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la riflessione

«Un anno di emergenza ma nulla è cambiato»

In questo nostro tempo in cui la preoccupazione principale che monopolizza tutte le discussioni ed attira le giuste attenzioni e preoccupazioni è il diffondersi del virus, il covid-19. Il virus ha st…

Pubblicato il: 13/04/2021 – 16:41
di Francesco Falcone*
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«Un anno di emergenza ma nulla è cambiato»

In questo nostro tempo in cui la preoccupazione principale che monopolizza tutte le discussioni ed attira le giuste attenzioni e preoccupazioni è il diffondersi del virus, il covid-19. Il virus ha stravolto le vite di tutti noi, a volte prudentemente barricati in casa per far calare la curva dei contagi.
C’è l’amara consapevolezza che nonostante i sacrifici di quanti stanno perdendo il lavoro che si sono creato (penso ai ristoratori, ai commercianti, agli imprenditori), di quanti anno difficoltà economiche non alleviate dai ristori o sostegni che dir si voglia, le morti aumentano, i malati in terapia intensiva crescono e tutto quanto sin ora fatto non è servito ad arginare il virus.
Certo, la colpa è di quanto come esseri umani abbiamo causato nello sconvolgere il nostro habitat, la terra, nell’aver creduto l’uomo onnipotente e capace di dominare e dirigere lo sviluppo del pianeta intento a dettare ritmi e modalità di crescita insostenibili. Certo, però, che la nostra disorganizzazione ha fatto e sta facendo il resto.
Ho appreso dalla pandemia, dai vari esperti che occorreva tracciare, monitorare il diffondersi del virus e che la chiusura totale delle varie nazioni, come la nostra, dovesse primariamente servire a permettere all’organizzazione di tracciare, monitorare, incrementare i posti letto delle terapie intensive e subintensive e avrebbe dovuto permettere alla logistica la preparazione ed attuazione del piano di vaccinazione dell’intera popolazione.
È evidente a tutti, purtroppo, che tutto questo non è stato fatto e neanche il cambio di governo e di commissari nazionali con tanto di piume al capo sono riusciti a invertire la rotta.
Non parliamo del dramma che stiamo vivendo nella nostra regione e nella provincia brutia negli ultimi giorni, dove all’allungarsi della fila delle ambulanze al pronto soccorso segue il silenzio e l’immobilismo del Presidente facente funzioni che non le esercita le sue funzioni, l’assenza del commissario regionale Longo, i commissari provinciali delle Asp non pervenuti ed il personale medico e paramedico stremato ed i morti che cominciano ad aumentare insieme alla disperazione e alla paura.
Però occorre sapere, conoscere che ci sono responsabilità, che sono chiare ma che a nulla serve volerne le teste “politiche” o “commissariali”: occorre uscire dal guado. Occorre porre in essere azioni, l’inerzia non serve, la politica, le istituzioni devono agire ora e subito, è una questione di organizzazione, di logistica, di decisioni e di programmazione delle cose da fare.
La nostra regione è da anni commissariata al fine di attuare il piano di rientro al disavanzo sanitario. Non solo la percezione ma l’efficienza e l’efficacia dell’assistenza sanitaria e socio-assistenziale persiste e si rafforza. C’è oltre ad una insoddisfazione generalizzata per l’assistenza sanitaria nel suo complesso, e in particolare per quella ospedaliera, significativamente più bassa rispetto al resto del Paese una inefficienza ed un’inefficacia ormai non più tollerabile.
Il Decreto “Cura Italia” ha introdotto misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Nonostante il decreto intervenga con provvedimenti chiari per fronteggiare l’emergenza è inspiegabile come in un anno nulla sia cambiato, eppure sono previsti finanziamenti e altre misure per il potenziamento del Sistema sanitario nazionale, della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati sul fronte dell’emergenza pari a 3,2 miliardi; misure per potenziare la capacità di intervento del Sistema sanitario, della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria attraverso l’individuazione delle coperture per le 20.000 assunzioni già deliberate per il Sistema sanitario nazionale; l’incremento del Fondo emergenze nazionali per un totale complessivo di 1,65 miliardi; lo stanziamento di risorse per gli straordinari del personale sanitario incrementato di 150 milioni di euro per il 2020; il finanziamento dell’aumento dei posti letto in terapia intensiva e nelle unità di pneumologia e malattie infettive (anche in deroga ai limiti di spesa) mentre le strutture private devono mettere a disposizione il personale sanitario in servizio, i locali e le proprie apparecchiature (per un costo di 340 milioni); la previsione che la Protezione civile possa disporre la requisizione da soggetti pubblici o privati di presidi sanitari e medico-chirurgici e di beni mobili necessari per fronteggiare l’emergenza sanitaria. I Prefetti potranno disporre la requisizione di alberghi o altri immobili aventi analoghe caratteristiche per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria (150 milioni).
Come lo spiega la politica tutto questo ad ogni cittadino, ad ogni commerciante, ad ogni imprenditore, ad ogni lavoratore, ad ogni donna ad ogni anziano, ad ogni studente, ad ogni ammalato di Covid che rischia la vita, ad ogni familiare di chi ha perso la vita questo silenzio, queste non scelte, questa inazione. È inaccettabile e il consiglio regionale, che dovrebbe aver concluso la sua attività, si riunisce e parla di…
Buona sera Calabria, dovremmo agire.

*già presidente di Legambiente Calabria

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