessivo carico di lavoro e dalla cattiva organizzazione della struttura. Si parla di Spoke, di centro d’eccellenza e addirittura di polo Covid ma alla fine sembrano solo parole. In Pronto soccorso – proseguono – la responsabilità e la mole di lavoro del personale restante è raddoppiato. Inoltre non si riesce a garantire il servizio nelle tensostrutture adibite a pre-triage, chiuse da tempo per mancanza di personale. Senza l’attività filtro delle tende il paziente Covid viene accompagnato direttamente in pronto soccorso, mettendo a serio rischio di esposizione gli astanti. Operare in queste criticità si traduce in notevole stress psico-fisico ed espone il personale a rischi di carattere medico-legali e di sicurezza. Il numero esiguo lavora in regime straordinario, anche 18 ore al giorno per sopperire alle difficoltà, nonostante non sia possibile lo straordinario come fattore ordinario di lavoro. Per questo motivo – concludono – chiediamo un intervento risolutore, soprattutto per la carenza di personale, nell’interesse dell’utenza. Chiediamo un incontro urgentissimo, cosicché il commissario e il direttore sanitario dell’Asp possano constatare quanto stiamo segnalando, in uno spirito collaborativo».
I dati di oggi
È un altro bollettino impietoso, quello relativo ai nuovi casi. Corigliano Rossano fa registrare 28 nuovi casi nelle ultime 24 ore, 2449 dall’inizio della pandemia. Sono 12 i coriglianorossanesi attualmente ricoverati in terapia intensiva e 78 in altri reparti. Le quarantene domiciliari negli ultimi 30 giorni salgono a 994 e i positivi nello stesso lasso di tempo superano quota mille, 1084 per l’esattezza (l.latella@corrierecal.it)