Fatture inesistenti per 15 milioni, le indagini arrivano in Calabria
Frode carosello sui prodotti informatici: 5 arresti nel Savonese. Ma la rete delle società coinvolte si estende al Sud

SAVONA Un’imponente “frode carosello” commessa nel settore della commercializzazione di prodotti informatici attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Ruota attorno a questo impianto accusatorio l’inchiesta della procura di Savona che ha portato a 5 arresti (4 in carcere e 1 ai domiciliari) nei confronti tre uomini e due donne, tutti italiani, di 47, 50, 51, 62 e 72 anni, tra cui alcuni commercialisti, tutti residenti nel ponente Ligure.
Nel blitz, condotto dalla Guardia di Finanza, è anche scattato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di circa 3,2 milioni di euro, somma equivalente all’imposta evasa accertata direttamente scattato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni immobili e conti correnti del denaro equivalente al valore delle imposte evase dai principali indagati.
L’operazione ha in sostanza sgominato un’organizzazione criminale con base operativa nella provincia di Savona e ramificazioni ed interessi economici anche in altre regioni italiane e all’estero. Sono in tutti 17 gli indagati e 16 le imprese coinvolte, sia in territorio italiano (Liguria, Piemonte, Calabria e Veneto) sia all’estero (tra Bulgaria e Gran Bretagna). Il sistema di frode accertato, per gli anni d’imposta dal 2014 al 2019, si è basato sull’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 15 milioni di euro, con un danno diretto per l’Erario di oltre 3,2 milioni di euro, pari all’Iva evasa.