«Sant’Anna, qualcuno dovrebbe farsi da parte dopo il Tar»
Pubblichiamo il post pubblicato su Facebook da Alessandro Testa, medico del Sant’Anna Hospital, a commento delle sentenza odierna del Tar sulla vertenza della struttura sanitaria. Confesso la dif…

Pubblichiamo il post pubblicato su Facebook da Alessandro Testa, medico del Sant’Anna Hospital, a commento delle sentenza odierna del Tar sulla vertenza della struttura sanitaria.
Confesso la difficoltà a fare mio il linguaggio tecnico delle sentenze, sono certo che chi più di me ha strumenti per analizzarla vorrà farlo e dare se gli/le va un parere, ma alcune cose sono talmente evidenti che perfino una capra di cardiochirurgo come me le ha ben comprese.
L’Utic, struttura di terapia intensiva cardiologica oggetto del procedimento nell’ambito dell’inchiesta “Cuore matto”, fu dichiarata chiusa e quindi non funzionante nel 2019 grazie alla lungimirante ed onestissima opera del nostro direttore sanitario Soccorso Capomolla. da qui derivano due cose molto semplici: 1. Un eventuale nuovo reato relativo alla suddetta Utic non è possibile in quanto essa risulta, appunto, chiusa per tutto il 2020; 2. Il rifiuto dell’Asp ha coinvolto altre specialità accreditate (Cardiologia, Chirurgia vascolare, Terapia intensiva, ecc.) che non sono mai entrate nell’inchiesta.
Aggiungo, anzi ripeto per l’ennesima volta onde non vi siano dubbi sulla rettitudine deontologica degli operatori sanitari del S. Anna Hospital, che non si tratta di ricoveri fantasma ma di reati, ove venissero confermati, di frode amministrativa. Tutti i pazienti ricoverati nella struttura hanno ricevuto le cure del caso e sono stati trattati nel pieno rispetto delle linee guida internazionali.
La sentenza conclude con una frase che spiega tutto: «Non è perciò consentito all’Asp addurre la pregressa inoperatività dell’Utic quale impedimento all’accreditamento e, di conseguenza, alla contrattualizzazione, perché ciò significherebbe disapplicare il Dca n. 43/2021, con evidente sconfinamento nelle competenze di altra autorità».
La sentenza esplora anche altri aspetti, e in tutti viene fuori la condotta fuori da ogni concezione elementare del diritto tenuta dalla triade commissariale che ora viene richiamata a esprimersi sulla contrattualizzazione 2020 seguendo appunto la legge.
Il comportamento vessatorio e dolosamente irrituale ove non esplicitamente illegale che ripetute sentenze hanno confermato causa e ha causato gravi danni a tutti: ai pazienti, alla struttura, alla regione.
Questo comportamento la triade ha tenuto sin dall’inizio e solo la ferma e democratica opposizione della struttura in tutte le sue componenti, condotta sempre secondo termini di legge anche quando si è esplicitata in forme clamorose di protesta, ha impedito che funzionari incompetenti e retribuiti in ragione direttamente proporzionale alla loro incompetenza, funzionari già in passato indagati per dissesto economico, si concretizzasse nella distruzione della migliore realtà sanitaria della Calabria.
Chi ha agitato il vessillo della legalità, vestendo l’armatura del campione della legge ha essa per prima infangato il diritto su cui si basano la civile convivenza e la garanzia dei diritti costituzionali al lavoro e alla salute e, se avesse un minimo di decenza, non dico coscienza, dovrebbe prendere atto e lasciare il campo.
Siamo certi che non accadrà, ma siamo altrettanto certi che a questo punto sia davvero difficile per chicchessia, si tratti di emodinamisti d’assalto o cardiochirurghi di retrovia, millantare requisiti e potenzialità che forse esistono nei loro sogni più sfrenati.
*cardiochirurgo, Sant’Anna Hospital