CATANZARO «L’Ato di Catanzaro ha dovuto prendere atto, nel corso di un incontro che si è tenuto martedì 30 marzo a Palazzo di Vetro, dell’assoluta sordità dell’assessorato regionale all’Ambiente in merito al conferimento dei rifiuti da parte di altri Ato nella discarica di Lamezia Terme». È quanto riferisce una nota dell’Ambito territoriale ottimale di Catanzaro, nota diramata al termine di un riunione che ha rgistrato attimi di tensione tra Sergio Abramo, presidente della Provincia e dell’Ato catanzarese, e l’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio. E ha di fatto sancito una “rottura” verticale tra Ato e Regione.
«La continuità al conferimento nell’impianto lametino per i Comuni dell’Ambito territoriale di Catanzaro, direttamente garantita dall’assessore De Caprio, è stata di fatto sconfessata – prosgue la nota dell’Ambito guidto da Abramo – dall’ennesima disposizione emanata, questo pomeriggio, dall’assessorato regionale. Come si fa a garantire continuità all’Ato di Catanzaro se la Regione – si chiedono – si muove in senso contrario autorizzando l’Ato di Reggio a sversare 90 tonnellate di rifiuti al giorni nella discarica di Lamezia? L’Ato di Catanzaro aveva più volte richiesto che venisse chiusa una volta per tutte questa prassi, non per motivazioni campanilistiche, né per assenza di solidarietà verso gli altri territori. La preoccupazione più grande riguarda la mancata attuazione di un piano regionale sui rifiuti che è rimasto lettera morta fin da quando è stato presentato. È il piano regionale che dovrebbe chiaramente indicare dove conferire i rifiuti calabresi, non ordinanze o disposizioni mirate solo a tamponare un’emergenza».
«Va sottolineato – prosegue la nota dell’Ato di Catanzaro – che le ultime disposizioni della Regione stanno accelerando la saturazione della vasca 1 della discarica di Lamezia, che diventerà piena nell’arco di 20 giorni. Dove verranno smistati i rifiuti i calabresi? E chi pagherà il trasferimento della spazzatura in altre regioni? Oltre al danno la beffa, visto che finora i rifiuti degli altri Ato sono stati inviati in altre regioni con i soldi del Recovery plan. Ora che sono finiti quei fondi bisognerà alzare le tasse? Una cosa è sicura: non lo faranno i Comuni, e quindi non pagheranno di più i cittadini dell’Ato di Catanzaro, che è l’unico ad essere autosufficiente a livello di impianti e in regola dal punto di vista gestionale. Alla Regione si richiede, ancora una volta, la sospensione dell’efficacia del dispositivo emanato nel pomeriggio del 30 marzo, nonché un’indicazione chiara – termina la nota – su dove verranno smistate le oltre 4mila tonnellate di scarti di lavorazione provenienti dagli altri territori calabresi che sono state temporaneamente dislocate negli impianti dell’Ato di Catanzaro». Intanto, i rapporti tra Ato e Regione sono ai minimi termini: nel corso della riunione odierna tra l’altro il presidente Abramo avrebbeaffermato di «no avere nulla contro l’assessore De Caprio, che ha ereditato una macchina al palo da decenni ma può anche rimettere la sua delega».
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