Senza guardia medica da due mesi, la protesta dei cittadini di Longobucco – FOTO E VIDEO
Protesta questa mattina davanti alla sede Asp di Rossano. Il sindaco Pirillo: «Spero che emergano responsabilità se ve ne sono»

Longobucco è sul piede di guerra. Da due mesi non hanno più nemmeno il medico di guardia e così il presidio sanitario più vicini è – a 60 chilometri – l’ospedale di Rossano.
Questa mattina un gruppo nutrito di cittadini longobucchesi hanno manifestato e organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede Asp di Rossano. Una delegazione è stata poi ricevuta dal direttore del distretto sanitario Ionio, Antonello Graziano, il quale ha fatto intendere che la risoluzione del problema non è poi così semplice perché mancano fisicamente i medici e le norme non aiutano a individuare soluzioni tampone.
Alla manifestazione indetta dalla Cgil e dalla Cisl era presente anche il sindaco del comune di Longobucco, Giovanni Pirillo.
«Chiediamo la riapertura»
«Non vogliamo i miracoli – dice il sindacalista della Cisl, Walter Cesare Sapia – se poi hanno deciso che nelle zone interne dobbiamo morire, ci avvisino così vediamo di organizzarci». «Anche a Longobucco – spiega il sindaco Pirillo – viviamo situazioni diffuse un po’ in tutta la Regione. Siamo qui per chiedere la riapertura della guardia medica, augurandoci che emergano responsabilità se ve ne sono».

Il direttore del distretto ha, per certi versi, disilluso le speranze. «Il problema riguarda molti comuni sostiene Graziano – c’è carenza di medici e ci stiamo impegnando per reperire le risorse ma fra le specializzazioni e impegno per le emergenza Covid, le unità che avevamo a disposizione non hanno confermato il loro interesse a ricoprire turni in guardia medica. Abbiamo 33 zone carenti su 52, servono 4 medici per ognuna delle 13 postazioni ed ad oggi abbiamo 12 titolari e 27 medici assunti trimestralmente». Il direttore del distretto ha investito del problema il commissario dell’Asp, Vincenzo La Regina che si è già attivato con l’ordine dei medici della provincia di Cosenza per risolvere la questione. «Ma non sarà facile – conclude Antonello Graziano – a meno che non si individuino forme legislative diverse, perché vi è incompatibilità fra la medicina di continuità assistenziale e la medicina generale, tra la continuità assistenziale e la specializzazione».
Insomma, un problema – a quanto pare – di difficile soluzione. Di certo però, comunità come quella di Longobucco che conta circa tremila abitanti e con l’ospedale più vicino a decine e decine di chilometri di tornanti, non può rimanere sguarnito di un presidio medico.