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‘Ndrangheta, favorirono la latitanza di Domenico Romeo: cinque arresti

Tutti e cinque sono considerati i favoreggiatori del latitante Domenico Romeo, catturato il 2 febbraio 2020 dai Carabinieri della Compagnia di Palmi e ricercato dal luglio 2019

Pubblicato il: 20/03/2021 – 7:45
‘Ndrangheta, favorirono la latitanza di Domenico Romeo: cinque arresti

REGGIO CALABRIA Alle prime ore di sabato i Carabinieri della Compagnia di Palmi, supportati nelle fasi esecutive da personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di cinque misure cautelari, 2 in carcere e 3 ai domiciliari, emesse dal Tribunale di Reggio Calabria-Sezione gip-gup, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di Biagio Versaci cl ’74, sua moglie Maria Francesca Cammaroto, cl ‘81, e i fratelli Antonio e Francesco Alvaro, cl ’99 e ’98, e la cugina Domenica Alvaro, cl ’88. Tutti e cinque sono considerati, infatti, i favoreggiatori del latitante Domenico Romeo, cl ‘80, catturato il 2 febbraio 2020 dai Carabinieri della Compagnia di Palmi e ricercato dal luglio 2019 a seguito dell’emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della Dda di Genova per traffico internazionale di stupefacenti aggravato dalle finalità mafiose nell’ambito dell’indagine “Buon vento genovese” della Guardia di Finanza del capoluogo ligure.

L’attività investigativa

L’indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria , Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gaetano Paci e da Giulia Pantano, ha consentito di scoperchiare l’articolato ed organizzato sistema messo a punto dagli arrestati al fine di favorire la latitanza di Romeo, garantendogli plurimi incontri con i suoi familiari, in particolare la moglie Angela e il figlioletto di soli 17 mesi, oltre che con i suoi genitori, che venivano trasportati attraverso movimenti e trasbordi da un’autovettura all’altra e condotti sino al covo del fuggiasco. Attività che gli consentivano di avere contatti e rapporti con i suoi prossimi congiunti senza esporsi e senza ostentare la propria persona, messa così al riparo dalle ricerche in atto. Ma non solo.

Un immobile a disposizione

L’ausilio al latitante è stato garantito anche attraverso la messa a sua disposizione di un immobile nella esclusiva disponibilità degli Alvaro e, in particolare, di proprietà di Domenica Alvaro, nonché attraverso le garanzie di telefoni cellulari dedicati al contatto di Romeo con i suoi familiari. Il meccanismo escogitato, semplice e sofisticato nel contempo, prevedeva numerosi cambi di vettura, effettuati in punti strategici e poco controllabili dalle forze dell’ordine, per mezzo dei quali i parenti venivano trasportati sino al covo del latitante, senza il ricorso ad alcuna comunicazione telefonica.

Il sistema di favoreggiamento

Nel corso delle indagini è stato fotografato passo passo il sistema di favoreggiamento della latitanza di Romeo, alimentato e gestito con continua e meticolosa organizzazione dai coniugi Versaci-Cammaroto e dai fratelli Antonino e Francesco Alvaro, figli di Vincenzo, cl. ’72, condannato nel procedimento “Santa Fè” nonché fratello di Antonio, coindagato di Romeo nel procedimento penale “Buon vento genovese”.

Gli arresti

In particolare ai fratelli Antonino e Francesco Alvaro, destinatari della misura della custodia cautelare in carcere in ragione della maggiore gravità delle condotte, nonostante fossero considerati dai coindagati come “ragazzini”, il latitante Romeo si era materialmente affidato in ragione della loro fedeltà alla cosca Alvaro, dimostrata in più circostanze durante l’attività d’indagine. Domenica Alvaro, che non ha esitato a mettere a disposizione della “famiglia” un immobile in favore del pericoloso latitante, è stata invece destinataria della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Medesima misura cautelare è stata applicata anche nei confronti dei coniugi Versaci-Cammaroto, che hanno reiteratamente, con dedizione assoluta e massima disponibilità, garantito non solo tutti gli spostamenti dei familiari di Romeo nel suo covo, ma anche custodito un prezioso cellulare attraverso il quale i familiari, e probabilmente non solo, intrattenevano colloqui riservati e segreti col fuggiasco.

La pericolosità della cosca Alvaro

La cosca Alvaro si conferma così non solo estremamente pericolosa, come testimoniato dai molteplici processi, tra cui da ultimo Iris ed Eyphemos nei quali sono state emesse diverse decine di ordinanze custodiali che hanno decapitato la struttura di ‘ndrangheta, ma anche assai esperta nella gestione dei latitanti. Moltissimi sono stati infatti gli Alvaro o contigui ad essi di cui è stata garantita la latitanza nel tempo a comprova della vasta e fitta rete di fiancheggiatori su cui costoro possono contare e nella quale rientrano gli indagati di oggi.

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