STEFANACONI «Premesso che un ente deve agire per l’interesse pubblico in piena autonomia e gli amministratori devono possedere i requisiti di onorabilità necessari per governare, i sottoscritti vogliono un’amministrazione pubblica che adempi al compito costituzionale di governare per il bene pubblico e l’interesse collettivo, ponendo in essere azioni politiche improntate alla trasparenza nelle azioni intraprese e negli obiettivi, senza alcun condizionamento da parte di soggetti esterni». A scriverlo sono i consiglieri di minoranza del Comune di Stefanaconi, Nicola Carullo, Carmelo Di Si, Antonio Fortuna e Salvatore Maluccio in una richiesta di convocazione urgente del Consiglio comunale. Tutto nasce dall’inchiesta “Petrolmafie spa” e da alcune vicende legate che vedono protagonisti Giuseppe D’Amico e il sindaco di Stefanaconi e presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano, comunque non indagato (ne abbiamo scritto qui).
«Dato che l’inchiesta “Petrolmafie spa” della Dda di Catanzaro mette in particolare risalto taluni comportamenti del sindaco, Salvatore Solano, allo stesso – seppur non sia indagato – vengono attribuiti, – scrivono ancora i consiglieri – così come ampiamente riportato dagli organi di stampa locali e nazionali, atteggiamenti disdicevoli, che certamente non si addicono ad un rappresentante delle Istituzioni, il cui ruolo non può assolutamente prescindere dall’osservanza di costanti principi etici e morali». «Alla luce di quanto esposto appare opportuno, oltre che essere un atto quanto mai dovuto verso la comunità che lo ha eletto, che il sindaco chiarisca gli aspetti a lui addebitati nel corso di un Consiglio Comunale urgente».
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