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Carla Fracci: null’altro necessario!

George Eliot: “Solo nell’agonia della separazione guardiamo nelle profondità dell’amore”.E infatti ora, più che mai, ti amiamo, Carla.”C’era una volta…sì, questo è l’incipit giusto, perché Carla F…

Pubblicato il: 27/05/2021 – 20:52
di Chiara Giordano
Carla Fracci: null’altro necessario!

George Eliot: “Solo nell’agonia della separazione guardiamo nelle profondità dell’amore”.
E infatti ora, più che mai, ti amiamo, Carla.
“C’era una volta…sì, questo è l’incipit giusto, perché Carla Fracci è stata come una bellissima favola per la #danza e per quanti l’amano. C’era una volta quella ragazza di provincia che diventa la più fulgida stella, come pochissime altre, del firmamento artistico coreutico dell’intero XX sec. E non per la magia di una fata buona, ma per quel suo ineguagliabile esprit de finesse che, insieme ad una tecnica assoluta e alla sua nota ferrea disciplina di studio e di vita, ha regalato al mondo un’infinita poesia, con performance memorabili e perfette per precisione del gesto, per armonia fisica ed espressività stilistica, e con quel sorriso elegante che chiunque l’abbia incontrato o solo intravisto non può che esserne stato catturato, per sempre.
Dal mio piccolo sguardo di bambina, dietro le quinte del Teatro San Carlo di Napoli – che da napoletana ho potuto frequentare sin da piccolissima e persino con il privilegio delle aree di palcoscenico – la vidi per la prima volta dal vivo in una stupefacente #Giselle, insieme all’altra mitica figura della danza, Rudolf Nureyev; e da allora la mia sensibilità crebbe diversamente, e assai più felicemente: ecco proprio questo è il regalo più grande che artisti così possono fare al mondo, e ai giovani. Tante volte poi l’ho rivista, ma l’ultima, in una delle sue ultime apparizioni sui palcoscenici, è stato ad Armonie d’Arte Festival nel 2015, in un’ispirata #Sherazade, con le coreografie di Fredy Franzutti. In quell’occasione, pur ormai ottantenne, aveva nello sguardo l’energia creativa e performativa di sempre, e nel corpo un’intramontata grazia. E aveva nelle parole, quelle che a piene mani ci ha onorato di ricevere, il generoso conforto del suo apprezzamento profondo per il nostro Festival, e anche il tributo di stupore che tutti gli artisti rivolgono al nostro luogo di elezione che è il Parco Archeologico Scolacium, che da oltre 20 anni noi di Armonie d’Arte siamo felici ed orgogliosi di aver valorizzato nella regione e nel mondo, con pubblico e Media internazionali giunti sin qui ad hoc.
Lei, #Carla, perchè ora basterà solo il nome ad evocare bellezza e raffinato respiro sul mondo, ha mosso e smosso migliaia di uomini e donne, anime, ambizioni o solo sogni, ma sempre con l’ineludibile bisogno del tepore dell’Arte”.

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